È sempre la stessa storia. La siccità minaccia la Sardegna e la classe politica s’indigna, protesta e propone una lista di soluzioni e rivendicazioni che invariabilmente resta lettera morta. Così è da sempre, un sortilegio che condanna l’isola a commettere gli stessi errori all’infinito. Col risultato che la successiva carestia cozzerà con problemi rimasti intatti dalla volta precedente.

Consultando l’archivio dell’Unione Sarda, si scopre che vent’anni sono passati invano. Ecco un campionario di titoli-occhielli-catenacci e i relativi articoli pubblicati sull’argomento. Cronache del passato che potrebbero essere ripubblicate oggi cambiando solo i nomi de protagonisti.

13 luglio 2002

Le Regioni e il capo dello Stato chiedono al governo misure concrete per il Mezzogiorno e le Isole

Allarme siccità, interviene Ciampi    

In Sardegna l'emergenza più grave degli ultimi cent'anni      

«Un anno terribile, la siccità più grave degli ultimi cent’anni. A dirlo sono gli esperti del Sar, il servizio agrometeorologico regionale, che hanno presentato uno studio sulla piovosità nell’Isola. In un anno sono stati persi 464 milioni di metri cubi: a giugno del 2001 l’acqua invasata si attestava a quota 866 milioni di metri cubi, contro i 402 milioni di quest’anno. E ieri, dopo l’appello del governatore che ha chiesto l’intervento del governo, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha assicurato che l’esecutivo «è al lavoro per risolvere l’emergenza idrica». E ha ricordato i fondi (2.600 miliardi delle vecchie lire per la Sardegna) già stanziati».

29 luglio 2006

Coldiretti e Cia stimano in 35 milioni i danni in Sardegna. Chiesto lo stato di calamità

Afa e siccità, raccolti a rischio

Allarme per la produzione di pomodoro e vigneti

«L’afa e la siccità, oltre l’emergenza blackout, provocano danni anche all'agricoltura sarda. A rischio la raccolta del pomodoro. La siccità e il caldo record stanno mettendo in ginocchio il settore. Così come in molte altre regioni italiane, anche in Sardegna le organizzazioni agricole lanciano l’allarme: l’afa e la mancanza di piogge da cinque mesi hanno già provocato danni ingenti. A livello nazionale si stimano perdite per 500 milioni di euro e in Sardegna una prima conta supera i 30 milioni, 35 secondo la Cia. “Ma si tratta soltanto di una stima iniziale”, spiega Vito Tizzano, direttore regionale di Coldiretti, “ritengo che allo stato attuale i danni siano maggiori”. Da qui la richiesta di calamità naturale».

10 settembre 2008

Colpita soprattutto la zona sud dell’isola

Siccità in Sardegna, Confagri lancia l'allarme

«Sos di Confagricoltura per la siccità nel Mezzogiorno. Situazione grave nel sud della Sardegna. Netto calo per la vendemmia. Ritorna l’allarme siccità nel Mezzogiorno. E un posto d’onore, suo malgrado, è occupato dalla Sardegna. I tecnici di Confagricoltura stanno monitorando costantemente lo stato delle coltivazioni in tutte le regioni meridionali. Particolarmente drammatica, si legge in una nota dell'organizzazione presieduta da Federico Vecchioni, “è la situazione nel Sud Sardegna per la persistente carenza idrica, con danni alle colture, viticoltura compresa, che ha spinto a chiedere lo stato di calamità naturale"».  

28 marzo 2012

Allarme siccità

«Stato di calamità per la Sardegna»        

«Dopo la neve dei mesi scorsi ci mancava anche la siccità”». È questa l’amara constatazione del presidente regionale di Coldiretti, Marco Scalas, di fronte al preoccupante andamento stagionale delle piogge. «Le nostre aziende attraversano un momento estremamente difficile - spiega Scalas - dopo i danni per le nevicate dei mesi scorsi, per le quali le imprese ancora si leccano le ferite, arriva l’assenza della pioggia a completare il danno». Il problema è serio «e colpisce in particolare le aziende agropastorali - aggiunge Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna - le scarse piogge stanno costringendo gli allevatori ad acquistare i mangimi, con incrementi di costi difficilmente sostenibili. Abbiamo chiesto all’assessore Cherchi di intervenire avviando l’iter per il riconoscimento dello stato di calamità naturale».

11 novembre 2015

Allarme in Goceano e Gallura. Maninchedda: «Servono opere strategiche»    

Siccità, appello al governo

Invasi vuoti: la Regione invoca lo stato di emergenza  

«La siccità in Sardegna non è più un’allerta ma un vero e proprio pericolo, tanto che la Regione chiederà al governo lo stato di emergenza. Nei principali invasi l’acqua scarseggia e da una prima analisi, fatta dall'Osservatorio di monitoraggio della siccità, nei bacini di Sos Canales, Mannu di Pattada e Liscia risulta che l'acqua è sufficiente per sessanta o novanta giorni al massimo. “Già da ora si possono realizzare alcuni interventi”, spiega l’assessore dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda, “ma comunque abbiamo bisogno di poteri speciali per realizzare opere strategiche e risolutive”».

24 luglio 2017

Il governo attiva il Fondo di solidarietà: tasse sospese agli agricoltori

Siccità, la Sardegna è emergenza nazionale

«Pastori e agricoltori non dovranno sbattere la testa al muro perché non sanno come pagare la rata del mutuo, le tasse e i contributi previdenziali. I pagamenti sono sospesi, ed è questa la più immediata delle misure previste dal governo con l’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale per il sostegno al comparto agricolo sfiancato da mesi di siccità. A giugno la Regione ha dichiarato (prima in Italia, assieme alla Toscana) lo stato di calamità e adesso l’Isola assetata è tra le emergenze nazionali».

30 gennaio 2018

Ramazzotti (Abbanoa) avverte: «Servono interventi d’emergenza»

La siccità fa paura: per l’estate arrivano i dissalatori in affitto

«Nell’area metropolitana di Barcellona - 4,5 milioni di abitanti, quasi tre volte quelli della Sardegna - la siccità è stata scacciata con i dissalatori: quattro impianti soddisfano più del 20 per cento del fabbisogno idrico e consentono di attingere sempre meno dai bacini. L’ultimo stabilimento, inaugurato nel 2009, è costato 230 milioni di euro, finanziati per tre quarti dall’Unione europea. In Sardegna i tre macchinari per togliere il sale dall'acqua di mare, installati negli anni '90 a Villasimius, Carloforte e La Maddalena, non sono mai entrati in funzione. (...) Impianti di dimensioni ridotte possono essere affittati dai 100mila euro in su al mese e sono in grado di produrre 20 litri di acqua al secondo. Non sono tantissimi, ma possono servire per evitare (o ridurre) i razionamenti, che altrimenti sarebbero inevitabili. E il punto più importante è proprio questo: visto che non piove e gli invasi sono sotto il livello di guardia ormai da un anno, la prossima estate rischia di passare alla storia come quella della nuova emergenza idrica. Gli impianti di dissalazione in grado di produrre milioni di litri al giorno, come quelli di Barcellona, possono servire a risolvere il problema nel lungo periodo».

2 febbraio 2018

Restrizioni in vista, la Regione valuta  lo stato di calamità

«Sulla mappa del distretto idrografico si sono accese cinque spie rosse: gli invasi di Maccheronis, Olai, Govossai, Punta Gennarta e Medau Zirmilis sono arrivati al livello di allerta. Non è un caso che da settimane, tra gli uffici della Regione, quelli di Abbanoa e dell’Enas - che gestisce gli invasi - rimbalzi un tam tam sempre più insistente: la dichiarazione dello stato di calamità naturale. Una richiesta che la Sicilia ha già notificato al governo per risolvere l'emergenza di Palermo. (...) L’altro capitolo riguarda le opere per cercare di gestire meglio le poche risorse a disposizione. Ci sono gli interventi per aumentare la capienza delle dighe (a disposizione 115 milioni di euro), ma non si tratta di una soluzione-lampo: per collaudarle bisognerebbe riempirle, dunque tutto rinviato a periodi più fortunati. È più vicina invece la realizzazione del quarto lotto del collegamento che dovrebbe portare le acque del Tirso e del Flumendosa fino a Carbonia e Iglesias. Data prevista per il battesimo della condotta: 2020. “Purtroppo il clima si evolve più velocemente della nostra capacità di fare le opere”, sospira l’assessore ai Lavori pubblici. Ecco perché secondo Balzarini è meglio puntare su due elementi. Primo: “Il risparmio delle risorse”. Secondo: “Un maggiore utilizzo dei reflui. Gli impianti di depurazione che abbiamo a disposizione sarebbero in grado di coprire almeno un terzo del fabbisogno irriguo”».

25 luglio 2020

Piano invasi. Solinas: Sardegna discriminata dal Governo

«Infrastrutture idriche e siccità: le risorse per l'Isola sono poche»  

«”I criteri individuati dal governo per gli investimenti nel settore idrico discriminano la Sardegna”. L’ha ribadito ieri il presidente della Giunta Christian Solinas e l’ha ripetuto l’assessore ai Lavori pubblici Roberto Frongia nel corso della videoconferenza sul Piano invasi organizzata dalla struttura dighe del Mit, presenti le Regioni, Arera (Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente), e tutti i soggetti che operano nel mondo dell’acqua (per la Sardegna anche Autorità di distretto idrografico). Secondo il governatore, “i criteri di ripartizione delle risorse individuati dal governo non tengono conto delle peculiarità dell’Isola, che dipende per il 74,55% da bacini artificiali e sbarramenti alti fino 112 metri”. Attraverso il piano nazionale verranno programmati 540 milioni di euro per la mitigazione dei danni da siccità e per il potenziamento delle infrastrutture idriche, comprese le grandi dighe. Ma alla Regione toccherebbe ben poco se rapportato al fabbisogno. Solinas ha ricordato che “abbiamo già espresso parere contrario per via giudiziaria attraverso il ricorso presentato qualche mese fa”».

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