La voce? Della Sardegna più autentica e più vera. L’anima? Di una donna che ama la sua terra e la sua lingua. Maria Giovanna Cherchi canta l’Isola, le sue passioni, i suoi misteri, la sua bellezza e la sua identità. In nove album già pubblicati con successo e nel decimo, in uscita a maggio, che ha il sigillo di un sodalizio di grande prestigio. Unionesarda.it oggi pubblica in anteprima il video di “Pedras fittas” (i menhir che non si piegano neanche nella tempesta), - testi di Bachisio Bandinu, musica di Gabriele Oggiano – uno dei brani più belli dell’intero lavoro discografico, un compendio della personalità artistica della cantante di Bolotana, della cifra letteraria dell’antropologo di Bitti e del talento dell’arrangiatore di Badesi. “È un ballo sardo che si muove nel solco della tradizione ma strizza l’occhio alla modernità”. La chitarra in distorsione in avvio è discreta, mini invasiva. “Non disturba. Insomma, l’intento è tutelare su connotu, aprendosi al futuro. Le canzoni di oggi devono essere il classico del futuro, preservando il loro dna, quello che abbiamo ereditato dai nostri avi”.

Pedras fittas, testi di bachisio Bandinu, musica di Gabriele Oggiano

L’intera carriera di Maria Giovanna Cherchi ha quest’impronta: è permeata dall’amore per la sua professione di insegnante. “Quando me lo domandano non so mai rispondere se sono un’insegnante per passione e cantante per professione o viceversa. Quarantatré anni, doppia laurea, in Scienze biologiche e in Scienze religiose, dà molta importanza alla spiritualità anche come fonte di ispirazione. “Aver cantato nella Grotta delle apparizioni a Lourdes ha rappresentato un momento magico: un silenzio totale che ti avvolge, la pietra che ti restituisce il suono, è stato un grande privilegio”. Uno degli album più fortunati, Pregadorias, è nato proprio dopo l’esperienza di Lourdes. “La mia tesi di laurea in Scienze religiose ha come tema i canti paraliturgici della Sardegna. E tutto questo lavoro di studi e di ricerca è confluito in Pregadorias. In genere io non amo riascoltarmi, invece Pregadorias lo riascolto con piacere perché vi ritrovo la mia anima”. L’anima dei sardi che vivono in Sardegna e di quelli che l’emigrazione ha strappato all’Isola, sos disterrados. E Disterrados è proprio il titolo di una trasmissione della Tgr Sardegna che presto vivrà il suo secondo ciclo e durante la quale la cantante di Bolotana visita i circoli dei sardi più longevi sparsi in Italia.

Televisione e cinema. Maria Giovanna Cherchi ha interpretato Maria Maddalena in Su Re, il film di Giovanni Columbu uscito nove anni fa. “Il cinema ispira, il set era bello, surreale. Viverlo era emozionante, rivederlo è stato ancora più emozionante. In palcoscenico ci si sente più forti”.

Maria Giovanna Cherchi (foto Mariano Cuccuru)
Maria Giovanna Cherchi (foto Mariano Cuccuru)
Maria Giovanna Cherchi (foto Mariano Cuccuru)

La voce di Maria Giovanna Cherchi non si è spenta neanche durante la pandemia. “Io sono stata una privilegiata nel senso che la mia lontananza dai palcoscenici è durata poco. Ho fatto un progetto che mi permetteva di esibirmi in santuari campestri, in sostanza non mi sono mai fermata. Ciò che mi è mancato veramente non era tanto la presenza popolare, quanto l’atmosfera di festa. La gente tra le bancarelle, il profumo del torrone, il ballo sardo, non poter baciare le signore che si portavano le sedie per assistere al mio concerto. La musica l’abbiamo ritrovata, non abbiamo più ritrovato l’atmosfera delle nostre feste, per esempio cittadini e turisti che facevano la fila per assaggiare un piatto di malloreddus”.

Maria Giovanna Cherchi (foto Pino Polesi)
Maria Giovanna Cherchi (foto Pino Polesi)
Maria Giovanna Cherchi (foto Pino Polesi)

Nell’auspicio che il Covid arretri davvero e la Sardegna possa tornare a respirare a pieni polmoni l’atmosfera delle feste paesane, Maria Giovanna Cherchi ha progetti immediati. A Pasqua canterà il Deus ti salvet Maria nella spianata di Gerusalemme con un artista nazionale (“Chi è? Ve lo dirò presto”), ma a lei piace ricordare soprattutto la collaborazione con gli artisti sardi, “Gino Marielli, Benito Urgu, persone con le quali da sempre ho un rapporto d’amicizia oltreché artistico”. Tra le suggestioni più belle, cantare davanti a due Papi. Incontrare Benedetto XVI a Cagliari fu un’emozione forte, l’ho aspettato tutto il giorno. Ricordo che sudavo, ma ho tenuto i nervi saldi ed è andata benissimo. Con Papa Francesco, è stato un appuntamento più familiare. Lo vedevo dall’altra parte del tavolo, nella sala del refettorio dei seminaristi. Poi mi ha chiamato a sé per stringermi la mano”.

Maria Giovanna Cherchi è Sardegna, identità. Dalla musica alla buona cucina. “I concerti della Via Lattea che portano me e altri artisti a esibirci nei caseifici sanciscono un bel binomio tra musica e gastronomia”. Sempre nel segno della lingua. “Vorrei che finalmente diventasse una materia scolastica, è quello lo snodo fondamentale dal quale si dovrebbe cominciare per non perderla definitivamente. La nuova legge aiuta, ma non basta. Me ne accorgo a scuola. I bambini fanno fatica non tanto nella comprensione di una poesia in sardo, quanto nell’esplicazione”.

Il fiorire delle note, secondo l’artista di Bolotana, testimonia uno stato di salute ottimo della musica tradizionale sarda, “che si conserva a una condizione imprescindibile. È necessario che siamo onesti. Noi interpreti dobbiamo essere puriste, le regole essenziali della nostra lingua vanno rispettate. Perché anche la lingua è come sas Perdas fittas”. Non si piega neanche davanti alla tempesta.  

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