Madrid, Roma e Parigi. Si seguito, uno dopo l’altro. La stagione internazionale del tennis sulla terra battuta entra nel vivo e al Roland Garros decreterà il re dell’argilla, come la chiamano sdegnosamente i suoi detrattori, americani e australiani in primis. Per gli europei invece è la superficie regina, basta scorgere l’albo d’oro di questi tornei. Per gli italiani, poi, è la superficie nazionale, considerando i successi negli slam degli azzurri (Nicola Pietrangeli due volte, Adriano Panatta e Francesca Schiavone hanno trionfato a le Bois de Boulogne).

E quest’anno ci sono due giovani da tenere in massima osservazione: Jannik Sinner, stella già consacrata del circuito internazionale, e Lorenzo Musetti, talentuoso astro in ascesa. Il terzo azzurro ai vertici mondiali, Matteo Berrettini, finalista lo scorso anno sull’erba  di Wimbledon, invece è reduce da un intervento chirurgico ed è in ripresa.

Antonio Zucca, trentenne sardo di Porto Torres, ex campione sardo assoluto di doppio e in passato 2.3 nelle classifiche nazionali, ma capace anche di conquistare alcuni punti nella graduatoria mondiale, è l’unico tecnico sardo che frequenta i tornei mondiale come coach: allena la sua fidanzata, la tedesca Laura Siegemund, 34enne ex numero 27 al mondo e adesso in risalita dopo una lunga serie di guai fisici. A Zucca il compito di confrontare i due giovani rampanti del tennis italiano, Sinner e Musetti.

A bruciapelo: chi preferisce?

«Domanda difficile. Sinner è un giocatore solido, fortissimo, che già ha dimostrato di poter competere ai massimi livelli anche se ha solo vent’anni e ne compirà ventuno il 16 agosto. Musetti è un anno più giovane e ha un tennis fantastico, più estroso, forse preferisco assistere ai suoi match, da spettatore».

Jannik Sinner (foto Ansa)
Jannik Sinner (foto Ansa)
Jannik Sinner (foto Ansa)

Il miracolo Sinner, provi a spiegarlo.

«E’ un giocatore che rispetto alla sua età sembra un giocatore già affermato ed esperto, ha una grandissima capacità di concentrazione, di attenzione, “di testa”, come si dice in gergo, pensa come i campioni. Questo probabilmente il suo segreto».

Il servizio è da migliorare.

«La prima palla viaggia, la seconda meno e a certi livelli si diventa vulnerabile. Sicuramente i colpi al volo non sono al livello di quelli al rimbalzo. Ma ripeto, stiamo parlando di un quasi ventunenne che è stato già tra i primi dieci del mondo, di un potenziale futuro numero uno al mondo».

C’è l’incognita infortuni tra Madrid, Roma e Parigi.

«Già, bisogna vedere in che condizioni arriva dopo i problemi ai piedi per le vesciche».

Musetti delizia i palati fini.

«Ha un rovescio a una mano spettacolare, una facilità di approccio alla palla fantastico e – come Sinner – ha importanti doti fisico-atletiche. Gli manca un po’ si esperienza e di ritmo a certi livelli, infatti per adesso si esprime meglio sulla terra anche se ha ottenuto buoni risultato anche sul cemento».

Anche lui potrebbe servire meglio.

«Anche in questo caso soprattutto la seconda palla. E comunque Lorenzo ha una battuta in kick a uscire che mi piace tantissimo e che gli apre gli angoli per i colpi successivi».

Qualcuno contesta la sua programmazione: Musetti gioca troppo?

«E’ normale per un giovane che deve crescere, fare esperienza, migliorare attraverso le partite. Certo, occorre anche preservare il fisico dagli infortuni, è fondamentale».

Jannik Sinner (foto Ansa)
Jannik Sinner (foto Ansa)
 Jannik Sinner (foto Ansa)

Madrid, Roma e Parigi. Le chance dei due azzurrini?

«Stiamo parlando dei tornei più importanti al mondo sulla terra battuta, non partono certo favoriti, ci sono giocatori che da più anni frequentano le finali dei tornei di questo livello. Un conto è dimostrare di poter competere a certi livello, un altro è pensare di battere in una settimana Nadal, Djokovic, Zverev, Tsitsipas, l’astro nascente Alcazar e Medvedev. Ma Sinner e Musetti in prospettiva futura sono a questi livelli».

Matteo Berrettini (foto AP)
Matteo Berrettini (foto AP)
 Matteo Berrettini (foto AP)

Quest’anno un azzurro potrà vincere uno slam?

«Berrettini è arrivato in finale a Wimbledon lo scorso anno. Poi ha avuto diversi infortuni, ma il romano è già ai livelli dei più forti anche considerando i piazzamenti slam. Sinner e Musetti? Mi sembra presto, ma nel futuro sì, anche se nello sport non si può mai dire».

E la Coppa Davis? Si tingerà di nuovo di azzurro?

«Con Berrettini, Sinner, Musetti, Fognini e Bolelli l’Italia ha una grande squadra».

Forse penalizzata dalla nuova formula: due singolari (e non più quattro) e un doppio.

«A mio avviso no. Quali altri paesi possono mettere in campo due singolaristi come Berrettini e Sinner»?

Wimbledon ha escluso dal torneo i giocatori russi, a causa della guerra.

«Io penso che sia una scelta sbagliata per tanti motivi. Gli sportivi non hanno nessuna responsabilità sulle scelte politiche e non si tratta di una sanzione nei confronti della Russia ma di una punizione ingiusta per chi frequenta il circuito internale come sportivo professionista. I tennisti russi si sono schierati pubblicamente contro la guerra e per la pace, hanno già subito il blocco di alcuni conti bancari, stanno pagando personalmente una situazione nella quale sono spettatori. Non penso che questa decisione dei dirigenti di Wimbledon possa portare qualcosa in favore della pace».

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