#AccaddeOggi: 30 dicembre 2012, dieci anni senza Rita Levi Montalcini

30 dicembre 2022 alle 07:01

Era il 30 dicembre del 2012 quando a Roma moriva la Premio Nobel Rita Levi Montalcini, simbolo della ricerca italiana. 

Nata a Torino il 22 aprile del 1909, nonostante le resistenze paterne si iscrisse a Medicina e studiò nella scuola dell'istologo Giuseppe Levi insieme a Salvador Luria e Renato Dulbecco, che come lei sarebbero diventati Nobel.
Le leggi razziali la costrinsero a trasferirsi in Belgio, dove continuò a studiare lo sviluppo del sistema nervoso nell'università di Bruxelles. Tornò in Italia poi, nel 1947, il grande passo verso gli Stati Uniti, dove le era stata offerta una cattedra nella Washington University di St Louis. L'11 giugno 1951 la sua scoperta fondamentale: il fattore di crescita delle cellule nervose, o Nerve Growth Factor (Ngf). Una scoperta che, diceva la neurologa, "andava contro l'ipotesi dominante nel mondo scientifico che il sistema nervoso fosse statico e rigidamente programmato dai geni", e nel 1986 le valse il Nobel per la Medicina, che avrebbe condiviso con il suo studente Stanley Cohen. I festeggiamenti? "Un brodo e un riso cinese - raccontava - poi sono andata a dormire".
In Italia dal 1961 al 1969 ha diretto il Centro di Neurobiologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, allora presso l'Istituto Superiore di Sanità. Dal 1969 al 1979 ha diretto il Laboratorio di Biologia cellulare del Cnr, dove ha continuato a collaborare fino al 1995.
E’ stata inoltre presidente dell’Istituto Europeo per le Ricerche sul Cervello (Ebri), prima donna ad essere ammessa alla Pontificia accademia delle scienze, membro dell’Accademia dei Lincei, presidente dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, presidente dell’Istituto dell'Enciclopedia Italiana, ambasciatrice della Fao, senatrice a vita (nominata dal presidente Carlo Azeglio Ciampi).
"La mia vita è tanto lunga e piena di splendide cose, ma quello che importa sono i valori", aveva detto per i suoi 100 anni e l’unico regalo che davvero desiderava era "un mondo che creda nei valori etici" e nella scienza, perché "senza scienza non c'è futuro". 
(Unioneonline/D)