Apre a Cagliari il museo dei mattoncini Lego con creazioni ispirate alla Sardegna

01 aprile 2023 alle 14:49

C’è anche la Torre dell’Elefante in miniatura nel nuovo museo dei mattoncini Lego, nato nel cuore di Cagliari, in viale Trento.

Si chiama Karalisbrick e al suo interno “trovano casa” anche altri simboli della Sardegna – tra mete turistiche e monumenti – tutti rigorosamente realizzati con le famose costruzioni colorate. Da Cala Goloritzè alla Basilica di Saccargia, dal Santuario di Santa Maria di Vallermosa al Tempio di Antas di Fluminimaggiore. «Abbiamo realizzato anche la Basilica di Bonaria ma le sue dimensioni straordinarie non ci hanno permesso di farla passare dalla porta d’ingresso. Stiamo lavorando per rimpicciolirla ed esporla», racconta emozionato Maurizio Lampis, fondatore e presidente dell’associazione culturale che ha realizzato il piccolo museo del giocattolo.

Freschi di inaugurazione, avvenuta a fine marzo, gli spazi di Palazzo Merello sono stati immaginati e sognati anni fa, quando ancora il progetto sembrava lontano. «Tutto è nato quando, con il mio socio Gianluigi Cornaglia, eravamo solo due bambini con la passione innata per le costruzioni Lego. Negli anni non abbiamo mai messo da parte questo lato creativo della nostra vita e pian piano siamo riusciti a concretizzare questa mostra, che sarà permanente». Eppure, sino al giorno del taglio del nastro, il sogno dei due soci sembrava lontano. «Per tanto tempo abbiamo organizzato eventi in giro per i comuni della Sardegna – continua Lampis – e avendo collezionato più di 40 iniziative con un ottimo seguito, abbiamo deciso di fare il “grande passo”».

«I progetti esposti sono solo una parte di quelli che abbiamo realizzato. Per ultimarli ci mettiamo mesi e sono tutti frutto di progetti personali nostri. Non ci aiuta alcun tipo di tecnologia, è tutto frutto della nostra fantasia e dedizione», ci tiene a sottolineare Lampis che, negli anni, con l’associazione ha comprato e collezionato un numero infinito di mattoncini. «Solo qui dentro, con una rapida stima, ne abbiamo 500mila». E proprio per questo i mondi esposti non saranno mai gli stessi ma ruoteranno, «così anche tutti i lavori che ora non possiamo mostrare possano farsi conoscere dai nostri visitatori».

Veronica Fadda