Maran a Brescia prova a riprendersi la Serie A con Cellino
L’ex tecnico rossoblù, fresco di rinnovo contrattuale, sembra aver sfatato alla guida delle Rondinelle la “maledizione” di Cagliari-LazioIl suo sogno nel cassetto è stato a lungo quello di tornare a Cagliari per sfatare la “maledizione” di quell’interminabile sfida contro la Lazio. Il 16 dicembre 2019 faceva freddo. E quella sera la sua carriera prese per la prima volta una piega negativa. Rolando Maran se lo ricorda bene. L’ex tecnico rossoblù non ha mai nascosto che Cagliari-Lazio ha segnato la sua vita sportiva, dopo i fasti di Varese, Catania, Chievo Verona, di cui fu bandiera e capitano anche in campo quando la Serie A, per la seconda squadra scaligera, era ancora un miraggio. Dopo gli esoneri di Genoa e Pisa e un periodo di inattività, nell’ultima stagione è ripartito dalla Serie B, portando il Brescia dentro la griglia dei playoff promozione. Il presidente Massimo e Cellino, storico patron del Cagliari (ora a Brescia) prima dell’inizio dell’era Giulini, gli ha dato ancora fiducia e, a giudicare dai primi passi di questa stagione, le Rondinelle possono sperare di giocare come minimo un campionato d’avanguardia.
Rinnovo. Tanto che, nei giorni scorsi, il club lombardo gli ha prolungato il contratto fino al 2026. Maran è stato senza ombra di dubbio il fattore chiave che ha fatto svoltare in positivo la stagione del Brescia, raggiungendo la salvezza con largo anticipo e conquistando uno spareggio playoff che sarebbe benissimo potuto finire diversamente. In panchina dallo scorso novembre, ha diretto il Brescia in 27 partite vincendone 9, pareggiandone 11 e perdendone 7. Una prestazione che evidentemente è piaciuta eccome a Cellino, che ha deciso di tenerselo stretto. Assieme a Maran prolungamento in blocco per l'intero staff tecnico, compreso l'allenatore in seconda Christian Maraner, suo storico "braccio destro", avendo già condiviso le esperienze alla guida di Bari, Triestina, Vicenza, Varese, Catania, Chievo, Cagliari, Genoa e Pisa.
La “maledizione”. Eppure, nella serata del 16 dicembre del 2019, alla Domus Maran respirava un’aria comunque diversa. Il Cagliari, che fino a quel momento veleggiava tra la zona Champions e la zona Uefa, era opposto alla Lazio. E sembrava andare tutto bene. In vantaggio dopo otto minuti con il Cholito Simeone, i rossoblù sbagliano un paio di occasioni per raddoppiare (una clamorosa con lo stesso argentino) e, nel finale, subiscono le scorribande della Lazio, all’epoca allenata da Simone Inzaghi. La difesa sembra reggere, ma i nove minuti di recupero decisi dall’arbitro Maresca sono un presagio nefasto agli occhi del pubblico rossoblù. E, infatti, puntuale, arriva il pareggio al 93’ di Luis Alberto. Il Cagliari è sulle gambe e ci pensa Caicedo, quando il cronometro segna il 98’, a spegnere sul più bello i sogni di gloria. Per la Lazio è l’ottavo successo di fila, per il Cagliari l’inizio di una maledizione che portò, prima dell’esplosione della pandemia, in appena due mesi, a una serie interminabile di sconfitte. Una situazione che costò cara a Maran, su cui – nel periodo d’oro di quell’annata – erano fitte le voci di un possibile passaggio alla Lazio nella stagione successiva. Ma fu esonerato.
Nuova verve. Quella maledizione ha seguito Maran per qualche anno, fino all’arrivo a Brescia. Dove, a 61 anni, sembra aver ritrovato la verve dei giorni migliori. Non a Cagliari, ma alle dipendenze di un cagliaritano.