C'è chi dice si sia trasferita in Bretagna dove, a tempo pieno, si dedica al volontariato. C'è chi, invece, sostiene di averla vista al timone di una nuova trasmissione in una tv francese. Qualche tempo fa - sul web - si era ipotizzato che fosse morta a causa di un tumore che l'aveva colpita: una bufala, anche questa, ma meno simpatica delle prime due.

Per anni Donatella Raffai, conduttrice televisiva che ha fatto la storia della trasmissione "Chi l'ha visto?" - in onda su Rai Tre dal 1989 - ha vissuto la stessa sorte di alcune delle protagoniste della trasmissione che conduceva: scomparse nel nulla per volontà, strappate all'anonimato dalle ricerche di familiari, amici, conoscenti che non hanno mai smesso di cercarle.

La Raffai è voluta sparire dalla televisione che "tanto l'ha delusa", ha raccontato, e il suo unico obiettivo è stato quello di eclissarsi e di non tornarci mai più. Traguardo raggiunto. "È fermamente decisa a non rilasciare più interviste, per nessun motivo e in nessuna forma - ha dichiarato il compagno di lei, Silvio Maestranzi, ex regista Rai, a Io Donna appena due anni fa - Tiene troppo alla sua privacy e desidera evitare qualunque genere di pubblicità".

Così, lasciata la Rai e chiusa la breve brevissima esperienza catastrofica in Mediaset, è il 1999, sparisce per sempre.

La conduttrice durante "Telefono giallo" (Screenshot trasmissione)
La conduttrice durante "Telefono giallo" (Screenshot trasmissione)
La conduttrice durante "Telefono giallo" (Screenshot trasmissione)

Oggi ha 74 anni e risiede a pochi chilometri da Nizza, non troppo lontana dall'Italia dove sono rimasti i suoi due figli. In Costa Azzurra vive una vita serena, fra hobby e volontariato. Che sia stato sempre questo il suo desiderio? Si stenta a crederlo visto che, non ancora 17enne, desidera così tanto raggiungere la notorietà che debutta come attrice nel film "I dolci inganni" di Alberto Lattuada.

E, forse, a spingerla nel mondo dello spettacolo è anche la voglia di fuggire da una "famiglia rigidissima", come lei stessa ha raccontato durante un'intervista. La madre Maria è una nobildonna campana, il padre, Antonio Raffai, un ammiraglio, un uomo abituato a vivere nelle caserme. Una fuga che la fa approdare a un matrimonio, appena 20enne: "Mio marito era poco più grande di me. Ci siamo messi a 'recitare alla famiglia' andando, entrambi e contemporaneamente, all'università. Le preoccupazioni poi hanno sopraffatto la buona volontà".

Cinque anni dopo, il divorzio. I figli da crescere sono due. Ma questa donna dal piglio deciso non si arrende e trova un lavoro alla casa discografica RCA: qui si occupa delle pubbliche relazioni e contribuisce al lancio di grandi artisti come Mia Martini, Nada e Claudio Baglioni. Per quest'ultimo rispolvera i panni dell'attrice e appare nel videoclip del cantautore di "Una favola blu". È il 1970.

Si innamora di nuovo, sul finire degli anni Settanta, di una persona tanto diversa da lei, almeno nelle abitudini: Fabrizio Bogiankino, re dei nightclub romani, e lo sposa. "La sera, alle nove, si metteva il cravattino e se ne andava al locale", conferma lei a riprova di una vita agli opposti. E il matrimonio anche questa volta naufraga.

La Raffai alla conduzione di Chi l'ha visto? (Screenshot trasmissione)
La Raffai alla conduzione di Chi l'ha visto? (Screenshot trasmissione)
La Raffai alla conduzione di Chi l'ha visto? (Screenshot trasmissione)

Così c'è spazio solo per la carriera e per la Rai. Inizia con la radio, continua con alcune regie televisive, poi è la volta del piccolo schermo con Corrado Augias, di "Telefono giallo", storica trasmissione che ricostruiva i processi di cronaca nera dell'Italia del dopoguerra. E "Posto pubblico nel verde", antesignano di "Chi l'ha visto?": si tratta del primo esperimento televisivo italiano di ricerca di una persona scomparsa. I telespettatori inviano lettere alla redazione, il pubblico a casa risponde con così tanto entusiasmo da convincere l'allora capostruttura di Rai Tre (Lio Beghin) a creare un nuovo format televisivo.

Il 30 aprile 1989 debutta "Chi l'ha visto?". Accanto alla Raffai c'è Paolo Guzzanti, padre di Corrado e Sabina. È un successo ma la strada risulta in salita fin da subito: nonostante sia la Raffai a tenere incollato il pubblico davanti allo schermo, all'età di 45 anni si guadagna una definizione ingiusta, attribuita da Antonio Ricci: "Gronda umanità da tutti gli artigli". Così la conduttrice - ferita dalle critiche che neppure il calore del pubblico riescono a lenire - decide di abbandonare il programma e si dedica, con scarso successo, a "Parte civile", trasmissione che vuole raddrizzare torti e salvare innocenti.

Intanto, però, gli ascolti di "Chi l'ha visto?" calano, e la Raffai viene convinta dall'allora direttore di Rai Tre a tornare. Ma soffre: "Io, come Michele Santoro, patisco per l'incasellamento imposto dall'azienda - lamenta - Uno cerca di fare cose nuove, tenta la via della sperimentazione, ma trova sempre ostacoli". Non ultimo Letizia Moratti, diventata presidente Rai nel 1994.

La conduttrice di Fabriano rimette la sua precisione (che alcuni etichettano come severità), la sua umanità, la sua sicurezza e la sua diligenza per risollevare le sorti della trasmissione di Rai Tre e con lei "Chi l'ha visto?" ritorna agli antichi fasti. Poi abbandona il programma - questa volta definitivamente - per un format dedicato alle interrogazioni parlamentari che sarebbe dovuto partire di li a poco, ma viene messa in panchina dalla Moratti. Non è il momento migliore per un programma politico. Slitta che ti slitta, viene sospeso ancora prima di andare in onda.

La Raffai durante una puntata di Chi l'ha visto? (Screenshot trasmissione)
La Raffai durante una puntata di Chi l'ha visto? (Screenshot trasmissione)
La Raffai durante una puntata di Chi l'ha visto? (Screenshot trasmissione)

Tenta altri due programmi, trasloca su Rai Uno, viene spostata nella fascia notturna. Non c'è più spazio per lei. "Ho pagato il mio essere di Sinistra - dirà a qualche giornalista - Ho dato tanto a questa azienda, la consideravo casa mia. Ritengo sia stata una mancanza di stile mettere in panchina una 50enne come me".

Fa le valigie, no, non per Nizza, ma per andare a lavorare in Mediaset: è il 1999. Qui conduce "Giallo 4", una specie di remake del cult "Telefono giallo", ma è un flop.

Umiliata e tradita da una tv che le ha voltato le spalle, decide di scomparire.

Tra le tante voci che circolano sul web si racconta che - sul momento - abbia addirittura cambiato numero di telefono per non essere rintracciata nemmeno dai parenti. Va via dall'Italia.

Nel 1990 - durante un'intervista che si rivelerà premonitrice - rivendica "la libertà che una persona ha di allontanarsi, di cambiare le proprie abitudini di vita".

Lei lo fa nel 2005, dopo la morte della madre e dell'unico fratello. Si trasferisce in Costa Azzurra. E nonostante la curiosità della stampa, che per anni l'ha inseguita, su di lei il silenzio. Diventato impenetrabile.

Simona Arthemalle

(Unioneonline)

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