Le mura custodiscono ricordi, di sofferenza e speranza, di sentenze inappellabili e di ritorni alla vita. Su quei pavimenti in graniglia sono impressi pezzi di storia della sanità barbaricina e sarda. Il palazzo di via Demurtas era l’ospedale San Francesco di Nuoro fino al 1976 quando reparti e medici traslocarono nel nuovo, a Biscollai. “Il vecchio ospedale – si ricorda nel sito istituzionale della Asl - era stato inaugurato nel 1904, in un caseggiato spartano; negli anni, seppure tra mille difficoltà economiche, fu ampliato e migliorato anche nell’offerta sanitaria, raggiungendo negli anni ’50 un sostanziale completamento”.

Un interno del vecchio ospedale San Francesco (foto Pillonca)
Un interno del vecchio ospedale San Francesco (foto Pillonca)
Un interno del vecchio ospedale San Francesco (foto Pillonca)

Adesso il vecchio San Francesco, ultimato un lungo percorso di restauro che lo ha trasformato anche in un oggetto di culto per gli appassionati di storia (lo testimonia il successo delle Giornate Fai di Primavera che vi hanno fatto tappa), diventa una struttura polivalente che accoglierà il poliambulatorio ex Inam, l’ufficio di Igiene pubblica e altri uffici ora ospitati nell’ex brefotrofio e il consultorio familiare, e prenderà il nome di “Casa della Comunità San Francesco”. In attesa dell’inaugurazione ufficiale dei nuovi ambulatori, via Demurtas è già da tempo sede della direzione generale della Asl e custodisce le dotazioni tecnologiche per la telemedicina, tramite la quale l’azienda sanitaria è in grado di monitorare a distanza pazienti affetti da scompenso cardiaco in ogni angolo della provincia.

La sala di monitoraggio della telemedicina al vecchio San Francesco (foto Pillonca)
La sala di monitoraggio della telemedicina al vecchio San Francesco (foto Pillonca)
La sala di monitoraggio della telemedicina al vecchio San Francesco (foto Pillonca)

La ristrutturazione dello stabile è avvenuta in più tappe. Il primo intervento di restauro, il più cospicuo, era costato 5 milioni di euro e aveva contemplato “anche l’innalzamento di un piano dell’edificio”, ricorda Paolo Cannas, 49 anni, direttore generale della Asl di Nuoro. “La seconda tranche dei lavori, da due milioni di euro, aveva sostanzialmente garantito l’impiantistica e la messa a norma, l’ultima, da un milione e 150mila euro, ha riguardato la casa della salute che ospiterà medici di medicina generale e pediatri di libera scelta”.

Non è stato facile completare il percorso e l’opera. Cannas, all’atto del suo insediamento, ha dovuto risolvere alcune criticità.  “L’ultima impresa d’appalto era fallita. Era necessario il subentro per ultimare i lavori. Abbiamo poi acquistato un po’ di arredi e ciò che era necessario per mettere in opera la struttura. Mancano circa un milione e 250mila euro per completare i parcheggi interni e dotarci di fotovoltaico”. Nell’attesa il nuovo poliambulatorio, nel vecchio san Francesco, potrà riaprire i battenti.

Il nocchiero della navicella sanitaria pubblica nuorese annette grande importanza al trasferimento degli ambulatori di medicina specialistica nel vecchio San Francesco. Nel 2022 il poliambulatorio di Nuoro ha erogato oltre 39mila prestazioni. L’intero distretto in provincia ne ha fornito, nello stesso periodo, 51.704.  “Spostandoli e rivisitando la piattaforma ambulatoriale – dice Paolo Cannas – contiamo di aumentare moltissimo la produzione, di fare ordine anche in virtù dell’abbattimento delle liste d’attesa, per cui abbiamo un progetto ad hoc. Una struttura più moderna ed efficiente ci permetterà di incrementare le prestazioni in automatico”. Nell’auspicio che contestualmente arrivino specialisti a sufficienza per far fronte a una domanda di salute sempre più crescente. Non sono tempi facili per una sanità pubblica che mostra segni di agonia. Proprio per le carenze di medici, in ospedale, in città, e sul territorio di una provincia sempre più terra di frontiera.

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