Altro che virus mortali, il prossimo incubo del mondo potrebbero essere altri piccoli e letali esseri. L’allarme è vero è arriva dall’ordine dei farmacisti italiani: «Se non si mettono in pratica comportamenti individuali responsabili e in assenza di politiche e interventi mirati, nel 2050 i cosiddetti batteri super-resistenti saranno la principale causa di morte al mondo, prima di infarto e ictus», dice il presidente Andrea Mandelli.

Allarme rosso

L’emergenza è tanto concreta quanto sottovalutata dalla popolazione nonostante i ripetuti appelli delle categorie sanitarie. Un allarme rosso che riguarda soprattutto il nostro Paese: il tasso di resistenza agli antibiotici in Italia è sette volte maggiore rispetto ad esempio a quello della Scandinavia. Non solo, l’antibiotico-resistenza preoccupa in particolar modo l’Italia che continua ad essere “maglia nera” in Europa, con circa 11mila morti l’anno per infezioni resistenti agli antimicrobici, secondo l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.

Inoltre, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità lo stivale si piazza al quinto posto tra quelli ad alto reddito per indice di resistenza ai medicinali dopo Lettonia, Irlanda, Slovacchia e Spagna. «La prevenzione delle infezioni ospedaliere (di cui il 65% è resistente) è ai livelli più bassi d'Europa e la percentuale di utilizzo improprio degli antibiotici sale ulteriormente al Sud», conferma l’Oms.

Paradosso

La questione sa di incredibile: gli antibiotici sono infatti una delle conquiste fondamentali della ricerca medica, ma ora rischiamo paradossalmente di compromettere questi successi a causa di un uso eccessivo, e in molti casi improprio, di questi farmaci. «Utilizzarli correttamente è una responsabilità di tutti per evitare di ritrovarci in futuro senza strumenti efficaci per combattere le infezioni, ai danni soprattutto di chi è più fragile», prosegue Mandelli. «Per arginare questa “pandemia silenziosa” è quanto mai urgente intensificare gli sforzi delle istituzioni sanitarie e dei professionisti della salute su diversi fronti: promuovere un uso razionale degli antibiotici, dentro e fuori dagli ospedali, supportare la ricerca di nuove molecole e aumentare la consapevolezza della popolazione sul pericolo legato alla comparsa di batteri resistenti. La disinformazione è tra le principali cause di utilizzo inappropriato di antibiotici che si registra, ad esempio, per curare l’influenza o il raffreddore durante il periodo invernale».

Strategia

Secondo gli esperti la battaglia per scongiurare un’apocalisse sanitaria deve essere combattuta su più fronti: «I farmacisti sono consapevoli dell’importante contributo che possono dare per migliorare l’informazione ai cittadini e sensibilizzare rispetto all’adozione di buone pratiche di prevenzione per ridurre il rischio di infezioni. Facciamo appello alla sensibilità delle istituzioni e di tutti i professionisti della salute impegnati sul territorio per dare vita, insieme, a una grande campagna di informazione rivolta all’opinione pubblica per educare all’uso consapevole degli antibiotici», conclude il rappresentante dei farmacisti.

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