In Sardegna i casi di coronavirus restano due: l'imprenditore di 42 anni che era tornato da Rimini dove era stato per una fiera (QUI L'INTERVISTA ESCLUSIVA AL FRATELLO), e un docente - per il quale si attende la conferma del tampone - che ha partecipato a un convegno a Udine in cui c'erano anche dei colleghi poi risultati positivi.

In comune hanno un fattore: il virus proviene da fuori regione.

Ci sono poi altri sardi coinvolti: una donna del Sassarese ricoverata allo Spallanzani di Roma, una ricercatrice nuorese che ha preso parte al convegno di Udine e che è stata messa in isolamento, e ancora un sardo ricoverato a Milano.

Intanto l'Università di Sassari aveva già deciso, in via totalmente precauzionale, di interrompere le lezioni per i prossimi giorni. Linea che rientra nei provvedimenti adottati a livello nazionale dal governo, che ha stabilito la chiusura di tutte le scuole da domani al 15 marzo.

Ed è questo che in molti nostri lettori ha scatenato più di un dubbio. Numerosi hanno scritto via WhatsApp alla redazione di Unionesarda.it per lamentare la situazione che vivono all'Università di Cagliari. L'ateneo, spiegano, "ha rilasciato un comunicato in cui sospende l’attività didattica frontale ma non tutte le altre attività compresi gli esami. Ma non si tratta pur sempre di assembramenti di gente in cui è facile il contagio?".

E ancora: "Secondo questo ragionamento le lezioni si devono sospendere perché comportano sovraffollamento, ma gli esami non rientrano in questa casistica. Sono calendarizzati esami scritti non legati alla formazione sanitaria in queste due settimane, alcuni dei quali con centinaia di iscritti, disposti in più aule ma comunque contigue e con un accesso comune limitato a uno stretto corridoio".

Grande la preoccupazione: "Domani l'università di Cagliari non ha alcuna intenzione di bloccare gli esami del percorso dei 24 cfu (crediti formativi universitari, ndr), che vedranno convocate oltre 700 persone presso la cittadella universitaria di Monserrato per svolgere la prova. Siamo tutti convocati alle 14 per la prova che inizierà alle 15. Sono state sospese solo le lezioni per evitare il propagarsi di epidemie, ma non viene ritenuto opportuno rimandare questo esame".

Oggi si è svolta la prima parte dell'esame "e sebbene ci siamo tutti preparati ad affrontarlo, abbiamo verificato che si creano situazioni di affollamento pazzesche, con centinaia di persone in pochi metri quadrati, e nelle aule a disposizione (ben 16) non è possibile garantire distanze di 1-2 metri".

"Come minimo - scrive qualcuno - andrebbe fatto un appello straordinario per chi non se la sente di viaggiare sui mezzi pubblici, frequentare luoghi così affollati anche per la salvaguardia e la salute dei propri familiari e anche per i fuorisede che avendo recepito il Decreto governativo si son già messi in moto per ritornare nelle loro dimore di residenza e dovrebbero quindi riprendere i mezzi e ritornare domani. È una situazione o no di allarme questo coronavirus?".

Ma sempre domani arriverà in Aula al Consiglio regionale il provvedimento della Giunta che stanzia 3,2 milioni di euro per la Protezione civile, impegnata in questi giorni sull'emergenza.

E c'è invece chi, come a Laconi, sceglie di affidarsi alla provvidenza. In paese è stata infatti organizzata una processione per allontanare il rischio del coronavirus.

A Cagliari il sindaco Paolo Truzzu ha diffuso un appello ai suoi concittadini: "Invito le persone a recarsi personalmente agli sportelli comunali solo per pratiche che richiedono in modo inderogabile la presenza fisica dell'utente. Negli altri casi suggerisco di rivolgersi agli uffici tramite i numeri di telefono (nei giorni e negli orari stabiliti) o tramite mail".

Anche lo sport subisce le conseguenze del coronavirus: la sfida di Coppa Davis di tennis tra Italia e Corea del Sud si giocherà a porte chiuse venerdì e sabato a Cagliari.

La Federtennis ha infatti recepito le direttive del Governo per l'emergenza Coronavirus.

In sofferenza c'è inoltre l'economia. Secondo le stime di Confartigianato, sono oltre 6.500 le piccole e medie imprese sarde a rischio a causa dell'allarme nazionale. Si temono pesanti riduzioni del giro d'affari o, nei casi più estremi, chiusure.

(Unioneonline/s.s.)

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