Influencer tremate. È arrivato Il Musazzi! Stefano Musazzi, in arte appunto “Il Musazzi”, in questi mesi sta imperversando nella Rete, forte degli circa 300mila seguaci su Instagram che ogni lunedì aspettano la sua rubrica “Vita da influencer” e ridono a crepapelle nel vederlo demolire usi e costumi dei più famosi personaggi che popolano i social italiani con frecciate implacabili condite da un inconfondibile accento milanese.

Le vittime

Chiara Nasti, Francesco Chiofalo, Giulia De Lellis, Nicole Pallado, Taylor Mega e Damiano Coccia, tanto per fare qualche nome. Ma anche le “sardissime” gemelle Elga e Serena Enardu: nel mirino dell’attore/comico lombardo finiscono in tanti, con strafalcioni lessicali, ma anche con la straordinaria, e spesso inquietante, quotidianità di chi si guadagna da vivere esponendosi ogni giorno sui social network davanti a decine, centinaia di migliaia, e a volte, milioni di follower.

Per loro e per tutta la categoria degli influencer, Musazzi ha un messaggio chiaro e conciso ogni settimana: “Andate in miniera!”. In quelle del Belgio o del Kazakistan. A faticare per davvero, invece che ostentare la bella vita priva di preoccupazioni davanti a chi ogni giorno invece si spacca la schiena e si sveglia alle sei per portare il pane a casa.

Attacco frontale

Il senso della critica “musazziana” è tutto qui. Nessuna censura a priori, ma soltanto un giudizio amaro dei costumi moderni che sfocia immancabilmente in una satira acida e tagliente. Il comico contesta infatti con ironia pungente il sottotesto trasmesso da persone incoronate come “influencer” proprio perché hanno il potere di indirizzare gusti e scelte di giovani e giovanissimi, questi ultimi sempre più in balia di esempi di vita che spesso diffondono valori distorti, fondati sull’apparenza, il bell’aspetto e l’opulenza. Valori che nel mondo reale pagano raramente.

Ecco perché basta poco per far inalberare Musazzi, specie se si parla di cani viziati come i loro padroni. Come Tommy, il volpino di Giulia de Lellis, la giovane salita alla ribalta grazie al programma “Uomini e donne” e che oggi può contare su un esercito immenso di ammiratori (sono quasi 5 milioni quelli che la seguono su Instagram). Ebbene, ai suoi fortunati quanto numerosi seguaci, la ragazza recentemente non ha risparmiato i particolari sui presunti problemi sessuali del cane: “Ha una fissa per il sesso”, ha confessato preoccupata la giovane approfondendo la questione con dettagli raccapriccianti sui genitali del povero Tommy. Tanto è bastato per far infiammare Musazzi che non ha lesinato imprecazioni di tutti i generi, non solo per l’assurdità degli argomenti trattati, quanto per il fatto che anche il quadrupede può sfoggiare un profilo con ben 110mila follower.

“Centodiecimila persone mediamente pensanti!”, si ripete affranto l’attore.

Frustrazione

Il mondo contro cui combatte il Musazzi ogni giorno è infatti uno zoo di personaggi improbabili che ha tuttavia un enorme seguito mediatico. E poco importa se gli influencer più amati spesso non sanno distinguere la scapola dalla clavicola, se aprire gli occhi alle dieci del mattino significa svegliarsi all’”alba”, se promuovono prodotti contro la “redenzione” idrica, se si puliscono le orecchie dal cerume in diretta o invocano a urla e senza motivazione un sei politico per tutti i maturandi d’Italia danneggiati dal Covid.

E forse, proprio su questo muro di consenso ogni settimana Musazzi va a schiantarsi. Perché nelle sue consuete e amare chiose finali sa perfettamente che le colpe maggiori per questo degrado mediatico ricadono soprattutto sui milioni di follower che ogni giorno avvalorano con il loro “mi piace” l’autorevolezza di persone arrivate alla notorietà dal nulla, senza meriti o particolari talenti. Giovani rampanti che mostrano a coetanei, adolescenti e addirittura bambini, una vita che non esiste, ma che molti vorrebbero raggiungere. Senza sacrifici e senza sforzi. Simbolo di una felicità patinata e virtuale che sta sfamando le nuove generazioni a selfie e vanità e vince ogni giorno a mani basse la battaglia contro i Don Chisciotte dei nostri giorni come il povero Musazzi.

Ma lui lo sa, e come per sua stessa ammissione, conscio di ciò, ogni settimana torna nel suo angolino a piangere su questa nostra pazza società.

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