«Stiamo lavorando per offrire un futuro al paese». Sandro Palla è il quarantacinquenne sindaco di Setzu, micro Comune con una manciata di anime alle pendici dell’altopiano della Giara. Eletto a ottobre, affronta un nemico implacabile: lo spopolamento. I residenti sono appena 133 e i prossimi anni potrebbero riservare pessime sorprese: «Nel 2011 erano 147 diventati 149 nel 2016. Nell’ultimo lustro siamo scivolati al punto più basso della nostra storia».

Dipendente del ministero della Difesa, lavora nella base di Teulada e guida la Giunta comunale: «È una scelta di vita che porto avanti con l’impegno necessario, compatibilmente con le difficoltà che ogni sindaco deve affrontare per far quadrare i conti e garantire i servizi essenziali».

Come immagina il paese tra vent’anni?

«In questo periodo stiamo cercando di lavorare per il futuro, dobbiamo evitare un altro calo di residenti importante. Il nostro obiettivo è quantomeno conservare un numero stabile, ovviamente se riuscissimo ad avere qualche paesano in più saremmo molto contenti. L’unione fa la forza e noi abbiamo costruito rapporti stretti con gli altri Comuni della zona. Siamo proprietari di 244 ettari sull’altopiano della Giara, il nostro sogno è contribuire all’istituzione del parco regionale. Per ora c’è la firma sul protocollo d’intesa tra quattro Comuni: Setzu, Genoni, Tuili, Gesturi».

Il sindaco Sandro Palla (foto concessa)
Il sindaco Sandro Palla (foto concessa)
Il sindaco Sandro Palla (foto concessa)

Il turismo è la strada per la sopravvivenza?

«Sì. I cavallini sono una risorsa e abbiamo intenzione di valorizzarli con tutte le energie che abbiamo a disposizione. Un recente censimento ha fatto luce anche sul numero: sono più o meno seicento».

L’ultima volta che avete festeggiato un nuovo residente?

«Nel 2021, si è trasferito per questioni personali».

Le attività produttive?

«Appena due: un negozietto di generi alimentari e un bar».

Le prospettive?

«Di recente è stata acquistata un’abitazione dove potrebbe nascere il primo bed and breakfast».

Il diritto alla salute?

«È uno dei problemi. La farmacia più vicina è a Tuili, non c’è l’ambulatorio medico per cui tutte le visite possono essere fatte solo a domicilio».

La difficoltà più stringente?

«La mancanza di lavoro, senza quel tassello non ci può essere tutto il resto. I disoccupati li facciamo lavorare a rotazione nei cantieri comunali che si occupano delle pulizie del paese, ma avremmo necessità di ben altro».

Quanti dipendenti ha il Comune?

«Quattro. Uno a tempo pieno, gli altri part time».

Il pregio più grande?

«La Giara, un vanto e una risorsa da valorizzare».

Lo stipendio del sindaco?

«Quattrocento euro che, rapportati alle responsabilità, sono niente».

Il bilancio del Covid?

«Quattro positivi in tutto».

I progetti dell’Amministrazione?

«Completamento dell’illuminazione pubblica, poi la messa in sicurezza del costone della Giara con due finanziamenti già ottenuti».

L’ultimo episodio di criminalità?

«Francamente non ne ricordo neppure uno. Per sicurezza abbiamo anche tutti gli ingressi del paese video sorvegliati».

I bambini?

«Dodici, frequentano le scuole sino alla terza media. L’ultimo è nato nel 2019».

Le scuole?

«A Tuili frequentano le elementari, a Gesturi le medie. Noi assicuriamo il trasporto».

Come si sconfigge lo spopolamento?

«Con nuovi posti di lavoro. Mi sobbarco 220 chilometri per andare e tornare dal mio posto di lavoro, a Teulada, ma ho scelto di vivere qui perché sono convinto che ci possa essere un domani anche per Setzu».

Mai pensato ad attirare nuovi residenti cedendo le case disabitate a un euro?

«Ci stiamo pensando, anche perché una parte del patrimonio immobiliare ha bisogno di essere ristrutturata. Potrebbe essere l’inizio di una nuova stagione».

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