Piolanas, piccolissima località nel cuore del Sulcis, custodisce il mistero di una delle storie più tragiche del Sulcis. Un mistero che risale al 5 novembre 1957 quando una maestra di 25 anni, Oretta Scalisi, venne uccisa lungo la strada che percorreva in bicicletta per raggiungere la stazione di Barbusi. Tre chilometri di aperta campagna che la giovane insegnante percorreva ogni giorno con il cuore in gola, al mattino quando, arrivata da Cagliari, doveva raggiungere la sua classe che per la prima volta, quell’anno avuto una maestra assegnata per tutto l’anno, e poi il pomeriggio, per tornare alla stazione di Barbusi e poi rincasare a Cagliari, dal marito e dai suoi bambini.

Aveva paura Oretta, l’aveva detto più volte prima di quella tragica giornata in cui trovò un bruto – o forse più di uno, lungo la strada. Le cronache di quei giorni sono confuse come presumibilmente furono confuse quelle giornate dopo che la giovane maestra perse la vita quel maledetto 5 novembre. Il marito la aspettava a casa con i bambini ma alla solita ora non si era presentata. Alla stazione non l’avevano vista e non scese nemmeno dal treno successivo. I controlli scattati insieme all’allarme rivelarono che Oretta non era mai arrivata nemmeno alla stazione di Barbusi e così le ricerche, dei carabinieri e dei suoi parenti si concentrarono in quei tre chilometri di campagna. La sua bicicletta nascosta tra i cespugli e poi una sua scarpa, persa forse mentre lottava disperatamente con il suo assassino, portarono sino al suo corpo esanime da ormai tante ore. Le indagini non durarono tanto.

L'articolo de L'Unione Sarda che raccontò l'omicidio
L'articolo de L'Unione Sarda che raccontò l'omicidio
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Tutti gli uomini della piccola borgata furono portati in caserma ma poi le indagini si concentrarono su un’unica persona. Era un contadino, Angelo Manca. I bulloni trovati vicino al corpo di Oretta avevano portato a lui che, si disse, con dei bulloni simili le aveva riparato la bicicletta. Inutile ogni tentativo di difesa, compreso un alibi che lo vedeva a Cussorgia all’ora del delitto. Anche perché qualcuno disse che forse si era allontanato proprio a quell’ora. Anche su questo punto le cronache di allora sono contrastanti. Fu arrestato ma nessuno sospirò di sollievo perché erano tanti i dubbi. Dubbi che divennero più grandi quando, il 12 novembre Angelo Manca morì suicida in carcere gridando la sua innocenza. L’istruttoria si chiuse per morte del presunto reo. Quel crimine è tutt’ora velato dal mistero, perché dopo quel suicidio tante voci si rincorsero e rimase sempre il dubbio che la morte della maestra Oretta, fosse rimasta senza un vero colpevole. Ancora oggi il mistero resta aperto. Oggi forse i moderni strumenti di indagine potrebbero chiarire tanti dubbi.

Grazie all’associazione di Carbonia “Senso Comune” si è riparlato di recente della storia di Oretta. Grazie al lavoro dei volontari che hanno ripulito i sentieri e ripristinato la lapide commemorativa, ora è possibile ripercorrere a piedi quella stradina che Oretta percorse in bici, dopo aver salutato i suoi scolari di Piolanas. I volontari hanno ripulito l’area circostante e ora c’è anche una panchina dove ci si può sedere: “Ci piace pensare che Oretta ci abbia guardato mentre ripulivamo tutto – dice Monica Pinna, presidente di Senso Comune – non vogliamo prendere posizione su quanto accadde quel giorno, ma vogliamo che la storia di Oretta non sia dimenticata. Ci piacerebbe che qui venissero le scolaresche, che questa fosse una tappa quando si parla di violenza sulle donne, quando si parla di prevenzione. Perché oggi come allora se ne parla ancora troppo poco”.

I volontari dell'associazione Senso Comune\u00A0 - foto Stefania Piredda
I volontari dell'associazione Senso Comune\u00A0 - foto Stefania Piredda
I volontari dell'associazione Senso Comune  - foto Stefania Piredda

Grazie a Oretta le maestre ottennero giustizia: marciarono invocando il suo nome, chiedendo che le maestre potessero avere maggiori tutele, le stesse che venivano offerte ai maestri uomini ai quali invece venivano affidate classi in scuole più facili da raggiungere. Per sostituire Oretta, alla fine del 1957, fu inviato un maestro. Era un primo passo anche se c‘era ancora tanta strada (e tanta ce n’è ancora) da percorrere per far sì che le donne potessero avere gli stessi diritti dei colleghi uomini.

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