Il governo Meloni incassa la fiducia anche al Senato. Dopo i 235 sì a Montecitorio, il nuovo esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia ottiene 115 voti favorevoli a Palazzo Madama: 79 quelli contrari, 5 gli astenuti. I presenti erano 200, di cui 199 votanti.

IL DISCORSO DI MELONI

La presidente del Consiglio ascolta uno ad uno gli interventi in Aula che, scandisce all’inizio della sua replica, “ci aiutano a fare una grande operazione di verità sulle condizioni dell’Italia che ereditiamo anche da chi ci accusa”.

Giorgia Meloni risponde a tante osservazioni che le sono state mosse nel corso del dibattito, difendendo il suo programma di governo, in particolare la parte economica, a partire dall’innalzamento del tetto ai contanti, oggi molto criticato sia dal Pd che dal M5s (“Più cash vuol dire più nero”, ha detto il Pd, “un favore agli spalloni che portano le valigette piene di soldi nelle banche d'oltralpe”, ha rincarato Giuseppe Conte).

“Lo dirò con chiarezza, non c'è correlazione fra l'intensità del limite al contante e la diffusione dell'economia sommersa. Ci sono Paesi in cui il limite non c'è e l'evasione è bassissima, sono parole di Piercarlo Padoan, ministro dei governi Renzi e Gentiloni, governi del Pd”, la replica della leader FdI.

Sul tema energetico “servono misure che nel medio termine liberino l’Italia da una dipendenza energetica inaccettabile”, incalza Meloni, con particolare riferimento all’estrazione di gas naturale. “Penso che le risorse nazionali vadano utilizzate come chiede l’Europa, anche perché poi estraggono altre nazioni e non è che il gas estero inquina di meno”. Poi annuncia che il suo governo “combatterà la speculazione” sul prezzo del gas.

Ancora sulle ricette economiche, boccia il salario minimo e annuncia il taglio del cuneo fiscale: “Se non partiamo da qui i salari saranno bassi comunque. Mi impegno ad arrivare progressivamente a un taglio del cuneo fiscale di cinque punti, due terzi ai lavoratori e un terzo alle imprese. Naturalmente ha un costo rilevante ed è un impegno a medio termine”.

LA COMMISSIONE D’INCHIESTA SUL COVID

Nel dibattito in aula trova molte aperture la proposta di far nascere una commissione d’inchiesta sul Covid, che riceve l'ok di Calenda e Renzi e che viene rilanciata anche dal Pd con Boccia, secondo cui un’inchiesta potrebbe servire “a capire una volta per tutte le responsabilità delle Regioni, in primis quelle del Nord”.

RENZI APRE AL PRESIDENZIALISMO

Matteo Renzi annuncia un’opposizione “a viso aperto”, ma nel suo discorso strappa diversi applausi ai senatori del centrodestra. Dice che è “masochista” attaccare Meloni sul tema del femminismo e apre al confronto sulle riforme istituzionali, pur precisando che preferisce l'elezione diretta del presidente del Consiglio al presidenzialismo: “Se la maggioranza vorrà sfidarci sull'elezione diretta del presidente del consiglio, quello che noi abbiamo chiamato il sindaco di Italia, noi ci saremo. Il punto fondamentale è che se c'è un'apertura sulle riforme costituzionali un no a prescindere è sbagliato”.

BERLUSCONI

Molto atteso anche il discorso di Berlusconi, “felice di riprendere la parola in Senato dopo nove anni”. Il leader FI annuncia il sostegno leale del partito: “Noi oggi voteremo convintamente la fiducia e da domani lavoreremo con lealtà, con passione e con spirito costruttivo, per realizzare il nostro programma”. Ma ricorda a Meloni che oggi è la prima premier donna “grazie a una coalizione nata 28 anni fa”.

Il Cav rivendica la sua posizione atlantista in politica estera, garantisce il suo sostegno a Kiev e all’Occidente e fissa alcune priorità: dalle bollette alla riforma della giustizia, “irrinunciabile”, sino al sostegno “alla natalità e alla vita”.

Al termine dell'intervento di Berlusconi, Giorgia Meloni va a ringraziarlo.

ILARIA CUCCHI E SCARPINATO

Degni di nota anche gli interventi di Ilaria Cucchi, che si concentra sulla situazione delle carceri e parla degli scontri di ieri all’Università La Sapienza tra studenti e Polizia, e di Roberto Scarpinato (M5s), ex pm del processo Andreotti. L’ex magistrato ricorda che il fascismo, da ideologia del '900 si è trasformato in Italia in quel neofascismo che è stato alla base della strategia della tensione. Quindi, a proposito della guerra alla mafia annunciata da Meloni, ricorda che la criminalità organizzata va combattuta tutta, anche quella dei colletti bianchi che invece sembra ancora ben salda nelle istituzioni. Meloni, rispondendo a Scarpinato, parla di “teorema della magistratura”.

(Unioneonline/L)

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