Se non siete metal nerd cresciuti nei ’90 questo articolo non vi dirà nulla. Se pensate che i Maneskin siano rock non avete mai ascoltato i Nanowar of Steel.

I Nanowar sono una fun-parody-metal band romana con 20 anni di attività e centinaia di concerti in tutta Europa. Citazioni, sarcasmo, tecnica superiore. I quattro capoccioni sono un enciclopedia rock a cui attingono suoni, riff, testi per poi rivederli e miscelarli. Ci hanno perfino rivelato come Odino in realtà lavori all’Ikea (Valhalleluja) e su Urano si balli come i Bee Gees (Uranus).

La line-up è stabile dal 2013: Potowotominimak (Carlo Alberto Fiaschi), voce, Mr. Baffo (Raffaello Venditti), voce, Mohammed Abdul (Valerio Storch), chitarra, Gatto Panceri 666 (Edoardo Carlesi), basso, Uinona Raider (Alessandro Milone), batteria.

Musicisti veri, cresciuti  a power metal, Metallica, Black Sabbath, Iron Maiden, oscure black metal band svedesi ma anche Battiato. Il credo del combo è smontare, distruggere, dissacrare. Il grande pubblico li ha conosciuti per Norvegian Reggaeton, il romantico incontro tra il viking rock e le mondiale ossessione latina per il binomio donne ballanti+ritmo facile facile. Milioni di visualizzazioni sul web hanno portato i Nanowar sui palchi di mezza Europa. Sul palco vestono tutù da danza, parrucche colorate, look hipster. Nulla a che fare con un suono devastante, nudo e crudo.

L’hard rock della golden age è il terreno in cui è cresciuta la follia deI Nanowar, il cui stesso nome è un omaggio ai Manowar. Nanowar Of Steel, è un ulteriore canzonatura dei Rhapsody, che hanno cambiato il loro nome in Rhapsody Of Fire.

I Nanowar nascono nel gennaio 2003 quando Gatto Panceri 666, futuro leader del gruppo, registrò il primo demo della band, True metal of the world: contenente sei canzoni tra le quali The Only Forest of the True Metal and the Other Heavy Minerals e True Metal of Steel. A febbraio e ad aprile dello stesso anno entrarono nel gruppo Potowotominimak, Uinona Raider, Mohamed Abdul e Sir Daniel che completarono la prima line-up della band, con la quale il gruppo registrò il loro secondo demo, Triumph of true metal steel, che, uscito a giugno del 2003, vendette intorno alle 600 copie. Fra le parodie più note dei Nanowar vi sono Master Of Pizza (Master of Puppets dei Metallica), Emerald Fork (Emerald Sword dei Rhapsody Of Fire, parodizzata anche con la canzone Rap-Sody) e The Number of the Bitch (The Number of the Beast degli Iron Maiden).

Ma il vero successo arriva attraverso la collaborazione meno plausibile del mondo, quella con Giorgio Mastrota. Nel 2012 il gruppo pubblica il brano Giorgio Mastrota (The Keeper Of Inox Steel)", riscuotendo un notevole successo di pubblico, e nel 2013 la band torna in studio per preparare un cofanetto celebrativo dei 10 anni di attività contenente un Dvd live, un best-of dei primi lavori e nuovo materiale. Il 2 agosto 2013, dopo una collaborazione iniziata a marzo che ha richiesto "155 dies de laboro", il gruppo ha pubblicato il video dell'inno ufficiale di Feudalesimo e Libertà.

Ma per arrivare alla vera svolta bisogna attendere il 2021 con Nel giugno 2021 i Nanowar of Steel lanciano su Youtube “La polenta taragnarock”, il Singolo con la partecipazione speciale di Giorgio Mastrota. Dopo essere stato protagonista del testo del primo singolo di successo e di una  serie a fumetti, Giorgio scende in campo di persona ed interpreta un vichingo valtellinese impegnato nella preparazione del famoso piatto: la polenta taragna per poi diventare un vichingo della Valhaltellina nel corso del video. Un milione di visualizzazioni sul Tubo hanno regalato ai Nanowar l’invito all’Eurovision festival.

Ma la saga dei Nanowar pare appena cominciata. Dopo un’estate in giro per i festival di tutta Europa il 2023 porta in dote il nuovo disco Dislike to false metal, annunciato dal singolo Disco Metal, che vuole ripetere il successo di Norvegian Reggaeton. Risate assicurate. Che Odino ci protegga. 

Simone Loi

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