È stato l’esponente più noto dei Verdi italiani, il primo ad arrivare, e per due volte, alla carica di ministro. Ha innovato e fatto discutere. Poi, una decina d'anni fa, l’addio alle scene, almeno a quelle politiche.

Stiamo parlando di Alfonso Pecoraro Scanio, ex numero uno del partito ecologista italiano.

Che fine ha fatto? E che fine ha fatto il Sole che ride?

Val la pena di chiederselo, alla luce degli exploit dei Verdi tedeschi, che alle consultazioni regionali in Baviera e a quelle successive in Assia hanno fatto incetta di voti, erodendo consensi sia ai cristiano-democratici di Angela Merkel sia ai socialdemocratici e impedendo, di fatto, l'affermazione (che pur c’è stata) dell'estrema destra Afd.

Per molti osservatori, guardare ai Grünen teutonici e rispolverare gli ideali dell’ecologismo politico, che in Italia hanno avuto il proprio boom negli anni Ottanta e Novanta, potrebbe essere la strategia vincente per arginare la probabile avanzata dei populismi alle prossime elezioni europee.

Dunque, di nuovo: che fine ha fatto Pecoraro Scanio? E dove sono finiti i Verdi italiani?

In gommone durante una protesta dei Verdi negli anni Novanta (Ansa)
In gommone durante una protesta dei Verdi negli anni Novanta (Ansa)
In gommone durante una protesta dei Verdi negli anni Novanta (Ansa)

L’ultima traccia politica dell’avvocato salernitano, che oggi ha 59 anni, risale al gennaio 2008.

Le strade di Napoli e provincia sono inondate di monnezza. Cumuli di rifiuti in ogni angolo, cataste maleodoranti, spesso date alle fiamme, che finiscono sulle prime pagine di tutti i giornali internazionali.

Pecoraro Scanio è ministro dell’Ambiente del Governo Prodi II e finisce nel mirino di una mozione di sfiducia presentata dalla Casa delle Libertà (ricordate? la grande ammucchiata di centrodestra con Forza Italia, An, Lega Nord, Udc, Nuovo Psi, Repubblicani, nuova Democrazia cristiana?) che accusa il suo dicastero di essere il principale responsabile della situazione.

Una mozione cui si accoda anche parte dell'Unione (l’altra accozzaglia, quella di centrosinistra, allora al governo) e in particolare l'Udeur di Clemente Mastella.

Il leader ecologista, dal canto proprio, tuona: "Mi devono difendere tutti o sarà crisi".

Con Clemente Mastella (Ansa)
Con Clemente Mastella (Ansa)
Con Clemente Mastella (Ansa)

Minaccia vana. La crisi arriva comunque, con l'esecutivo del Professore, debole di una risicatissima maggioranza al Senato, che cade proprio a causa della dissidenza mastelliana, in rotta con la coalizione di governo su altre mille questioni.

Insomma, si torna a votare. Coalizione e ammucchiate cambiano forma e nome e la Federazione dei Verdi finisce per far comunella con la Sinistra arcobaleno, accanto a Rifondazione comunista e Comunisti italiani.

L'ex ministro viene ricandidato, anche se non in Campania, ma nella più "tranquilla", politicamente e mediaticamente parlando, Puglia. Ma il tentativo di tornare in Parlamento si scontra con il flop dell'alleanza multicolore, che non supera lo sbarramento.

È la fine, momentanea chissà, della carriera politica mainstream di Pecoraro Scanio.

Un cursus honorum iniziato in gioventù, con la militanza nel Partito radicale di Marco Pannella, prima della "folgorazione" ecologista, che lo porta, nel 1985, ad essere eletto consigliere comunale nella sua Salerno, tra le liste dei Verdi.

Il giuramento da ministro del Governo Amato (Ansa)
Il giuramento da ministro del Governo Amato (Ansa)
Il giuramento da ministro del Governo Amato (Ansa)

Sono gli anni dell'esplosione della sensibilità ambientale italiana, complice il disastro della centrale nucleare di Cernobyl, che accende improvvisamente i riflettori sulla tematiche green.

Poi arriva Tangentopoli, che spazza via i vecchi partiti lasciando in ombra succose sacche di elettorato. Ad illuminarle, tra gli altri, arriva proprio il Sole che ride, che nei primi anni Novanta arriva a incassare il 4 per cento dei voti.

Pecoraro Scanio approda così alla Camera e in meno di 10 anni riesce a mettersi in mostra dimostrando grande attivismo: dagli Ogm alla pesca, dalla tutela del patrimonio naturale e degli animali è tutto un fioccare di interrogazioni, mozioni, proposte di legge.

Cui segue, fuori dall’aula, la frequente presenza in televisione. Come opinionista e non solo.

Tanto per non farsi mancare niente Pecoraro canta al teatro Ariston durante il Festival di Sanremo. E, sul piccolo schermo, danza pure, ospite di una puntata della popolare trasmissione "Furore".

Del resto, è l'epoca del berlusconismo e tutto fa brodo per avere visibilità.

Della serie: la tutela della natura val bene un balletto (specie se davanti a milioni di spettatori).

Con Rutelli e Fassino ai tempi dell'Ulivo (Ansa)
Con Rutelli e Fassino ai tempi dell'Ulivo (Ansa)
Con Rutelli e Fassino ai tempi dell'Ulivo (Ansa)

Di riff e di raff, l'ex radicale rinverdito diventa così uno dei principali volti dell'ambientalismo nostrano e quando nel 2000 Giuliano Amato diventa presidente del Consiglio per la seconda volta lo chiama ad accomodarsi sulla poltrona di ministro delle Politiche agricole e forestali.

Nello stesso anno Pecoraro Scanio fa ciò che nessun ministro e solo rari politici hanno fatto: coming out.

"Sono bisessuale, ma cattolico. E se mi dovessi sposare lo farei con una donna", rivela nel corso di un’intervista a Panorama.

Salvo precisare poi che, gay o etero, in ogni caso per l'amore "non ho proprio tempo, visto che passo le mie giornate dentro al ministero, a occuparmi delle quote latte o dei cibi transgenici".

Con Amato, per la verità, se ne occuperà solo per un annetto, visto che nel 2001 vengono sciolte le Camere e si torna a votare.

Con Romano Prodi (Ansa)
Con Romano Prodi (Ansa)
Con Romano Prodi (Ansa)

A vincere è il centrodestra e l'ex ministro, che nel frattempo è diventato presidente della Federazione dei Verdi, torna a fare opposizione in Parlamento.

E, quando nel 2005 ricomincia la campagna elettorale, partecipa alle primarie che il centrosinistra organizza per scegliere il suo premier, arrivando quinto (e ultimo) dopo Prodi, Bertinotti, Mastella e Di Pietro.

Per lui solo il 2,2 per cento delle preferenze. Ma un posto al ministero dell’Ambiente prenotato.

Difatti L’Unione vince, Prodi torna premier e Pecoraro Scanio riprende possesso degli uffici in via Cristoforo Colombo.

Due anni di mandato. Il tempo di scornarsi con il collega Antonio Di Pietro, titolare delle Infrastrutture, di essere subissato di critiche per un sorriso di troppo immortalato dai fotografi durante i funerali solenni dei carabinieri caduti a Nassiriya e di finire, come detto, nella bufera per l’emergenza rifiuti campani.

Poi la mancata elezione.

Alla Camera con Fausto Bertinotti (Ansa)
Alla Camera con Fausto Bertinotti (Ansa)
Alla Camera con Fausto Bertinotti (Ansa)

Ricapitolando: radicale, ecologista, cattolico di sinistra, consigliere comunale, deputato, ministro.

Quindi, negli ultimi 10 anni, professore universitario di Diritto a Milano. E patron della Fondazione Univerde, che si dedica - nome omen - alle tematiche ambientali.

E oggi? E domani?

La novità è che le verdi foglie del passato si starebbero ingiallendo.

Già, perché i bookmakers della politica quotano un suo ritorno in campo, questa volta con il Movimento 5 Stelle in vista delle Europee 2019.

Del resto, fu uno dei pochi, tra i big del governo Prodi II, a sfuggire alle indimenticate raffiche di "Vaffanculo" di Beppe Grillo, che, tra l'altro, lo difese a spada tratta mentre Napoli era costellata di una miriade di discariche, affibbiandogli il titolo di "Pecoraro espiatorio".

Un faccia a faccia con Berlusconi (Ansa)
Un faccia a faccia con Berlusconi (Ansa)
Un faccia a faccia con Berlusconi (Ansa)

L'avvicinamento c’è già stato: "Al Senato ho votato per il Movimento", ha ammesso lo scorso giugno l’ex ministro, a proposito delle elezioni politiche del 4 marzo.

Alla Camera, invece, è rimasto fedele alle simpatie per l’estrema sinistra, sua ex compagna di viaggio, mettendo la X su Liberi e uguali.

Per molti la sua candidatura tra le fila pentastellate per Bruxelles sarebbe scontata e lui stesso ha dichiarato di recente che "i 5 stelle sono i più ambientalisti d’Europa".

Nel 2004, durante una manifestazione contro i condoni (Ansa)
Nel 2004, durante una manifestazione contro i condoni (Ansa)
Nel 2004, durante una manifestazione contro i condoni (Ansa)

Poi, però, quando tutto sembrava ormai fatto, sono arrivate le smentite del diretto interessato e anche dei pentastellati.

Nozze rimandate? E peché?

Magari c'entrano il dietrofront grillino sul gasdotto Tap, il condono edilizio per le case abusive di Ischia e l’innalzamento delle quantità di idrocarburi che è possibile sversare nei campi inserite nel decreto Genova.

Provvedimenti che, per continuare a ridere, il Sole ambientalista deve proprio fare uno sforzo.

Provvedimenti che difficilmente il Pecoraro Scanio che tutti conosciamo potrebbe mandare giù. O forse no.

Dopotutto, se sei stato costretto a governare con Mastella oramai puoi digerire pure i sassi.

Luigi Barnaba Frigoli

(Unioneonline)

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