I devoti del luppolo grideranno di sicuro alla blasfemia: la birra senza alcol o a ridotta gradazione piace sempre di più agli italiani, giovani, giovanissimi e anche a coloro con qualche anno in più sulle spalle. Tanto da aver conquistato addirittura la metà dei consumatori, convinti che la birra analcolica «abbia un sapore appagante come quella tradizionale».

Partendo da questi presupposti il terreno di scontro tra puristi e innovatori sarebbe immenso, basti pensare al fatto di poter effettivamente definire o meno “birra” una bevanda priva di alcol.

Eppure le nuove tendenze stanno spazzando via dubbi e preconcetti in un paese come l’Italia grande amante della “bionda”, ma in questi ultimi anni anche più attento a stili di vita sani, come certifica l’ultimo report di Assobirra.

Le statistiche

I numeri sul fenomeno sono per certi versi sorprendenti, perché non solo aumenta la popolarità della birra low e no alcol, conosciuta dall’80% degli amanti, ma senza distinzione di età «è consumata dal 67% di essi. Di questi, circa un terzo (il 35%) la beve spesso in alternativa alla birra tradizionale», spiegano gli autori dell’indagine.

Una moda dilagante che non conosce neppure limiti generazionali e che si divide quasi equamente tra Millennials (31%), Gen Z e Gen X (entrambe 36%). «Tra i target di riferimento, la Gen X (i nati tra il 1965 e il 1980) registra nel complesso il consumo più alto (69%), seguita da Millennials, i nati tra il 1980 e il 1994, (65%) e Gen Z, i nati tra il 1997 e il 2012, (62%), ma è apprezzata di più proprio dai più giovani (52% versus. 43% della Gen X). Oltre la metà dei consumatori (62%) è infine soddisfatto dell’offerta attualmente presente sul mercato».

Paradossi

I risultati dell’indagine tuttavia non finiscono di sorprendere. Sì, perché per il 28% degli intervistati «l’aspetto più gradito della birra low e no alcol è la possibilità di poterla bere senza subire gli effetti dell'alcol». Chissà quanto alzeranno agli occhi gli amanti delle ebrezza tipiche dell’alcol, spesso ricercate proprio perché liberatorie, inebrianti e a volte utili a “lubrificare” gli ingranaggi delle relazioni sociali. (se gestite con moderazione e in sicurezza).

D’altro canto anche il mercato offre prodotti ben più gradevoli del passato. Non a caso il 17% dei consumatori odierni sostiene che il sapore delle “senza alcol” sia «paragonabile a quello della birra tradizionale», mentre il 16% «la apprezza in quanto bevanda leggera e digeribile».

Gusto simile

In effetti l'industria birraria sta facendo passi da gigante per venire incontro a chi vorrebbe godersi un bel sorso di birra ghiacciata senza sentirsi intossicato dall’alcol, o addirittura sentirsi in colpa per l’eccessiva quantità di calorie ingerite.

«I birrifici si stanno calando in uno scenario in trasformazione rispondendo ad un’evoluzione delle abitudini dei consumatori, investendo in soluzioni innovative e ampliando la gamma di birre offerte», ha confermato Andrea Bagnolini, Direttore Generale di AssoBirra. «I produttori stanno abbracciando sempre più un approccio che sposa un consumo moderato, con prodotti privi di alcol o a basso tenore alcolico di alta qualità e radicati nelle tradizioni locali. La popolarità delle birre low e no alcol è in espansione, e il volano di questa crescita è l’innovazione del comparto, che sta compiendo degli straordinari passi avanti e reso possibile lo sviluppo di prodotti di eccellenza».

Futuro

Come spesso accade in questi casi basterebbe forse alzare la prospettiva per ridimensionare un terremoto definito da tanti catastrofico per il futuro delle tradizioni birrarie. Il mercato in cui da decenni vivono mostri sacri come Heineken, Guiness, Bud o anche la nostra piccola grande Ichnusa, è stato sempre attraversato da mode temporanee (molte delle quali rivelatesi fuochi di paglia) che hanno solamente aggiunto, nel migliore dei casi, alternative per i consumatori più esigenti, senza mai però intaccare il successo millenario della bionda più amata nel mondo, apprezzata anche (non si può certo negarlo) proprio per l’euforia e la leggerezza che qualche bicchiere può regalare.

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