Olcu biendi, il gigante assetato che si china verso il mare
Per molti popoli l’arcobaleno è un essere leggendario che si sporge dal cielo in cerca di acqua. In Gallura è un orco, in altre zone un serpente. Per tutti è la gioia del sole che torna dopo la pioggiaUn arcobaleno (Pixabay.com)
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Dame nere, come l’Accabadora, spiriti della notte, come Momotti e S’Ammuttadori. Sono tante le figure mitologiche sarde che popolano le leggende di Sardegna.
E non potevano mancare gli orchi. Uno in particolare, di cui si narra soprattutto in Gallura e che ha a che fare con l’arcobaleno. Stiamo parlando dell’Olcu biendi, ovvero l’orco che beve.
Che l’arco colorato che compare dopo la pioggia rappresenti in realtà un gigantesco essere fantastico è credenza diffusa anche in altri territori. E spesso e volentieri l’immaginazione popolare ha ravvisato nell’arco che a volte unisce cielo e mare uno di tali esseri, intento a sporgersi per bere o per portare acqua alle nuvole.
Nel Nord Sardegna, come detto, è un orco, ma in altri luoghi si ritiene sia un serpente oppure un drago.
Un’immagine poetica usata anche dal poeta latino Virgilio nelle Georgiche: “...et bibit ingens arcus” (e beve l’enorme arco).
Ma, nonostante sia chiamato in causa un orco, in generale l’arcobaleno è portatore di significati positivi. Se compare nel cielo sfoggiando i suoi colori meravigliosi, infatti, significa che il temporale è finito e, finalmente, sta per tornare il sole, simbolo di vita.
(Unioneonline/l.f.)