Is perdas de Sa Marchesa, l’antica leggenda
Una storia di avidità ed egoismo puniti ha come scenario il Monte Trigu in territorio di Riola SardoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Tra i tanti luoghi da visitare della Sardegna ci sono anche la costa del Sinis e il suo entroterra. Qui sorge una collina, denominata Monte Trigu, poco distante da Mont’e Prama e che nelle storie è sempre accoppiato a un’altra altura, il Monte e Palla. Località che fanno da scenario a una delle tante, suggestive leggende di Sardegna.
La leggenda di Is perdas de Sa Marchesa – La leggenda in questione è quella di Is perdas de Sa Marchesa, ovvero: le pietre della Marchesa. Una storia esemplare di avidità ed egoismo puniti: quelli di una nobildonna e proprietaria terriera, conosciuta da tutti come la Marchesa.
Il monte di paglia e il monte di grano – A testimoniare i fatti raccontati dalla leggenda ambientata in provincia di Oristano – e precisamente nel territorio di Riola Sardo - ci sono proprio, almeno così racconta il folklore isolano, il Monte Trigu (ovvero il monte di grano) e il Monte e Palla, ovvero il monte di paglia.
Le diverse varianti della leggenda – Ma veniamo alla leggenda: la versione più diffusa narra che, ai tempi di Tharros, una marchesa ricca e avara possedeva immense terre coltivate a grano. Insoddisfatta del raccolto, trattava male i poveri e non donava mai nulla. Un giorno, mentre gli operai trebbiavano con poco vento, un mendicante chiese l'elemosina, ma lei lo cacciò sgarbatamente. Quel povero era Gesù, che, per punirla, trasformò i mucchi di grano e paglia in colline: nacquero così Monte Trigu e Monte e Palla. La marchesa, terrorizzata, fuggì su una carrozza, ma a metà strada fu pietrificata. Anche i cavalli, fermati nei pressi di Santa Caterina, divennero roccia: oggi sono noti come "Is perdas de sa marchesa".
In un’altra variante non è Gesù in persona a trasformare l’avida marchesa in pietra, bensì una punizione celeste, dopo che la stessa non volle spartire il suo abbondantissimo raccolto con le povere famiglie dei dintorni, alle prese con la carestia e che avevano invano bussato alla sua porta per avere aiuto e cibo di cui sfamarsi.
(Unioneonline)