Il 2022 volge al termine. Un anno di successi e fatti epocali, ma anche conflitti e tragedie.

Un anno da ripercorrere, anche per immagini, attraverso le notizie di UnioneSarda.it.

Terza tappa: i principali fatti di Politica.

LA MORTE DI DAVID SASSOLI

David Sassoli (Ansa)
David Sassoli (Ansa)
David Sassoli (Ansa)

Il 2022 inizia con una tragedia, un fulmine a ciel sereno. La morte, nella notte tra il 10 e l’11 gennaio, del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, di 65 anni.

Era ricoverato da giorni nel centro oncologico di Aviano (Pordenone) per il sopraggiungere di una grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario.

Già a settembre il politico del Pd era stato ricoverato a Strasburgo per una «brutta polmonite da legionella». A dicembre le sue condizioni erano nuovamente peggiorate rendendo necessario il ricovero.

Il suo staff lo ha salutato così: «Si può vivere e morire in tanti modi. David Sassoli ha combattuto e lavorato fino all'ultimo possibile istante, informandosi, partecipando attivamente alla causa del bene comune con curiosità e passione indomabili nonostante lo stato di salute sempre più precario, dopo la temporanea ripresa di qualche tempo fa».

Grande il cordoglio della politica italiana e delle istituzioni europee.

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QUIRINALE, SERGIO MATTARELLA RIELETTO PER UN SECONDO MANDATO

Mattarella alla Camera dopo la rielezione (Ansa)
Mattarella alla Camera dopo la rielezione (Ansa)
Mattarella alla Camera dopo la rielezione (Ansa)

Mattarella bis al Colle. Si ripete quanto avvenuto con Giorgio Napolitano: quello che doveva essere un unicum diventa una consuetudine. I partiti, dopo aver bruciato una marea di nomi per la corsa al Quirinale, vanno in ginocchio dal Capo dello Stato uscente (che pure aveva «altri piani» e aveva già avviato il trasloco) e gli chiedono di accettare il secondo mandato.

All’ottava votazione, bruciati i nomi di Mario Draghi, Elisabetta Casellati, Letizia Moratti, Marcello Pera, Silvio Berlusconi, Sabino Cassese, Elisabetta Belloni, il Parlamento in seduta comune acclama Sergio Mattarella riservandogli 759 voti. L’unico partito che si smarca è Fratelli d’Italia, che vota compatto Carlo Nordio, poi nominato ministro della Giustizia nel governo Meloni.

«Questi giorni difficili, nel corso di una grave emergenza sanitaria, economica e sociale, richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste considerazioni devono prevalere su altre considerazioni e prospettive personali differenti, con l'impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini», afferma il Capo dello Stato. Tra le condizioni poste ai partiti per accettare il bis, quella di lasciare Draghi a Palazzo Chigi fino a fine legislatura. Ma questa è un’altra storia.

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE, AL VOTO ANCHE 65 COMUNI SARDI

Gigi Concu e Massimiliano Sanna, eletti a Selargius e Oristano (L'Unione Sarda)
Gigi Concu e Massimiliano Sanna, eletti a Selargius e Oristano (L'Unione Sarda)
Gigi Concu e Massimiliano Sanna, eletti a Selargius e Oristano (L'Unione Sarda)

Il 12 giugno si vota per le elezioni amministrative, chiamati alle urne anche i cittadini di 65 comuni sardi (QUI tutti i sindaci eletti nell’Isola).

In Sardegna i risultati sorridono al centrodestra, che vince nei due principali comuni – Selargius e Oristano – al primo turno, con Gigi Concu (riconfermato) e Massimiliano Sanna. Da segnalare anche il caso (unico in Italia) dei tre sindaci sardi al quarto mandato consecutivo: Ciccolini a Bitti, Gaviano a Serri e Melas a Siamanna, tutti rieletti in virtù di una legge regionale impugnata dal Governo ma ancora in vigore.

A livello nazionale buon risultato del centrosinistra, che strappa ai rivali diverse città e trionfa in particolare ai ballottaggi, con un successo simbolico molto importante. Quello dell’ex calciatore Damiano Tommasi che vince in una storica roccaforte della destra come Verona.

Molto basso il dato dell’affluenza, al 54,73% in Italia. Ancora peggio la Sardegna, che fa meglio solo della Calabria a livello regionale.

Sonoramente bocciato il referendum sulla giustizia lanciato dalla Lega e dai presidenti di Regione di centrodestra: solo il 20,9% va alle urne, quorum mancato e peggior risultato della storia referendaria italiana.

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LA SCISSIONE NEL MOVIMENTO 5 STELLE

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio (Ansa)
Giuseppe Conte e Luigi Di Maio (Ansa)
Giuseppe Conte e Luigi Di Maio (Ansa)

Finisce un'era per il Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio, che ha portato M5s a diventare il primo partito nelle elezioni politiche del 2018, lascia il partito.

Lo scontro tra il ministro degli Esteri e il leader Giuseppe Conte andava avanti da mesi. Una rottura che si è palesata nelle trattative per la scelta del nuovo presidente della Repubblica e si è acuita successivamente, quando Conte ha iniziato a diventare sempre più critico nei confronti del governo Draghi e dubbioso sull'invio delle armi in Ucraina.

Così Di Maio il 21 giugno annuncia la scissione e fonda “Impegno Civico”, portando con sé una settantina di parlamentari.

«Una scelta sofferta che mai avrei immaginato di dover fare, ma dovevamo necessariamente scegliere da che parte stare della storia, con l’Ucraina aggredita la l’aggressore russo», dice, accusando Conte di «picconare la stabilità del governo solo per ragioni legate alla crisi di consenso».

Tanti i parlamentari che lo seguono, non gli elettori, come dimostreranno le successive elezioni politiche. Il suo nuovo partito, alleato con il Pd nella coalizione di centrosinistra, si ferma allo 0,6%, ben lontano dalla soglia di sbarramento. E Luigi Di Maio, rimasto fuori dal Parlamento, si dimette da segretario di Impegno Civico. Ma la Ue è già pronta ad affidargli l’incarico di inviato speciale Ue nel Golfo Persico.

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CADE IL GOVERNO DRAGHI, MATTARELLA SCIOGLIE LE CAMERE

Mario Draghi (Ansa)
Mario Draghi (Ansa)
Mario Draghi (Ansa)

Il 21 luglio cade il governo Draghi. Il presidente del Consiglio si dimette dopo le comunicazioni al Senato: la questione di fiducia viene approvata, ottiene la maggioranza relativa ma non quella assoluta. Non esprimono il voto i senatori M5s, escono dall’aula quelli di Lega e Forza Italia.

La crisi era stata aperta da Giuseppe Conte, in particolare sulla politica economica del governo. Il centrodestra ne ha approfittato, ha presentato una mozione in cui chiedeva a Draghi di formare un nuovo governo senza i 5 Stelle ma il premier, essendo il suo un esecutivo di unità nazionale nato su richiesta di Mattarella, non ha voluto continuare senza l’appoggio del primo partito in Parlamento. Così, preso atto del voto, è salito al Colle per dimettersi e Mattarella ha sciolto le Camere, indicendo nuove elezioni.

Draghi resta in carica per il disbrigo degli affari correnti fino al 22 ottobre. Nato il 21 febbraio 2021 per portare avanti la campagna vaccinale e il PNRR, il suo governo si trova ad affrontare la guerra in Ucraina con le drammatiche conseguenze anche sui prezzi delle bollette e dei beni di consumo.

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28 LUGLIO, GIORNO STORICO PER LA SARDEGNA: L’INSULARITÀ ENTRA IN COSTITUZIONE

Insularità in Costituzione, manifestazione davanti a Montecitorio (Ansa)
Insularità in Costituzione, manifestazione davanti a Montecitorio (Ansa)
Insularità in Costituzione, manifestazione davanti a Montecitorio (Ansa)

Il 28 luglio la Camera approva in seconda lettura il principio di insularità in Costituzione. È il via libera definitivo a un progetto per cui la Sardegna si batteva da anni.

All’articolo 119 della Carta si aggiunge un nuovo comma: «La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità».

Un ok unanime (412 voti a favore, nessun contrario, un astenuto) accolto con un lungo applauso dall’Aula. 

«Abbiamo cambiato il corso della storia: oggi il Parlamento ha espresso la volontà di riconoscere i diritti delle isole. Da questo momento in avanti la Sardegna e tutte le Isole d'Italia hanno gli stessi diritti, riconosciuti dallo Stato, e la possibilità di avviare quel cambiamento necessario per superare gli handicap che fino a oggi ne hanno frenato lo sviluppo», commenta a caldo il presidente della Commissione speciale per l'insularità e del Comitato promotore Michele Cossa. 

In molti negli interventi parlamentari hanno richiamato il tema dello svantaggio quotidiano affrontato da chi vive su un’Isola. Ancor di più chi vive in Sardegna, «isolata al centro del Mediterraneo».

Ora, per non lasciare che questo principio resti una scatola vuota, bisogna riempirlo di contenuti e colmare il gap in termini di infrastrutture, trasporti, svantaggi economici che costringono migliaia di sardi a lasciare la propria terra per mancanza di lavoro.

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ELEZIONI POLITICHE, IL TRIONFO DI GIORGIA MELONI

Giorgia Meloni (Ansa)
Giorgia Meloni (Ansa)
Giorgia Meloni (Ansa)

Le elezioni politiche del 25 settembre segnano il trionfo del centrodestra e soprattutto di Giorgia Meloni.

Fratelli d’Italia è il primo partito e va oltre le previsioni, ottenendo il 26%. Seguono il Pd con il 19% e il Movimento 5 Stelle con il 15,4%. Crolla all’8,7% la Lega, che grazie alla forza della coalizione e al meccanismo dei collegi uninominali riesce ad ottenere molti parlamentari. Forza Italia è all’8,11%, il Terzo Polo di Renzi e Calenda al 7,79%. Al 3,63% Verdi-Sinistra Italiana.

Tutti sotto la soglia di sbarramento gli altri partiti, compresi gli antisistema e i no vax.

Il centrosinistra diviso, inoltre, regala un’ampia maggioranza al centrodestra grazie al meccanismo dei collegi uninomianli previsto dal Rosatellum. Il Pd infatti riesce ad allearsi solo con Verdi-Sinistra Italia, + Europa e Impegno Civico. Corrono soli il Movimento 5 Stelle e il Terzo Polo formato da Italia Viva e Azione.

La coalizione guidata da Giorgia Meloni può contare su 237 seggi alla Camera (su 400 totali) e 115 al Senato (su 200 totali). Sono 16 i parlamentari eletti in Sardegna: 11 deputati e 5 senatori.

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FONTANA E LA RUSSA PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO

Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, i presidenti di Senato e Camera (Ansa)
Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, i presidenti di Senato e Camera (Ansa)
Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, i presidenti di Senato e Camera (Ansa)

Il nuovo Parlamento è subito chiamato, come da consuetudine, ad eleggere i presidenti dei due rami.

Il 13 ottobre tocca al Senato, che porta sullo scranno più alto Ignazio La Russa. L’ex ministro della Difesa viene eletto grazie ad alcuni franchi tiratori del centrosinistra. Quel giorno infatti si registra una rottura tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, con Forza Italia che non vota il presidente del Senato e alza la posta in vista della spartizione dei posti di governo. La frattura si ricomporrà.

Il 14 ottobre Montecitorio elegge come presidente il leghista Lorenzo Fontana con 222 voti

Entrambe le scelte del centrodestra vengono molto criticate dalle opposizioni. I due presidenti delle Camere, infatti, sono figure molto identitarie e non – come da consuetudine – più istituzionali e super partes. 

IN MENO DI UN MESE NASCE IL GOVERNO MELONI

Il passaggio di consegne Draghi-Meloni (Ansa)
Il passaggio di consegne Draghi-Meloni (Ansa)
Il passaggio di consegne Draghi-Meloni (Ansa)

Il governo nasce a meno di un mese dalle elezioni. Il 21 ottobre Sergio Mattarella dà l’incarico a Giorgia Meloni, che subito dopo l'incontro, nella sala stampa del Quirinale, legge la lista dei ministri (eccola).

I vicepremier sono Salvini, che va alle Infrastrutture, e Tajani, che va agli Esteri. C’è la sarda Calderone al Lavoro, chiamata a gestire il delicato dossier del reddito di cittadinanza.

All’Interno va Matteo Piantedosi, alla Giustizia Carlo Nordio, alla Difesa Guido Crosetto, all’Economia Giancarlo Giorgetti.

La presidente del Consiglio e i ministri giurano l’indomani, il 25 ottobre la fiducia alla Camera con 235 sì, il 26 al Senato con 115 sì.

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LA MORTE DI ROBERTO MARONI

Roberto Maroni (Ansa)
Roberto Maroni (Ansa)
Roberto Maroni (Ansa)

Il 22 novembre un altro lutto scuote il mondo della politica. La morte di Roberto Maroni, storico dirigente della Lega, deceduto a 67 anni per via di una grave malattia con cui lottava da tempo.

Segretario federale della Lega Nord dal primo luglio 2012 al 15 dicembre 2013, è stato più volte ministro dei governi Berlusconi.

Al Viminale nel primo e nel quarto governo del Cav (primo esterno alla Democrazia Cristiana a ricoprire questo ruolo), al Lavoro e alle Politiche sociali negli esecutivi Berlusconi II e III. 

Dal 2013 al 2018 è stato presidente della Regione Lombardia.

«Questa notte il nostro caro Bobo ci ha lasciati. A chi gli chiedeva come stava, anche negli ultimi istanti, ha sempre risposto ‘Bene’. Eri così Bobo, un inguaribili ottimista. Sei stato un grande marito, padre e amico», l'annuncio della famiglia sui social.

Leghista della prima ora, Maroni non aveva mai visto di buon occhio la svolta nazionalista e sovranista della Lega sotto la guida di Matteo Salvini.

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RIMPASTO IN REGIONE, SOLINAS PRESENTA LA NUOVA GIUNTA

La Giunta bis di Solinas (foto Regione Sardegna)
La Giunta bis di Solinas (foto Regione Sardegna)
La Giunta bis di Solinas (foto Regione Sardegna)

Dopo mesi e mesi di trattative, arriva finalmente il rimpasto più volte annunciato da Christian Solinas.

Il governatore sardo vara nella notte tra il 28 e il 29 novembre la nuova Giunta (QUI i nomi).

La Lega perde Mario Nieddu alla Sanità, ma manda Pierluigi Saiu ai Lavori Pubblici e Valeria Satta all’Agricoltura. Giuseppe Fasolino (che diventa anche vicepresidente) e Ada Lai di Forza Italia vanno rispettivamente al Bilancio e al Lavoro.

Aldo Salaris dei Riformatori va all’Urbanistica ed Enti Locali, mentre l’Udc riconferma all’Istruzione Andrea Biancareddu. Fdi manda Marco Porcu all’Ambiente, Anita Pili di Sardegna 2020 va all’Industria.

Quanto al Psd’Az, Gianni Chessa viene confermato al Turismo, Antonio Moro va ai Trasporti a gestire il delicato dossier della continuità. Andrea Farris va agli Affari Generali, l’avvocato Quirico Sanna è capo di gabinetto del presidente.

Alla Sanità, come tecnico, va Carlo Doria al posto di Nieddu.

«Una composizione che tiene conto di un equilibrio tra competenze, professionalità e rappresentanza», afferma Solinas, «ora contiamo di rilanciare l'azione di governo nella fase post pandemica, nella Giunta ci sono le risorse e le capacità per tracciare un percorso che veda la conclusione puntando su sanità, urbanistica, energia e trasporti».

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LA FOTOGALLERY

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Le tappe:

18 dicembre – Le sorelle morte a Riccione, la svolta su Saman, i disastri ambientali e i femminicidi: la cronaca italiana del 2022

20 dicembre – La guerra in Ucraina, la morte di Elisabetta, le proteste per Mahsa, il Qatargate: i fatti nel mondo del 2022

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