Il Seicento fu, anche per la Sardegna, un secolo di sventure e calamità. Le cronache dell’epoca riportano una lunga serie di flagelli: carestie, locuste e, naturalmente, la peste che faceva strage in tutta Europa. Sventure che diedero origine a molte storie e leggende del folkore sardo.

E gli annali riportano anche la grave siccità che colpì il territorio di Cagliari nel 1605, riducendo alla fame la popolazione a causa della scarsità dei raccolti. 

Quell’anno si decise dunque di trovare un rimedio. Come? Organizzare una grande processione per chiedere al Cielo di far piovere. 

Così la racconta Sergio Atzeni nel volume “Storie di Sardegna” edito da L’Unione Sarda: «I baroni uscirono in processione dalla città murata, in carrozza, i servi vestiti di tela e incappucciati, a piedi nudi, in fila per due, gli anziani trascinando pesanti catene, i giovani flagellando se stessi con scudisci, tutti assieme cantando miserere e supplicando: “Domine, manda l’acqua”». 

Come finì? «La tradizione – prosegue Atzeni – recita che al tramonto di quel giorno apparve all’orizzonte la prima nube». 

© Riproduzione riservata