Potrebbero presto riaprirsi le porte della politica per Luigi Di Maio. L’ex ministro degli Esteri, che ha avviato la scissione del M5s ed è stato punito dai cittadini nelle ultime elezioni, è in lizza per un importante incarico nell’Unione europea.

L’ex leader pentastellato potrebbe diventare inviato speciale Ue per la Regione del Golfo Persico. Un impegno di prestigio e molto delicato, soprattutto in questo momento e in vista dei confronti chiave sul tema energetico e dell’approvvigionamento di gas. C’è una corsa a quattro con l’ex commissario europeo Dimitris Avramopoulos, il cipriota Markos Kiprianou e un ex esponente del governo slovacco.

Mario Draghi nelle ultime settimane del suo governo ha dato il benestare all’ipotesi Di Maio. Spetta comunque all’Alto Rappresentante per la Politica estera Josep Borrell formulare la proposta, lo stesso Borrell che nove anni fa annunciò la decisione di incaricare “un inviato speciale dell’Ue per la regione del Golfo” e che in occasione dell’ultimo vertice a cui ha partecipato l’ex leader pentastellato ha lodato il suo lavoro.

Dato che la scelta spetta esclusivamente a Borrell, la questione non è arrivata ancora sul tavolo dell’attuale governo italiano. Ma lunedì, nel Consiglio dei ministri degli Esteri europei, Antonio Tajani sicuramente affronterà il tema. Di Maio da ministro ha visitato molto i Paesi del Golfo nel tentativo di recuperare i rapporti con Arabia Saudita ed Emirati Arabi dopo la decisione del governo Conte di interrompere la vendita di armi italiane.

Dopo la scissione e la rottura con Conte, Di Maio ha fondato Impegno Civico ma alle ultime elezioni politiche è stato letteralmente bastonato dagli elettori. Sconfitto nel collegio uninominale dal pentastellato Sergio Costa, è rimasto fuori dal Parlamento anche perché il suo partito si è fermato allo 0,6%, ben lontano dalla soglia di sbarramento.

Dopo le elezioni ha lasciato la guida di Impegno civico, ha cancellato alcuni profili social e salutato funzionari e dipendenti della Farnesina con un post su Instagram: “La politica estera oggi incide sempre di più sulla vita quotidiana dei cittadini e deve essere in grado di interpretare i cambiamenti”, scriveva tra le altre cose.

(Unioneonline/L)

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