La Camera ha approvato, in seconda e definitiva lettura, l’inserimento del principio di insularità in Costituzione, per il quale la Sardegna si batteva da anni al fine di aggiungere all’articolo 119 un nuovo comma: “la Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità”.

Lo svantaggio quotidiano affrontato da chi vive su un’isola è stato richiamato in aula nei diversi interventi, molti dei quali hanno sottolineato il fatto che la Sardegna sia un caso a parte, “isolata al centro del Mediterraneo”.

L’intento è quello, appunto, di “colmare la differenza tra i territori” per mettere tutte le regioni italiane sullo stesso piano, garantendo le stesse opportunità.

Per quanto riguarda le dichiarazioni di voto, Salvatore Deidda (Fratelli d’Italia) ha preso la parola ricordando l’importante ruolo svolto dal comitato promotore, “molti sono presenti in tribuna oggi”, e la figura di Roberto Frongia, “che sarebbe felice di essere con noi a festeggiare”. I trasporti, è stato un altro punto esaminato, “hanno costi esorbitanti per i residenti e per gli emigrati che vorrebbero rivedere i propri cari almeno una volta l’anno”.

Ugo Cappellacci (Forza Italia), che ha esordito con un “salude a tottus”, ha richiamato l’importanza del riconoscimento dell’insularità per il futuro della Sardegna, così come Romina Mura (Pd), che ha parlato di “uno dei parametri base” per definire i fabbisogni standard dei territori”.

Mario Perantoni (5 Stelle) ha ribadito i forti squilibri che riguardano la Sardegna dal punto di vista economico e infrastrutturale, con le conseguenze dell’insularità che si riflettono sull’occupazione e sulle scelte dei giovani che scelgono di abbandonare l’Isola. E ha chiarito che, ad esempio, la provincia più povera d’Italia è quella del Sulcis Iglesiente.

Guido De Martini (Lega) ha ripercorso le finalità di questa modifica costituzionale e il suo iter parlamentare. Il termine “insularità” non deve essere interpretato solo in senso negativo, ma in quanto contenitore di specificità anche di carattere storico, ha detto De Martini. “Non può che essere lo Stato a eliminare gli ostacoli” per mettere tutte le regioni sullo stesso piano. Il legame dei sardi per la Sardegna, ha sottolineato, “è inspiegabile per chi sardo non è”. “Hanno un valore che si chiama sarditudine, che è sopra ogni altro”, e ha concluso il suo discorso con “fortza paris”.

Giusi Bartolozzi (Misto) – Per la regione Sicilia, Bartolozzi ha richiamato quali sono i costi dell’insularità per la sua regione e per la Sardegna, e la risoluzione approvata a livello europeo.

Emanuela Corda (Misto) – “Mi spiace dire che i sardi non sono stati trattati bene in questi ultimi due anni: durante la pandemia tanti sardi sono stati segretati in Sardegna senza possibilità di muoversi. Bene il principio di insularità, ma quando ci si deve occupare dei cittadini ci si dimentica di essere italiani e sardi”.

La relatrice Roberta Alaimo (Insieme per il futuro) ha ringraziato tutti per il lavoro svolto: “Oggi votiamo un impegno per il futuro”.

Alla votazione sulla proposta di legge sono stati 412 i voti favorevoli, nessun contrario, un astenuto. Il risultato è stato accolto da un grande applauso. L’insularità è legge. 

LA FESTA – Per celebrare il “risultato storico”, il Comitato ha organizzato, venerdì mattina, alle 10.30, in piazza Costituzione, a Cagliari, un brindisi, aperto a tutti: “Un momento di condivisione dello straordinario risultato ottenuto oggi alla Camera con il via libera definitivo alla proposta di legge di iniziativa popolare - spiega in una nota lo stesso Comitato – Un percorso cominciato cinque anni fa dalle piazze con la massiccia raccolta di firme culminata in circa 200mila nomi a favore dell'insularità”.

(Unioneonline)

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