Come di consueto, è opinione corrente (nelle stanze damascate di chi ha potere di governo, sia esso locale o nazionale) che basti una banale penna o una tastiera di pc per cancellare un numero indicato nel codice di procedura penale sostituendolo con una cifra differente, possibilmente maggiorata, per risolvere un problema. Di norma relativo a cattivi comportamenti e abitudini degli italiani, in non ridotta parte poco avvezzi a rispettare le regole, anche perché ragionevolmente sicuri di passarla liscia. Del resto si sa (o quantomeno si dice): uno dei problemi principali del nostro consesso civile è la non certezza della pena.

Rifiuti abbandonati a Sant'Antioco
Rifiuti abbandonati a Sant'Antioco

Rifiuti abbandonati a Sant'Antioco

Il provvedimento

Così ecco l’abitudine di dar vita a provvedimenti normativi di facile presa sulla società civile ma difficile applicazione pratica. Abitudine propria di ogni coalizione di qualunque colore e, dunque, metodo utilizzato ora anche da chi sta a Palazzo Chigi da un anno e poco più (vedasi i decreti rave, Cutro e così via). Non ultimo, o forse sì per tempistica e importanza, quello relativo all’abbandono dei rifiuti negli spazi pubblici: comportamenti squalificanti e purtroppo frequenti che il centrodestra ha deciso di punire in maniera differente rispetto al passato, nella speranza che lo spauracchio di una punizione più severa spinga i maleducati a tenere in casa, o conferire secondo norma, il sacchetto con l’umido, il secco, la plastica e tutto ciò che più non serve.

Macerie abbandonate nelle campagne di Dolianova
Macerie abbandonate nelle campagne di Dolianova

Macerie abbandonate nelle campagne di Dolianova

Il reato

Nel codice il reato di riferimento è l’abbandono di rifiuti, articolo 255, in base al quale “chiunque abbandona o deposita rifiuti ovvero li immette nelle acque superficiali o sotterranee è punito con l’ammenda da mille a diecimila euro. Se l’abbandono riguarda rifiuti pericolosi, la pena è aumentata fino al doppio”. In sostanza una pratica incivile prima inquadrata come illecito amministrativo, che aveva come conseguenza una sanzione (da 300 a mille euro), a meno che si trattasse di un illecito commesso nell'esercizio di impresa, da qualche mese è diventata un illecito penale (il che comporta denuncia, inchiesta, eventuale processo, condanna, assoluzione o più probabile prescrizione dopo anni di lavoro giudiziario). Butti un sacchetto di spazzatura in campagna, lungo le strade, in acqua, dove capita? Se ti identificano, finisci sotto procedimento penale. A ogni comportamento simile corrisponde l’apertura di un nuovo fascicolo da assegnare a un singolo pubblico ministero.

Rifiuti gettati a ridosso del Simbirizzi
Rifiuti gettati a ridosso del Simbirizzi

Rifiuti gettati a ridosso del Simbirizzi

Efficace o no?

Iniziativa giusta? Forse. Efficace? Ne dubitiamo. Per la stessa ragione spiegata qualche settimana fa su questa rubrica parlando del traffico e dell’intralcio alla circolazione creato dalle auto posteggiate in doppia fila, comportamenti a loro volta passibili di processo. Non c’è il personale (giudiziario e amministrativo) sufficiente a istruire e portare avanti un’inchiesta su queste violazioni di legge. Come già spiegato di recente, sulla base di appelli lanciati dagli addetti ai lavori, gli uffici giudiziari di tutta Italia sono ingolfati da decine di migliaia di fascicoli che riguardano i più vari comportamenti umani: non solo delitti gravi quali omicidi e femminicidi, violenze sessuali, rapine, assalti armati ai furgoni portavalori, ma anche lesioni, ingiurie, insulti, problemi di condominio, violazione di proprietà privata, truffe, occupazione abusiva di suolo pubblico, rumori molesti eccetera eccetera eccetera.

Rifiuti lasciati a bordo strada
Rifiuti lasciati a bordo strada

Rifiuti lasciati a bordo strada

Ultimo in lista

E allora, è molto probabile che la denuncia per l’abbandono indiscriminato di rifiuti non abbia nelle Procure d’Italia la corsia preferenziale che magari ci si aspetterebbe, posto il risicato numero di magistrati in servizio. Anzi: il fascicolo, come quelli relativi al traffico, potrebbe serenamente finire alla base di una colonna di incartamenti parecchio alta, ultimo in lista (o tra gli ultimi, a meno di comportamenti che mettano a rischio la salute pubblica o comunque di un certo reale rilievo) tra le priorità di chi indaga. A Cagliari come negli altri uffici giudiziari d’Italia.

Forse era meglio prima, quando comportamenti simili andavano a toccare più celermente il portafogli delle persone. Punto dolente e certamente più sensibile. Questo sì, di immediato e comprensibile impatto.

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