Evasione del boss da Badu ‘e Carros, 14 arresti: in manette anche un agente penitenziario
Svolta nell’inchiesta della Dda di Cagliari: coperture per il mafioso nel Nuorese e in Corsica. La guardia carceraria gli aveva fornito un cellulare criptato e altri apparecchiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C’è anche un agente di polizia penitenziaria di Siniscola tra gli arrestati nell’ambito della maxi operazione della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari – indagine coordinata dal pm Danilo Tronci – che ha colpito la rete di fiancheggiatori del boss della mafia del Gargano, Marco Raduano, evaso dal carcere di Badu ‘e Carros a febbraio del 2023 e acciuffato in Corsica dopo un anno di latitanza.
Nella notte sono state eseguite 14 misure cautelari in carcere a carico di indagati residenti nelle province di Nuoro, Sassari e Venezia, ma anche a Bastia. Le accuse, a vario titolo, sono favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi, ricettazione e, per l’agente, anche la corruzione. Gli arrestati sono sardi, veneti e altri residenti in Corsica. In tuto le persone sotto accusa, a vario titolo, sono 58.
In base alle indagini svolte dallo Sco, dalle Sisco di Cagliari e Venezia e dalle squadre Mobili di Nuoro e Venezia, con la collaborazione del Nic della polizia penitenziaria, è stato ricostruito che Raduano avesse organizzato l’evasione – si era calato dalle mura con delle lenzuola annodate – con il supporto di un veneto. I preparativi della fuga sono stati agevolati dalla disponibilità di telefoni cellulari criptati e altri dispositivi che, secondo gli inquirenti, erano stati portati all’interno del carcere dall’agente di polizia penitenziaria corrotto.
Uscito da Badu ‘e Carros, Raduano avrebbe potuto contare su un periodo di copertura in territorio nuorese. Prima nel capoluogo barbaricino, poi a Bitti e, successivamente, ha trascorso quattro mesi in un luogo impervio di montagna, sotto una tenda. A giugno del 2023 si era poi trasferito in Corsica (dove sono stati effettuati alcuni arresti in esecuzione di un mandato internazionale), con un passaggio in Spagna, dove ha potuto contare sul sodale Gianluigi Troiano. Raduano ha potuto contare su un flusso continuo di soldi durante tutta la latitanza.
La copertura sarda sarebbe stata garantita da (almeno) un sardo, uno certamente di Orune: qui gli inquirenti hanno sequestrato a uno degli indagati un’arma detenuta illegalmente e tre chili di stupefacenti.
Le indagini non sono ancora concluse e non sono esclusi ulteriori sviluppi.
RADUANO HA RICOSTRUITO LE FASI DELLA SUA LATITANZA, DA NUORO A BITTI FINO A PADRU: I DETTAGLI
Fabio Ledda/E. Fr.