L’ennesimo show dei Misseri in tv, povera Sarah Scazzi
Prima l’intervista di Valentina che su Rai 3 accusa il padre di aver violentato e uccisa la cugina. Poi, a distanza di quarantotto ore, lo stesso zio Michele a Le Iene si intesta la morte della nipotePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Uno show. Penoso. Un altro. E anche in assenza di fede non si può non pensare al tormento di Sarah Scazzi, strangolata dalla cugina Sabrina Misseri e dalla zia Cosima Serrano il 26 agosto del 2010, ad Avetrana. Siamo nel Salento settentrionale, un lembo di Puglia che nessuno conosceva sino a quanto le telecamere non si accesero su quel paesino da meno di 7mila anime, in provincia di Taranto. Per settimane si cercò una ragazzina bionda, di appena quindici anni, che quel pomeriggio sarebbe dovuta andare al mare con l’assassina e un’amica. Ma Sarah sembrò sparita nel nulla. Portata via da chissà chi. Invece anche per la Cassazione, nel terzo e ultimo grado di giudizio, Sarah è stata ammazzata nel garage di casa da cugina e zia, condannate all’ergastolo.
A quattordici anni dall’omicidio, a distanza di appena quarantotto ore, i Misseri che non sono in carcere hanno parlato in tv. L’11 ottobre, a Farwest, su Rai 3, in tv è andata Valentina, sorella di Sabrina e figlia di Cosima e Michele. La donna dice di non avere dubbi. E a domanda precisa sul fatto che sia stato il padre ad ammazzare Sarah, chiosa: «Ma strasicuro proprio». E poi: «Secondo me lui ci ha provato con Sarah. Giustamente lei si è rifiutata. E forse lì mio padre ha temuto che Sarah l’avrebbe raccontata a noi anche per salvarsi o per scappare. Quindi secondo me lui è lì che poi l’ha voluta zittire, l’ha voluta zittire per sempre». Quindi la lamentela personale sul fatto che «buona parte dell’opinione pubblica pensa che io faccia parte comunque di una famiglia di assassini, quindi vengo chiamata assassina».
Valentina Misseri non l’ha chiusa lì. È andata ancora avanti. Senza portare uno straccio di prova, sulla responsabilità del padre ha aggiunto: «Un po’» – come se “un po’” avesse un qualche valore processuale, «sono proprio le carte che me lo dicono, perché comunque la prima versione ha un senso logico, cioè lineare. Si capisce cioè una storia, per quanto brutta, banale, anche una banalità che non è stata accettata. Tutto il resto per me è la sceneggiatura di un film. Dall’altra c’era proprio l’intenzione dall’inizio di prendere mia sorella».
Due giorni dopo l’intervista a Farwest, domenica 13 ottobre, a Le Iene si fa intervistare Michele, che la sua condanna l’ha già scontata. Otto anni di carcere per aver gettato Sarah in un pozzo di Avetrana, una volta ammazzata. Misseri era in cella dal 2017, a Lecce. È uscito l’11 febbraio scorso, con un anno di anticipo per buona condotta. L’intervista è agghiacciante: il giornalista Alessandro Sortino, che in un passaggio fa sapere di aver chiacchierato con Misseri il giorno prima della registrazione, parla al suo posto. Le difficoltà di Misseri a esprimersi sono note. Ma qui non si tratta di sostenerlo in una confessione: a Misseri vengono date vere e proprie imbeccate per rendere la puntata una confessione bomba.
Non è la prima volta che Misseri si immola sull’altare della mattanza familiare. Già nel 2010, prima che la figlia e la moglie finissero in carcere, fu lui a intestarsi l’omicidio di Sarah. Sempre con versioni strampalate. Di certo mai prima d’ora aveva parlato di violenza. Invece nella puntata de Le Iene dell’altro giorno dice, sempre aiutato dal giornalista, di «essersi eccitato» quel giorno di agosto per aver visto la nipote vestita come mai prima.
Ce ne sarebbe abbastanza per rivoltarsi. Per trovare insopportabile quella ricostruzione, quel delirante racconto che non poggia sul nulla. Che non sta né in cielo né in terra. Una narrazione che non ha alcun riscontro nelle carte processuali. Dall’autopsia sul corpo di Sarah, una volta recuperata dal pozzo, è stato trovato il segno dello strangolamento. Un solco. Sul collo. Sarah fu uccisa con una cintura larga due centimetri e mezzo. La morte, stabilì il medico legale, sopraggiunse nel giro di pochissimi minuti. Due, massimo tre. Sarah consegnata all’altro mondo perché aveva una simpatia per Ivano Russo, un giovane pugliese che Sabrina era decisa a conquistare.
Il resto è cronaca. A febbraio 2017 la Cassazione conferma gli ergastoli per Sabrina e Cosima. A Michele Misseri venne “solo” assegnato il compito di nascondere il cadavere. Nella sua prima intervista dopo la scarcerazione disse: «Ho sempre creduto nel lavoro della Procura». Non c’è da aggiungere altro.