Da un’isola all’altra gli scenari cambiano poco: aerei cari e a singhiozzo, la stangata di Pasqua, le polemiche politiche. Nel tempo dell’ennesimo progetto sul ponte dello Stretto la Sicilia fa i conti con un isolamento non tanto diverso da quello della Sardegna. Sulla carta c’è una distanza meno netta con la Penisola, coi tre chilometri di mare aggirabili su auto/treno più traghetto, ma la realtà regala scenari ben più complicati. Servono tempi biblici per i viaggi verso il continente: Roma è a 700 chilometri da Messina (il punto più vicino della Sicilia), Milano addirittura a 1250. 

PIÙ VOLI MA COSTOSI

Da Palermo e Catania ci sono più voli per la Penisola rispetto alla Sardegna per una questione di abitanti (la Sicilia è quasi tre volte più popolata) ma non esiste una vera e propria continuità territoriale come è strutturata dalle nostre parti. C’è una maggiore scelta di destinazioni finali a disposizione (soprattutto dall’aeroporto di Catania) ma si fanno i conti con l’incertezza totale dei prezzi dei biglietti. Favorevoli nel caso di prenotazioni con grande anticipo o nei periodi di bassa stagione, insostenibili a ridosso della partenza o nei periodi più caldi (Natale, Pasqua, estate). In quel caso è quasi impossibile assicurarsi un volo a meno di 100 euro solo per l’andata. E nei giorni di punta diventa quasi impossibile trovare posto per Linate o Fiumicino, proprio come succede in Sardegna. 

“SICILIA VOLA”

L’unica possibilità di avere sconti strutturati è legata al programma “Sicilia vola”, che prevede un taglio delle tariffe del 30 per cento: opportunità aperta agli studenti universitari iscritti fuori dalla Sicilia, ai disabili gravi, ai lavoratori pendolari “dipendenti” e a chi viaggia per ragioni sanitarie. Lo sconto può essere applicato per qualunque collegamento con un aeroporto dell’Unione europea (ma solo quello di riferimento per ogni singolo passeggero). È fondamentale il supporto del reddito Isee, che deve restare sotto i 25mila euro. Un programma restrittivo e macchinoso (serve lo spid), che esclude i normali residenti e accende polemiche continue.

LE ACCUSE DI SCHIFANI

È di pochi giorni fa la presa di posizione del presidente della Regione Renato Schifani. In una nota accusa apertamente Ita Airways: «Da una compagnia interamente a capitale pubblico, di volta in volta ricapitalizzata con denaro dei cittadini, anche siciliani, ci saremmo aspettati una strategia meno vessatoria». L’ex presidente del Senato se la prende con «il rilevante numero di biglietti aerei che Ita emette sulle rotte da e per Palermo e Catania con tariffe economicamente insostenibili, soprattutto in occasione delle festività». Bocciato il programma “Sicilia vola”, finanziato di anno in anno dal Governo: «Ritengo che l'utenza non si possa confinare ad alcune categorie», sottolinea il governatore, «lasciando fuori altre fasce di utenti, nonché i tantissimi turisti che desiderano arrivare in Sicilia, i quali non possono affrontare costi aerei che rendono impossibile un viaggio o una vacanza». 

SCONTRO POLITICO 

Puntuale lo scontro politico locale: «Sulla vicenda del caro-voli di chiacchiere e comunicati stampa del presidente Schifani ne abbiamo in quantità, mentre i risultati stanno a zero», fa notare Michele Catanzaro, capogruppo del Pd nell’Assemblea regionale siciliana. «Durante l'esame della finanziaria il Partito democratico ha presentato un emendamento che stanziava due milioni di euro come contributo per ammortizzare il costo dei biglietti aerei per gli studenti fuori sede. Ma la nostra proposta non è piaciuta al governo del presidente Schifani». 

L’ANTITRUST

Nelle ultime vacanze natalizie L'Antitrust ha avviato un'istruttoria nei confronti di Ryanair, Wizz Air, EasyJet e Ita per stabilire se abbiano distorto la concorrenza aumentando i prezzi dei biglietti aerei sulle tratte di collegamento tra le principali città italiane (Roma, Milano, Torino, Bologna) e la Sicilia. L'autorità ha deciso di dare seguito a un esposto presentato dal Codacons, ritenendo che le eventuali distorsioni dei prezzi «risulterebbero particolarmente gravi, soprattutto nell'attuale fase di crisi, di difficoltà per i consumatori e di riduzione del potere d'acquisto» delle famiglie. Un’impennata delle tariffe insostenibile per la maggior parte dei passeggeri, con punte di 6/700 euro per un’andata e ritorno Sicilia-Milano. 

COME LA SARDEGNA 

Anche in Sicilia si punta ora sulle potenzialità dell’insularità in Costituzione, che potrebbe aprire nuovi spazi per un’agevolazione degli spostamenti: c’è il duplice obiettivo dell’abbattimento dei costi di viaggio e dell’aumento dei collegamenti aerei. Non mancano i contatti tra isole per trovare una strada comune che possa dare gambe a una continuità territoriale più solida. «L’insularità ha costi assai significativi. Solo in Sicilia li abbiamo computati in circa 6 miliardi e mezzo di euro annui», spiega Gaetano Armao, vicepresidente della Regione Sicilia. «Con la Sardegna complessivamente arriviamo a 15 miliardi di euro che penalizzano i cittadini di queste due isole, quasi 6 milioni e mezzo di abitanti». 

COMMISSIONE ALLA CAMERA 

La Commissione Trasporti della Camera ha appena avviato un’indagine conoscitiva sulla continuità territoriale aerea e del trasporto marittimo delle merci e delle persone. L’annuncio è arrivato dal presidente, il deputato cagliaritano di Fratelli d’Italia Salvatore Deidda. L’iniziativa è legata alle «esigenze di continuità territoriale aerea della Sardegna e della Sicilia, nel rispetto del riconoscimento dei principi dell'insularità, come sancito dall'articolo 119 della Costituzione». L’indagine si soffermerà sulla continuità territoriale aerea e marittima legata ai passeggeri ma guarderà anche al trasporto delle merci. Si faranno verifiche sugli aiuti di stato e sulla disciplina europea di un sistema che dovrà riconoscere e accettare una volta per tutte i tanti divari e ritardi a cui sottostanno gli abitanti delle isole.

© Riproduzione riservata