Cronaca Italia

È il 31 dicembre del 1937 quando a Margam, nel Galles, nasce Anthony Hopkins. Il grande attore inglese (ora naturalizzato americano, ma geloso delle sue radici e del titolo di baronetto conferitogli nel 1993 dalla Regina Elisabetta) è figlio di panettieri, ha vissuto gli stenti della guerra e della crisi mineraria. Arruolato nell'esercito per due anni, una volta smessa l'uniforme, ha fatto la gavetta teatrale fino ad approdare alle audizioni della Royal Academy e poi al National Theatre dove nel 1965 è Laurence Olivier in persona ad approvarne l'ingaggio.  Il gran teatro londinese (con un repertorio vastissimo da Shakespeare a Osborne, in cui eccelle grazie alla sua formidabile memoria, anche oggi quotidianamente allenata) diventa una seconda casa, ma fin dal '67 debutta anche sullo schermo grazie al maestro del "Free Cinema" Lindsay Anderson che lo chiama per "Il bus Bianco" prodotto e trasmesso dalla Bbc. L'anno dopo indossa i panni di Re Riccardo nel "Leone d'inverno" di Laurence Harvey e partecipa del successo planetario del film. Nel 1980 la fortuna si materializza nell'incontro con David Lynch e il dottor Treves di "The Elephant Man". Per la carriera si tratta di una vera svolta perché lo "naturalizza" cittadino di Hollywood senza rinunciare alla notorietà in patria. Sono gli anni del "Bounty" (1984) e "84 Charing Cross" (1985), "L'irlandese" (1988) e "Ore disperate" (1990). Ma in quello stesso anno incrocia il personaggio di Hannibal Lecter nel "Silenzio degli innocenti" di Jonathan Demme, trionfa all'Oscar nel 1991, si costruisce una maschera che non abbandonerà più. La seconda moglie, Jennifer Lynton da cui divorzierà nel 2002, gli offre stabilità personale, la casa sulla spiaggia di Los Angeles diventa il suo rifugio, i ritorni in Inghilterra sono altrettanti trionfi. Lavora con Coppola ("Dracula") e l'amico Attenborough ("Chaplin"), costruisce personaggi memorabili in "The Innocent" di John Schlesinger e "Quel che resta del giorno" di James Ivory, diventa baronetto. Per altre due volte sfiora l'Oscar: con un memorabile Richard Nixon nel film omonimo di Oliver Stone e poi con "Amistad" di Steven Spielberg. (Unioneonline/D)
È il 31 dicembre del 1937 quando a Margam, nel Galles, nasce Anthony Hopkins. Il grande attore inglese (ora naturalizzato americano, ma geloso delle sue radici e del titolo di baronetto conferitogli nel 1993 dalla Regina Elisabetta) è figlio di panettieri, ha vissuto gli stenti della guerra e della crisi mineraria. Arruolato nell'esercito per due anni, una volta smessa l'uniforme, ha fatto la gavetta teatrale fino ad approdare alle audizioni della Royal Academy e poi al National Theatre dove nel 1965 è Laurence Olivier in persona ad approvarne l'ingaggio.  Il gran teatro londinese (con un repertorio vastissimo da Shakespeare a Osborne, in cui eccelle grazie alla sua formidabile memoria, anche oggi quotidianamente allenata) diventa una seconda casa, ma fin dal '67 debutta anche sullo schermo grazie al maestro del "Free Cinema" Lindsay Anderson che lo chiama per "Il bus Bianco" prodotto e trasmesso dalla Bbc. L'anno dopo indossa i panni di Re Riccardo nel "Leone d'inverno" di Laurence Harvey e partecipa del successo planetario del film. Nel 1980 la fortuna si materializza nell'incontro con David Lynch e il dottor Treves di "The Elephant Man". Per la carriera si tratta di una vera svolta perché lo "naturalizza" cittadino di Hollywood senza rinunciare alla notorietà in patria. Sono gli anni del "Bounty" (1984) e "84 Charing Cross" (1985), "L'irlandese" (1988) e "Ore disperate" (1990). Ma in quello stesso anno incrocia il personaggio di Hannibal Lecter nel "Silenzio degli innocenti" di Jonathan Demme, trionfa all'Oscar nel 1991, si costruisce una maschera che non abbandonerà più. La seconda moglie, Jennifer Lynton da cui divorzierà nel 2002, gli offre stabilità personale, la casa sulla spiaggia di Los Angeles diventa il suo rifugio, i ritorni in Inghilterra sono altrettanti trionfi. Lavora con Coppola ("Dracula") e l'amico Attenborough ("Chaplin"), costruisce personaggi memorabili in "The Innocent" di John Schlesinger e "Quel che resta del giorno" di James Ivory, diventa baronetto. Per altre due volte sfiora l'Oscar: con un memorabile Richard Nixon nel film omonimo di Oliver Stone e poi con "Amistad" di Steven Spielberg. (Unioneonline/D)
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#AccaddeOggi: 31 dicembre, Anthony Hopkins compie 85 anni

L'attore premio Oscar è nato nel Galles nel 1937

Il premio Nobel, Rita Levi Montalcini, durante la cerimonia organizzata per i suoi 100 anni dall'Istituto Superiore di Sanita' a Roma in una foto di archivio. ANSA/ETTORE FERRARI
Il premio Nobel, Rita Levi Montalcini, durante la cerimonia organizzata per i suoi 100 anni dall'Istituto Superiore di Sanita' a Roma in una foto di archivio. ANSA/ETTORE FERRARI
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#AccaddeOggi: 30 dicembre 2012, dieci anni senza Rita Levi Montalcini

La scienziata Premio Nobel aveva 103 anni

29 dicembre 1962 – Nasce Cristiano De Andrè (Unioneonline/D)
29 dicembre 1962 – Nasce Cristiano De Andrè (Unioneonline/D)
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#AccaddeOggi: 29 dicembre, Cristiano De Andrè compie 60 anni

Il cantante, figlio del celeberrimo Fabrizio, è nato a Genova nel 1962

Il mondo del giornalismo e dello sport ricordano oggi Gianni Brera. Esattamente 30 anni fa, il 19 dicembre 1992, moriva infatti Gianni Brera, il decano del giornalismo sportivo, rimasto ucciso all'età di 73 anni in un tragico incidente stradale in provincia di Lodi.  Grande esperto di calcio ma non solo, nelle sue cronache - sulle pagine della Gazzetta dello Sport, del Guerin sportivo, de Il Giorno, Il Giornale e La Repubblica - coniò nel corso degli anni alcuni termini tuttora utilizzati, come contropiede, goleador, libero e melina. E si inventò soprannomi celebri e ingegnosi per i calciatori, come Rombo di Tuono per Gigi Riva, Re Puma per Maradona, Abatino per Gianni Rivera.  A 30 anni dalla morte, è stato invece José Altafini a coniare un soprannome per lui: "Il Pelè dei giornalisti". (Unioneonline/l.f.)
Il mondo del giornalismo e dello sport ricordano oggi Gianni Brera. Esattamente 30 anni fa, il 19 dicembre 1992, moriva infatti Gianni Brera, il decano del giornalismo sportivo, rimasto ucciso all'età di 73 anni in un tragico incidente stradale in provincia di Lodi.  Grande esperto di calcio ma non solo, nelle sue cronache - sulle pagine della Gazzetta dello Sport, del Guerin sportivo, de Il Giorno, Il Giornale e La Repubblica - coniò nel corso degli anni alcuni termini tuttora utilizzati, come contropiede, goleador, libero e melina. E si inventò soprannomi celebri e ingegnosi per i calciatori, come Rombo di Tuono per Gigi Riva, Re Puma per Maradona, Abatino per Gianni Rivera.  A 30 anni dalla morte, è stato invece José Altafini a coniare un soprannome per lui: "Il Pelè dei giornalisti". (Unioneonline/l.f.)
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#AccaddeOggi: 19 dicembre 1992, addio a Gianni Brera

Trent'anni fa il grande giornalista sportivo moriva in un tragico incidente

Pope Francis during the general audience in St.Peters Place, Vatican City, 15 March 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Pope Francis during the general audience in St.Peters Place, Vatican City, 15 March 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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#AccaddeOggi: 17 dicembre, auguri a Papa Francesco

Il Santo Padre compie oggi 86 anni

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#AccaddeOggi: 7 dicembre 1959, l'ingresso delle donne nella Polizia

Solo due i ruoli previsti: ispettrice e assistente

Il comico Maurizio Crozza durante la serata finale del Festival di Sanremo, 22 febbraio 2014. ANSA/CLAUDIO ONORATI
Il comico Maurizio Crozza durante la serata finale del Festival di Sanremo, 22 febbraio 2014. ANSA/CLAUDIO ONORATI
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#AccaddeOggi: 5 dicembre, Maurizio Crozza compie 63 anni

Il comico genovese è nato  nel quartiere di Borgoratti nel 1959

epa07623560 (FILE) - Music mogul Jay-Z watches game five of the American League Division Series playoffs between the New York Yankees and the Detroit Tigers at Yankees Stadium in the Bronx, New York, USA, 06 October 2011 (reissued 04 June 2019). According to media reports, Jay-Z has accumulated a fortune that surpassed 1 billion US dollar, becoming the first hip-hop artist to do so. His assets include real estate, investments in art, and stakes in liquor, fashion and music streaming companies. EPA/JUSTIN LANE
epa07623560 (FILE) - Music mogul Jay-Z watches game five of the American League Division Series playoffs between the New York Yankees and the Detroit Tigers at Yankees Stadium in the Bronx, New York, USA, 06 October 2011 (reissued 04 June 2019). According to media reports, Jay-Z has accumulated a fortune that surpassed 1 billion US dollar, becoming the first hip-hop artist to do so. His assets include real estate, investments in art, and stakes in liquor, fashion and music streaming companies. EPA/JUSTIN LANE
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#AccaddeOggi: 4 dicembre, buon compleanno a Jay-Z

Il rapper americano, produttore discografico e imprenditore, compie 53 anni

Era il 3 dicembre del 1992, trent'anni fa, quando  Va all'asta come Nft, cioè un certificato digitale, il primo sms della storia.   Fu trasmesso da Vodafone il 3 dicembre del 1992, attraverso la rete dell'azienda, e ricevuto da Richard Jarvis, dipendente della compagnia, durante una festa di Natale. Conteneva solo 14 lettere: "Merry Christmas". Ora il messaggio viene messo all'asta dall'agenzia francese Aguttes. L'acquirente potrà pagare la somma tramite Ethereum, una delle criptovalute più in voga, insieme ai Bitcoin. L'asta si svolgerà il 21 dicembre e Vodafone devolverà il ricavato della vendita all'UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. "Il primo libro stampato, la prima telefonata, la prima email: tutte queste invenzioni hanno cambiato la nostra vita e la nostra comunicazione nel mondo. Questo primo sms ricevuto nel 1992 è una testimonianza storica del progresso umano e tecnologico. Ha trasmesso un messaggio di gioia, 'Buon Natale'" ha detto Maximilien Aguttes, responsabile della casa d'aste. Il certificato Nft, in gergo token, garantirà la titolarità di una replica unica e dettagliata del primo messaggio mai trasmesso. Quello del primo sms, è solo l'ultimo degli esperimenti in Nft, diventati popolari in questo 2021. I token non fungibili, infatti, hanno rivoluzionato il mercato dell'arte e anche il codice sorgente del World Wide Web, creato da Tim Berners-Lee, è stato messo all'asta lo scorso giugno per circa 5,4 milioni di dollari. 3 dicembre 1992 - Il primo SMS della storia è viene inviato dall'ingegnere britannico Neil Papworth da un computer a un cellulare sulla rete GSM Vodafone: il testo del messaggio era "MERRY CHRISTMAS". / 1994 - Il 3 dicembre Sony lancia sul mercato la prima PlayStation, segnando l'inizio di una nuova era per l'home gaming. (Unioneonline/D)
Era il 3 dicembre del 1992, trent'anni fa, quando  Va all'asta come Nft, cioè un certificato digitale, il primo sms della storia.   Fu trasmesso da Vodafone il 3 dicembre del 1992, attraverso la rete dell'azienda, e ricevuto da Richard Jarvis, dipendente della compagnia, durante una festa di Natale. Conteneva solo 14 lettere: "Merry Christmas". Ora il messaggio viene messo all'asta dall'agenzia francese Aguttes. L'acquirente potrà pagare la somma tramite Ethereum, una delle criptovalute più in voga, insieme ai Bitcoin. L'asta si svolgerà il 21 dicembre e Vodafone devolverà il ricavato della vendita all'UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. "Il primo libro stampato, la prima telefonata, la prima email: tutte queste invenzioni hanno cambiato la nostra vita e la nostra comunicazione nel mondo. Questo primo sms ricevuto nel 1992 è una testimonianza storica del progresso umano e tecnologico. Ha trasmesso un messaggio di gioia, 'Buon Natale'" ha detto Maximilien Aguttes, responsabile della casa d'aste. Il certificato Nft, in gergo token, garantirà la titolarità di una replica unica e dettagliata del primo messaggio mai trasmesso. Quello del primo sms, è solo l'ultimo degli esperimenti in Nft, diventati popolari in questo 2021. I token non fungibili, infatti, hanno rivoluzionato il mercato dell'arte e anche il codice sorgente del World Wide Web, creato da Tim Berners-Lee, è stato messo all'asta lo scorso giugno per circa 5,4 milioni di dollari. 3 dicembre 1992 - Il primo SMS della storia è viene inviato dall'ingegnere britannico Neil Papworth da un computer a un cellulare sulla rete GSM Vodafone: il testo del messaggio era "MERRY CHRISTMAS". / 1994 - Il 3 dicembre Sony lancia sul mercato la prima PlayStation, segnando l'inizio di una nuova era per l'home gaming. (Unioneonline/D)
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#AccaddeOggi: 3 dicembre 1992, inviato il primo sms della storia

Contava appena due parole: "Merry Christmas", "Buon Natale"

Pablo Emilio Escobar Gaviria (/ˈpaβlo eˈmiljo eskoˈβaɾ gaˈβiɾja/; Rionegro, 1º dicembre 1949 – Medellín, 2 dicembre 1993) è stato un criminale e politico colombiano, uno dei più noti e ricchi trafficanti di cocaina e marijuana della storia. Conosciuto come L'imperatore della cocaina, è considerato essere stato il criminale più ricco in assoluto, con un patrimonio stimato di oltre 76 miliardi di dollari nei primi anni 80; patrimonio aumentato in seguito, con una media di guadagno che si aggirava intorno ai 90 milioni al giorno, ovvero più di 30 miliardi l'anno. Ancora oggi è classificato come il più potente e ricco narcotrafficante della storia superando, alla guida del cartello di Medellín, il cartello di Sinaloa, di Calí e di Guadalajara. È stato anche il più sanguinario, responsabile diretto e mandante della morte di un numero imprecisato di forze di polizia colombiane, agenti statunitensi, civili e 4 persone candidate in politica. Nel 1982 ha inoltre avuto una breve carriera politica, venendo eletto alla Camera dei rappresentanti della Colombia.[1] Nel 1991 Escobar si consegnò spontaneamente alle autorità colombiane per evitare l'estradizione negli Stati Uniti, consapevole che non avrebbe potuto avere la stessa influenza che ebbe in Colombia. Il processo con cui Pablo Escobar giunse ad un accordo con il governo della Colombia che evitasse l'estradizione è stato raccontato da Gabriel García Márquez nel suo libro Notizia di un sequestro.[26] In questo libro si spiega come Pablo Escobar avesse ordinato una serie di sequestri di giornalisti colombiani molto importanti per forzare la mano al governo colombiano affinché accettasse di non estradarlo negli Stati Uniti. Tra i sequestrati c'erano Diana Turbay, Maruja Pachón e Beatriz Villamizar (rispettivamente moglie e sorella di Alberto Villamizar che avrebbe avuto un ruolo determinante nel finalizzare l'accordo tra governo e Pablo Escobar), Pacho Santos e Marina Montoya. Escobar fu rinchiuso nella sua prigione privata di lusso, La Catedral, che gli fu permesso di costruire come ricompensa per essersi costituito. Aveva infatti negoziato un accordo con il governo colombiano che prevedeva 5 anni di confinamento obbligatorio nella sua prigione in cambio di non essere estradato. Il premio Nobel per la letteratura Gabriel García Márquez scrive nel suo libro che quando Pablo Escobar vi entrò, questa avesse davvero l'aspetto di una prigione, ma come in meno di un anno fosse stata trasformata in una lussuosa fortezza. Ciò provocò uno scandalo, tanto più che Escobar mostrava ben poco rispetto per gli accordi, essendone uscito più volte per assistere a partite di calcio, fare compere a Medellín, frequentare luoghi pubblici e feste. Lui stesso invitò la nazionale di calcio colombiana a giocare una partita nel campetto adiacente alla sua prigione. In seguito il portiere Higuita saltò il Campionato del mondo del 1994 poiché riconosciuto colpevole di favoreggiamento della prostituzione. Sulla stampa locale apparve un articolo con foto della cella piena di ogni comfort, nel quale si rivelava che Escobar aveva fatto uccidere molti suoi soci in affari che erano andati a trovarlo a La Catedral. Membri della Bloque de búsqueda unità operativa della polizia colombiana e il cadavere di Escobar il 2 dicembre 1993 Il 22 luglio 1992 il governo decise di spostare Escobar in una prigione più convenzionale, ma i suoi contatti gli permisero di conoscere gli intenti del governo e di evadere al momento giusto da La Catedral. Nello stesso anno il reparto speciale dell'esercito statunitense Delta Force (e poi anche quello della marina dei Navy SEAL) furono dispiegati per la sua cattura. Con l'acuirsi del conflitto crebbe il numero dei suoi nemici e un gruppo conosciuto come Los Pepes, che riuniva i perseguitati da Pablo Escobar e dai suoi complici, cominciò una sanguinosa campagna nella quale più di trecento tra collaboratori e parenti di Escobar vennero uccisi e gran parte delle loro proprietà distrutte. Alcuni osservatori, tra cui Rolando Rubio, Angel Feijoo e Maite Alvarado affermano che i membri del Bloque de búsqueda e delle intelligence statunitense e colombiana, nei loro sforzi per punire Escobar, fossero collusi con Los Pepes o comunque coordinassero le attività del Bloque de búsqueda e dei Los Pepes. Questo coordinamento sarebbe stato raggiunto tramite la condivisione delle informazioni di intelligence, per permettere ai Los Pepes di smontare la macchina organizzativa che proteggeva Escobar e i pochi alleati rimasti. Tutto ciò porta a discutere circa il ruolo che gli Stati Uniti d'America hanno giocato nel raccogliere informazioni di intelligence, poiché parte di queste furono poi utilizzate daiLos Pepes nelle loro azioni di giustizia sommaria. A ogni modo, la guerra contro Escobar terminò il giorno dopo il quarantaquattresimo compleanno del narcotrafficante, il 2 dicembre 1993, quando una squadra colombiana di sorveglianza elettronica, il Bloque de búsqueda, utilizzando la tecnologia della triangolazione radio fornita dagli Stati Uniti, lo localizzò e circondò in un quartiere borghese di Medellín. Ne seguì uno scontro a fuoco con Escobar e la sua guardia del corpo, Alvaro de Jesús Agudelo (El Limón). I due malviventi tentarono di fuggire correndo attraverso i tetti delle case adiacenti per raggiungere una strada secondaria, ma entrambi furono uccisi dalla polizia nazionale colombiana. Escobar subì colpi di arma da fuoco alla gamba e al busto e un colpo di arma da fuoco mortale alla testa (i parenti sostengono che si sia suicidato). Dopo la morte del suo leader, il cartello di Medellín si frammentò e il mercato della cocaina passò presto sotto il dominio del cartello di Cali, durato fino alla metà degli anni novanta, quando anche i leader di quest'ultimo furono uccisi o catturati. 1993 - Il narcotrafficante colombiano Pablo Escobar viene ucciso a Medellín. (Unioneonline/D)
Pablo Emilio Escobar Gaviria (/ˈpaβlo eˈmiljo eskoˈβaɾ gaˈβiɾja/; Rionegro, 1º dicembre 1949 – Medellín, 2 dicembre 1993) è stato un criminale e politico colombiano, uno dei più noti e ricchi trafficanti di cocaina e marijuana della storia. Conosciuto come L'imperatore della cocaina, è considerato essere stato il criminale più ricco in assoluto, con un patrimonio stimato di oltre 76 miliardi di dollari nei primi anni 80; patrimonio aumentato in seguito, con una media di guadagno che si aggirava intorno ai 90 milioni al giorno, ovvero più di 30 miliardi l'anno. Ancora oggi è classificato come il più potente e ricco narcotrafficante della storia superando, alla guida del cartello di Medellín, il cartello di Sinaloa, di Calí e di Guadalajara. È stato anche il più sanguinario, responsabile diretto e mandante della morte di un numero imprecisato di forze di polizia colombiane, agenti statunitensi, civili e 4 persone candidate in politica. Nel 1982 ha inoltre avuto una breve carriera politica, venendo eletto alla Camera dei rappresentanti della Colombia.[1] Nel 1991 Escobar si consegnò spontaneamente alle autorità colombiane per evitare l'estradizione negli Stati Uniti, consapevole che non avrebbe potuto avere la stessa influenza che ebbe in Colombia. Il processo con cui Pablo Escobar giunse ad un accordo con il governo della Colombia che evitasse l'estradizione è stato raccontato da Gabriel García Márquez nel suo libro Notizia di un sequestro.[26] In questo libro si spiega come Pablo Escobar avesse ordinato una serie di sequestri di giornalisti colombiani molto importanti per forzare la mano al governo colombiano affinché accettasse di non estradarlo negli Stati Uniti. Tra i sequestrati c'erano Diana Turbay, Maruja Pachón e Beatriz Villamizar (rispettivamente moglie e sorella di Alberto Villamizar che avrebbe avuto un ruolo determinante nel finalizzare l'accordo tra governo e Pablo Escobar), Pacho Santos e Marina Montoya. Escobar fu rinchiuso nella sua prigione privata di lusso, La Catedral, che gli fu permesso di costruire come ricompensa per essersi costituito. Aveva infatti negoziato un accordo con il governo colombiano che prevedeva 5 anni di confinamento obbligatorio nella sua prigione in cambio di non essere estradato. Il premio Nobel per la letteratura Gabriel García Márquez scrive nel suo libro che quando Pablo Escobar vi entrò, questa avesse davvero l'aspetto di una prigione, ma come in meno di un anno fosse stata trasformata in una lussuosa fortezza. Ciò provocò uno scandalo, tanto più che Escobar mostrava ben poco rispetto per gli accordi, essendone uscito più volte per assistere a partite di calcio, fare compere a Medellín, frequentare luoghi pubblici e feste. Lui stesso invitò la nazionale di calcio colombiana a giocare una partita nel campetto adiacente alla sua prigione. In seguito il portiere Higuita saltò il Campionato del mondo del 1994 poiché riconosciuto colpevole di favoreggiamento della prostituzione. Sulla stampa locale apparve un articolo con foto della cella piena di ogni comfort, nel quale si rivelava che Escobar aveva fatto uccidere molti suoi soci in affari che erano andati a trovarlo a La Catedral. Membri della Bloque de búsqueda unità operativa della polizia colombiana e il cadavere di Escobar il 2 dicembre 1993 Il 22 luglio 1992 il governo decise di spostare Escobar in una prigione più convenzionale, ma i suoi contatti gli permisero di conoscere gli intenti del governo e di evadere al momento giusto da La Catedral. Nello stesso anno il reparto speciale dell'esercito statunitense Delta Force (e poi anche quello della marina dei Navy SEAL) furono dispiegati per la sua cattura. Con l'acuirsi del conflitto crebbe il numero dei suoi nemici e un gruppo conosciuto come Los Pepes, che riuniva i perseguitati da Pablo Escobar e dai suoi complici, cominciò una sanguinosa campagna nella quale più di trecento tra collaboratori e parenti di Escobar vennero uccisi e gran parte delle loro proprietà distrutte. Alcuni osservatori, tra cui Rolando Rubio, Angel Feijoo e Maite Alvarado affermano che i membri del Bloque de búsqueda e delle intelligence statunitense e colombiana, nei loro sforzi per punire Escobar, fossero collusi con Los Pepes o comunque coordinassero le attività del Bloque de búsqueda e dei Los Pepes. Questo coordinamento sarebbe stato raggiunto tramite la condivisione delle informazioni di intelligence, per permettere ai Los Pepes di smontare la macchina organizzativa che proteggeva Escobar e i pochi alleati rimasti. Tutto ciò porta a discutere circa il ruolo che gli Stati Uniti d'America hanno giocato nel raccogliere informazioni di intelligence, poiché parte di queste furono poi utilizzate daiLos Pepes nelle loro azioni di giustizia sommaria. A ogni modo, la guerra contro Escobar terminò il giorno dopo il quarantaquattresimo compleanno del narcotrafficante, il 2 dicembre 1993, quando una squadra colombiana di sorveglianza elettronica, il Bloque de búsqueda, utilizzando la tecnologia della triangolazione radio fornita dagli Stati Uniti, lo localizzò e circondò in un quartiere borghese di Medellín. Ne seguì uno scontro a fuoco con Escobar e la sua guardia del corpo, Alvaro de Jesús Agudelo (El Limón). I due malviventi tentarono di fuggire correndo attraverso i tetti delle case adiacenti per raggiungere una strada secondaria, ma entrambi furono uccisi dalla polizia nazionale colombiana. Escobar subì colpi di arma da fuoco alla gamba e al busto e un colpo di arma da fuoco mortale alla testa (i parenti sostengono che si sia suicidato). Dopo la morte del suo leader, il cartello di Medellín si frammentò e il mercato della cocaina passò presto sotto il dominio del cartello di Cali, durato fino alla metà degli anni novanta, quando anche i leader di quest'ultimo furono uccisi o catturati. 1993 - Il narcotrafficante colombiano Pablo Escobar viene ucciso a Medellín. (Unioneonline/D)
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#AccaddeOggi: 2 dicembre 1993, Pablo Escobar ucciso a Medellin

L'imperatore della cocaina freddato in uno scontro a fuoco con la polizia nazionale colombiana

Il nuovo Presidente della Repubblica Antonio Segni si affaccia e saluta dal balcone del palazzo del Quirinale. ANSA
Il nuovo Presidente della Repubblica Antonio Segni si affaccia e saluta dal balcone del palazzo del Quirinale. ANSA
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#AccaddeOggi: primo dicembre 1972, 50 anni fa moriva Antonio Segni

Il politico sassarese, ex presidente della Repubblica, aveva 81 anni

epa06345193 (FILE) - British director Ridley Scott arrive for the world premiere of his movie 'Alien: Covenant' in London, Britain, 04 May 2017 (reissued 23 November 2017). Scott will celebrate his 80th birthday on 30 November 2017. EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA
epa06345193 (FILE) - British director Ridley Scott arrive for the world premiere of his movie 'Alien: Covenant' in London, Britain, 04 May 2017 (reissued 23 November 2017). Scott will celebrate his 80th birthday on 30 November 2017. EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA
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#AccaddeOggi: 30 novembre, buon compleanno a Ridley Scott

Il regista inglese compie 85 anni

UK OUT NO MAGS NO SALES NO INTERNET NO ARCHIVES PAP07 - 20011130 - LIVERPOOL, UNITED KINGDOM : File picture dated 7/12/63 shows George Harrison of the Beatles during rehearsals in Liverpool. It has been announced on Friday, 30 November 2001, George Harrison, the Beatles' quiet lead guitarist and spiritual explorer has died, a longtime family friend told The Associated Press. Harrison, who wrote While My Guitar Gently Weeps and Here Comes the Sun, was 58. UK OUT NO MAGS NO SALES NO INTERNET NO ARCHIVES EPA PHOTO PA FILES/PA/mr
UK OUT NO MAGS NO SALES NO INTERNET NO ARCHIVES PAP07 - 20011130 - LIVERPOOL, UNITED KINGDOM : File picture dated 7/12/63 shows George Harrison of the Beatles during rehearsals in Liverpool. It has been announced on Friday, 30 November 2001, George Harrison, the Beatles' quiet lead guitarist and spiritual explorer has died, a longtime family friend told The Associated Press. Harrison, who wrote While My Guitar Gently Weeps and Here Comes the Sun, was 58. UK OUT NO MAGS NO SALES NO INTERNET NO ARCHIVES EPA PHOTO PA FILES/PA/mr
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#AccaddeOggi: 29 novembre 2001, muore George Harrison

Il chitarrista, polistrumentista e compositore dei Beatles aveva 58 anni

Una foto di Yara Gambirasio, tratta da Facebook. ANSA / FACEBOOK +++NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++
Una foto di Yara Gambirasio, tratta da Facebook. ANSA / FACEBOOK +++NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++
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#AccaddeOggi: 26 novembre 2010, la scomparsa di Yara Gambirasio

La ragazza verrà trovata senza vita tre mesi dopo