Un pomeriggio di terrore quello di ieri a Sassuolo, nel Modenese, dove una donna di origine sarda, Elisa Mulas, è stata uccisa dal compagno insieme ai loro due bambini di 5 e 2 anni e alla propria madre. L’uomo poi si è tolto la vita.

I superstiti di questo massacro sono il bisnonno e la prima figlia che la 43enne aveva avuto da una precedente relazione, che era a scuola e per la quale ora la Procura ha disposto la messa in protezione.

E proprio dalla scuola è scattato l’allarme perché nessuno si era presentato all’uscita per riportare a casa l’11enne. Gli insegnanti hanno chiamato Enrico, fratello di Elisa, che ha raggiunto l’abitazione della madre dove la sorella si era trasferita insieme ai bambini, Ismaele e Sami. Una volta entrato, le immagini di cinque corpi straziati.

Sono piombate sul posto la polizia e le ambulanze, ma i sanitari non hanno potuto far altro che constatare i decessi.

In via Manin sono arrivate tante persone, amici e conoscenti delle vittime.

Da quanto ricostruito, il 38enne tunisino Nabil Dahir, che lavorava in un supermercato della zona, sarebbe prima andato in un bar per acquistare due ovetti di cioccolato, probabilmente una scusa per farsi aprire la porta e incontrare i bambini. Lui ed Elisa si erano lasciati un mese fa, per decisione della donna che era tornata a vivere con la madre, Simonetta Fontana, 64 anni.

Poi i colpi di coltello, i tentativi della 43enne di salvare i figlioletti, tutto si è rivelato inutile. Nabil ha ammazzato lei, i due bambini e la suocera, infine si è tolto la vita con la stessa arma.

Gli inquirenti stanno mettendo a fuoco tutti i dettagli, proseguono anche oggi gli accertamenti. 

Intanto il Comune di Sassuolo proclamerà una giornata di lutto cittadino nel giorno dei funerali. "Una tragedia immane - commenta il vicesindaco Camilla Nizzoli - che ha colpito l'intera città e non solo. Non appena gli organi inquirenti daranno il nulla osta e verrà fissata la data delle esequie proclameremo una giornata di lutto cittadino in segno di rispetto per le vittime e per manifestare una vicinanza concreta da parte dell'intera città di Sassuolo".

Nel passato di Elisa Mulas ci sono delle minacce ricevute da un altro uomo, il padre della prima figlia, e sembra che durante la gravidanza fosse stata maltrattata. Lui, 40enne marocchino, era stato condannato a otto mesi per stalking, poi prescritti. Ma la Corte di appello aveva confermato la perdita della potestà genitoriale.

"Ti pianto un coltello nella pancia” sarebbe stata una delle minacce.

(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata