Il 2021 volge al termine. Un anno di successi e fatti epocali, ma anche conflitti e tragedie.

Un anno, il secondo, con il mondo intero impegnato nella battaglia contro il Covid-19.

Un anno da ripercorrere, anche per immagini, attraverso le notizie di UnioneSarda.it.

Seconda tappa: Uomini che uccidono le donne, un altro anno di femminicidi.

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Anche in questo 2021, ogni 72 ore, è morta una donna. Non per un incidente, non per una fatalità. Ad alzare il coltello, a premere il grilletto, a stringere le mani intorno al collo è stato un uomo della sua cerchia familiare. Un compagno, un ex, un marito, un parente oppure un vicino di casa.

Meno di un mese fa, il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si contavano 103 femminicidi in Italia. Un bilancio provvisorio, che continua a salire inesorabilmente: a dicembre sono state ammazzate altre tre donne, l’ultima delle quali, Mihaela Kleics, a Quartu.

Un bollettino di guerra quasi quotidiano e purtroppo in linea con gli anni precedenti: sono stati 116 i femminicidi nel 2020, 111 nel 2019, addirittura 141 nel 2018, uno degli anni più bui sul fronte della violenza contro le donne. 

Il fenomeno degli uomini che uccidono le donne è “una grave violazione dei diritti umani”, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Uno sfregio a tutta l’impalcatura della democrazia, al futuro verso cui stiamo traghettando le nuove generazioni, al progresso, all’umanità intera. Il femminicidio è il culmine di una cultura patriarcale che parte dai pregiudizi, dai fischi per strada, passa per gli insulti alle spalle e in rete, alle molestie, arriva allo stalking e allo stupro. 

Raccontare le storie di tutte le donne uccise nel 2021 è impossibile. Ne abbiamo scelte dieci, nella consapevolezza che nessuna di quelle 106 vite va mai dimenticata.

ROBERTA SIRAGUSA

Roberta Siragusa (Ansa)
Roberta Siragusa (Ansa)
Roberta Siragusa (Ansa)

Roberta Siragusa è una delle vittime più giovani del 2021. Il corpo semicarbonizzato e seminudo della 17enne viene ritrovato in un dirupo la mattina del 24 gennaio a Caccamo, in provincia di Palermo. In manette finisce il fidanzato, il 19enne Pietro Morreale: i due la sera prima avevano litigato e non era la prima volta. Come raccontano gli amici, il ragazzo provava una “gelosia morbosa” verso la 17enne e già una volta l’aveva picchiata. Quella sera, secondo gli inquirenti che lo hanno arrestato per omicidio volontario e occultamento di cadavere, Morreale l’ha colpita e le ha dato fuoco per poi buttare il corpo in una scarpata. Il giovane, che si dice tuttora innocente, continua a ripetere che Roberta – una ragazza piena di vita e speranze – si è data fuoco da sola dopo aver litigato con lui. Versione, per chi indaga, inattendibile.

ELENA RALUCA SERBAN

Elena Raluca Serban, nel riquadro Gabriel Falloni (Ansa)
Elena Raluca Serban, nel riquadro Gabriel Falloni (Ansa)
Elena Raluca Serban, nel riquadro Gabriel Falloni (Ansa)

Il 17 aprile ad Aosta Elena Raluca Serban viene sgozzata in un bagno dal 37enne di Sorso Gabriel Falloni. L’uomo era entrato in contatto con la 32enne di nazionalità romena, di professione escort, attraverso un sito di incontri. L’ha uccisa e poi derubata, a suo dire, per una battuta a sfondo sessuale. Falloni aveva già precedenti per reati sessuali: nel 2014 era stato condannato dal tribunale di Sassari a quattro anni di reclusione per aver tentato di violentare una 21enne attirandola con un’offerta di lavoro. Nel 2013 era finito in manette per una tentata violenza sessuale ai danni di una sassarese mentre contrattava la locazione di un alloggio. Nel 2012, due prostitute l’avevano denunciato dopo essere state picchiate e derubate. Su Falloni, ora sotto processo, l’aggravante dell’omicidio per futili motivi.

SAMAN ABBAS

Saman Abbas (Archivio L'Unione Sarda)
Saman Abbas (Archivio L'Unione Sarda)
Saman Abbas (Archivio L'Unione Sarda)

Di Saman Abbas non si è neanche mai trovato il corpo per dargli una degna sepoltura. E forse, ha detto la pm Lucia Musti, magistrato della procura generale di Bologna, “non lo troveremo mai, o magari tra anni e anni”. Per gli inquirenti, purtroppo, non ci sono dubbi: la 18enne di nazionalità pakistana, scomparsa dallo scorso 30 aprile, è stata uccisa a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dallo zio Danish Hasnain, 33 anni, con la complicità di due cugini della vittima, Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz. I genitori a quanto pare non solo sapevano tutto ma erano anche d'accordo: la ragazza si era macchiata della “colpa” di aver detto di no a un matrimonio combinato. Tutta la famiglia ha deciso che per quel no doveva morire.

ALESSANDRA PIGA

Alessandra Piga (Archivio L'Unione Sarda)
Alessandra Piga (Archivio L'Unione Sarda)
Alessandra Piga (Archivio L'Unione Sarda)

Alessandra Piga, 25enne di Maracalagonis, il 12 giugno viene uccisa a coltellate dall’ex marito a Castelnuovo di Magra, nello Spezzino. Quel giorno era andata da Yassine Erroum, 30enne di origine marocchina da cui aveva avuto un bimbo, per fargli vedere il figlio, discutere della loro separazione e chiedergli qualche centinaia di euro di mantenimento per “i pannolini e il latte”: aveva portato con sé il bambino di un anno e mezzo e un’amica. In casa è scoppiata una violenta lite e, nonostante i tentativi di Alessandra di difendersi, l’uomo le ha sferrato una coltellata mortale. L’amica è riuscita a chiudersi in bagno e a mettere in salvo il piccolo. I vigili del fuoco sono entrati in casa da una finestra.

SHARON MICHELETTI

Sharon Micheletti (dai social)
Sharon Micheletti (dai social)
Sharon Micheletti (dai social)

Il 13 giugno a Ventimiglia, in provincia di Imperia, la 30enne Sharon Micheletti è seduta in auto, attendendo un amico che era sceso per una commissione, quando il suo ex, Antonio Vicari, 65 anni, si avvicina alla macchina e apre il fuoco. Almeno tre proiettili, esplosi a distanza ravvicinata. L’uomo si è poi tolto la vita. Dopo la loro storia, finita ormai quattro anni fa, Micheletti si era sposata e aveva avuto un bimbo.  Ma Vicari la tormentava, tanto che lei lo aveva denunciato per due volte per minacce. Invano.

VANESSA ZAPPALÀ

Vanessa Zappalà (foto Facebook via Ansa)
Vanessa Zappalà (foto Facebook via Ansa)
Vanessa Zappalà (foto Facebook via Ansa)

Vanessa Zappalà, 26 anni, sta passeggiando con gli amici in una bella serata estiva, il 22 agosto, ad Aci Trezza, in provincia di Catania, quando viene raggiunta da diversi colpi di arma da fuoco. Uno la colpisce alla testa, uccidendola. Il killer è Antonio Sciuto, il suo ex 38enne, separato con due figli e dipendente di una rivendita d’auto. Lei lo aveva lasciato il 27 febbraio. “Se ti vedo con un altro ti sparo”, le aveva detto lui. “La aspettava per ore davanti a casa, la insultava”, ricordano i vicini. Poche ore dopo il femminicidio il 38enne, più volte denunciato per stalking, viene trovato impiccato in una casa di campagna a Trecastagni. Su una parete la scritta "Vi voglio bene”, rivolta ai genitori e ai figli bambini. Per Vanessa, neanche una parola.

CHIARA UGOLINI

Chiara Ugolini (foto Instagram via Ansa)
Chiara Ugolini (foto Instagram via Ansa)
Chiara Ugolini (foto Instagram via Ansa)

Il 5 settembre Chiara Ugolini, 27 anni, è nell’appartamento che condivide col fidanzato a Calmasino di Bardolino, nel Veronese, quando il vicino di casa, il 38enne Emanuele Impellizzeri, riesce a introdursi in casa e la aggredisce. Voleva violentarla, questa l’ipotesi degli inquirenti. Chiara si difende in tutti i modi, lui le infila in bocca uno straccio intriso di candeggina e la uccide. È il fidanzato a trovare il corpo, preoccupato perché la ragazza non rispondeva alle sue telefonate. Il 27 settembre Impellizzeri viene trovato morto in carcere. In cella, prima di uccidersi con un lenzuolo, ha scritto su un foglietto queste parole: "Non sopporto il peso del rimorso per il grave gesto che ho commesso, chiedo scusa ai familiari di Chiara". Il femminicidio sarà archiviato “per avvenuta morte del reo”.

ELENA CASANOVA

Elena Casanova (foto Facebook via Ansa)
Elena Casanova (foto Facebook via Ansa)
Elena Casanova (foto Facebook via Ansa)

Elena Casanova, 49 anni, il 20 ottobre è in auto davanti alla sua casa a Castegnato, in provincia di Brescia, quando l’ex Ezio Galesi, 59 anni, sfonda il finestrino con un martello, la trascina fuori dalla macchina e la colpisce con 16 martellate lasciandola cadavere a terra, in una pozza di sangue. Galesi, separato e padre di due figli già grandi, la stava aspettando, martello in mano, con in testa il solo e unico proposito di togliere la vita alla donna che l’aveva lasciato un anno prima. “Chiama i carabinieri, l'ho uccisa”, ha detto a un vicino allarmato per le urla. Mentre i residenti accorrevano Galesi si è spostato solo di pochi metri dal luogo in cui giaceva il corpo di Elena Casanova, aspettando in silenzio l’arrivo dei carabinieri e fumando una sigaretta. La vittima aveva una figlia di 17 anni.

ELISA MULAS

Elisa Mulas (Archivio L'Unione Sarda)
Elisa Mulas (Archivio L'Unione Sarda)
Elisa Mulas (Archivio L'Unione Sarda)

Il 17 novembre a Sassuolo, in provincia di Modena, la 43enne Elisa Mulas, originaria di Sassari, viene massacrata dal compagno 38enne Nabil Dahir insieme ai loro due bambini di 5 e 2 anni, Ismaele e Sami, e alla propria madre 63enne, Simonetta Fontana. Dopo la strage Dahir si toglie la vita: dieci coltellate in tutto, l’ultima contro se stesso. È la bambina di undici anni che Mulas aveva avuto da un’altra relazione a lanciare l’allarme quando, tornata da scuola, vede che nessuno le risponde al citofono. Nessuno può farlo, neanche l’unica persona risparmiata dalla furia di Dahir: il bisnonno di 97 anni, Renzo Fontana, affetto da demenza senile e allettato. La bambina chiede aiuto, i soccorritori si trovano davanti una scena che non dimenticheranno mai. Dahir, è emerso, da tempo minacciava con dei vocali su WhatsApp la compagna che voleva lasciarlo.

GIOVANNA CANTARERO

Jenny Cantarero (dai social)
Jenny Cantarero (dai social)
Jenny Cantarero (dai social)

Giovanna “Jenny” Cantarero, 27 anni e madre di una bimba di 4, la sera del 10 dicembre ha appena finito di lavorare in un panificio nella frazione Lineri del comune di Misterbianco, in provincia di Catania, e sta aspettando la mamma assieme a una collega di lavoro quando le si avvicina un uomo con il volto coperto da un casco integrale. L’uomo le spara, anche al volto, lasciandola morta a terra e scappando sotto la pioggia battente a bordo di uno scooter. Le indagini si concentrano su Sebastiano Spampinato, 30enne con cui la donna aveva avuto una relazione definita da chi li conosceva “burrascosa”. Le ricerche vanno avanti per giorni finché l’uomo, sposato e con due figli di dodici e sette anni, non viene trovato morto suicida in un casolare abbandonato.

LA GALLERY:

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Le tappe:

23 dicembre – Il 2021 nel mondo raccontato per immagini

24 dicembre – Uomini che uccidono le donne: un anno di delitti

25 dicembre – Il 2021 è l’anno dell’Italia: tutti i trionfi tricolori

27 dicembre – Il lungo addio: chi ci ha lasciato nel corso del 2021

29 dicembre – La pandemia un anno dopo, i mesi che non dimenticheremo

31 dicembre – Le cronache della Sardegna – Il film del 2021: un anno in tre minuti

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