C’era una volta il singolo avvocato che si faceva carico di studiare ogni fascicolo e seguiva personalmente i clienti chiamati in Tribunale per far fronte, di volta in volta, a una causa civile o a un processo penale, a un procedimento di lavoro o a una lite di famiglia. Vecchia scuola, il legale teneva sotto controllo tutto quel che riguardava il suo studio. Albori della professione: codice penale diverso rispetto a oggi, regole differenti, un numero ben inferiore di toghe in giro per i corridoi del Palazzo di giustizia, meno concorrenza. Specializzazione di fatto quasi inesistente sulla singola materia, pur avendo esempi di eccellenza forense.

L’evoluzione della professione

Oggi quel mondo sta sparendo, fagocitato dalla crescita esponenziale della litigiosità (e dunque delle cause delle quali ci si deve occupare) e dalla necessità di implementare il numero di persone in grado di seguire le innumerevoli vicissitudini segnalate dai clienti. Così il dominus di una volta diventa (ci sono già parecchi esempi) il fondatore di uno studio nel quale col tempo entrano a far parte gli eredi e altri colleghi, più o meno giovani, che seguono le indicazioni del patriarca: è il caso del professor Luigi Concas, scomparso troppo presto (le attività sono passate nelle ottime mani di due figli), dell’ex senatore Mariano Delogu (lo studio è seguito dagli eredi Massimo e Roberto), di Leonardo Filippi, Guido Manca Bitti, Sergio Viana, Franco Luigi Satta, Francesco Onnis, Gian Franco Anedda, Patrizio Rovelli, Rodolfo Meloni, Bernardo Aste, Giampaolo Secci, Agostinangelo Marras, Rita Dedola e Alberto Cocco Ortu, Giorgio Piras, Mario Canessa. Solo alcuni tra le decine al lavoro nei corridoi del palazzo di giustizia.

Il professor Luigi Concas, avvocato e docente universitario, tra i maestri della sua epoca (archivio)
Il professor Luigi Concas, avvocato e docente universitario, tra i maestri della sua epoca (archivio)
Il professor Luigi Concas, avvocato e docente universitario, tra i maestri della sua epoca (archivio)
Mariano Delogu, avvocato nell'epoca d'oro della professione, ex senatore (archivio)
Mariano Delogu, avvocato nell'epoca d'oro della professione, ex senatore (archivio)
Mariano Delogu, avvocato nell'epoca d'oro della professione, ex senatore (archivio)

Più professionalità

Ma accade anche che più avvocati, con l’aumento di esperienza e capacità, si associno tra loro e ciascuno dei componenti dello studio si specializzi nelle varie materie (lavoro, famiglia, penale, civile, fallimentare, stragiudiziale). A Cagliari gli esempi non mancano: tra gli altri, senza voler far torto ad alcuno, ci sono gli studi legali Macciotta e associati, Ballero&Associati, Rossi Giua Marassi e associati, Lfm avvocati associati, Sorcinelli&Associati, Lippi-Castelli-Cincotti-Urru, Dore, Garau, Fenza-Monaco, Demontis, Massacci, Barberio e Porcu, Vignolo e Massa. Aumenta la concorrenza, necessariamente cresce il livello di conoscenza e capacità necessarie per emergere in un mercato che, col tempo, si satura. Così si assiste a un’evoluzione, con l’ingresso negli studi di altre figure professionali quali i commercialisti, i notai, gli esperti del mondo delle imprese, dell’ambiente, delle nuove tecnologie. L’esplosione del digitale in seguito al diffondersi della pandemia è stato quasi uno spartiacque, con l’implementazione dei nuovi strumenti di lavoro e una più attenta valutazione della propria organizzazione sfociata in taluni casi proprio nell’unione di più figure professionali in uno stesso studio, divenuto di fatto multidisciplinare.

Un'aula del Tribunale cagliaritano (archivio)
Un'aula del Tribunale cagliaritano (archivio)
Un'aula del Tribunale cagliaritano (archivio)

Le spese per la tecnologia

Nel 2020 quasi un terzo degli studi professionali ha investito oltre 10mila euro in tecnologie digitali (il 31 per cento), con una crescita del 6 per cento rispetto al 2019, mentre il 36 per cento ha speso una cifra compresa fra 3mila e 10mila euro, il 17 per cento fra mille e 3mila euro e il 12 per cento meno di mille euro. Gli studi multidisciplinari sono la categoria che ha investito di più, 25.300 euro in media, seguita dai commercialisti con 12.100 euro, dai consulenti del lavoro con 10.100 euro e dagli avvocati con 8.700 euro. La spesa sostenuta dagli studi legali è cresciuta del 29,9 per cento. Più di tutti.

Aldo Luchi, ex presidente dell'Ordine forense cagliaritano (archivio)
Aldo Luchi, ex presidente dell'Ordine forense cagliaritano (archivio)
Aldo Luchi, ex presidente dell'Ordine forense cagliaritano (archivio)

L’evoluzione del mercato

«Il fenomeno è frutto di un adeguamento della professione alle mutazioni del mercato del lavoro e, in gran parte, della normativa», sottolinea Aldo Luchi, ex presidente dell’ordine degli avvocati di Cagliari, «da un lato tutte le riforme degli ultimi decenni spingono verso una degiurisdizionalizzazione della professione forense, basti pensare a istituti come la mediazione e le altre alternative alla risoluzione delle dispute, e questo impone agli avvocati l’abbandono di un modello organizzativo ormai antiquato quale quello “dominus e allievi” incentrato quasi sempre sull'attività giudiziale. Dall'altro, le evoluzioni normative sostanziali, per esempio il Testo unico dell’ambiente, la normativa tributaria, la responsabilità amministrativa degli enti, i collegamenti tra processo penale e processo contabile eccetera, impongono il possesso di conoscenze molto articolate e afferenti a diverse professionalità per tutelare al meglio il cliente. Molti colleghi, nello specializzarsi in determinati ambiti del diritto, predispongono il loro lavoro all'interno di strutture che possiedono queste professionalità al proprio interno. La considero da sempre come un’evoluzione positiva. C’è poi l’aspetto della natura di queste strutture, che possono andare dalla semplice associazione professionale, alla Società tra professionisti con anche partecipazioni di soli soci di capitale, sia pure limitate a non più del 30 per cento delle quote e con l'obbligo che l'amministrazione sia in capo ai soci avvocati, o a società vere e proprie nelle quali il professionista opera».

A Cagliari di recente è sbarcato anche un modello di lavoro particolare, il “Gim legal”, uno studio misto composto da avvocati e manager aziendali che si propone di fornire servizi legali in categorie specialistiche, principalmente la finanza e il mercato immobiliare. Nato alcuni anni fa a Roma, ha sedi a Milano e Londra e in diverse regioni italiane tra cui la Sardegna. Si studiano i modelli organizzativi delle imprese e le responsabilità penali delle società per costruire, nelle intenzioni, modelli organizzativi che prevengano la commissione di reati. L’aziendalista illustra le articolazioni dell’impresa, il penalista studia i modelli organizzativi e di lavoro per capire dove si trovi il rischio e così via. Il dipartimento per la Sardegna è rappresentato dall’avvocato Roberto Sorcinelli e nel team ci sono Giovanni Sanna, che si occupa di servizi finanziari e immobiliari ed è consulente direzionale, e la 26enne Anna Laura Pisu, associata junior, studi a Parigi, Londra e Usa. C’è anche l’esempio di studi dove trovano spazio figure professionali in apparenza del tutto distinte da quelle legali, come il gruppo di lavoro che nel capoluogo sardo abbina avvocati (in questo caso Michele Manca, Andrea Loi e Nicola e Andrea Cano) a ingegneri (Alessandro Argiolas) e consulente del lavoro (Riccardo Laconi): «Capita diverse volte di scambiare prestazioni e pareri e collaborare tra noi», specifica Manca, «magari per questioni legate a procedimenti di lavoro, differenze retributive e licenziamenti» con il coinvolgimento del consulente, «o per questioni di natura immobiliare», con l’intervento dell’ingegnere.

Leonardo Filippi, avvocato cassazionista e professore Ordinario di Diritto processuale penale (archivio)
Leonardo Filippi, avvocato cassazionista e professore Ordinario di Diritto processuale penale (archivio)
Leonardo Filippi, avvocato cassazionista e professore Ordinario di Diritto processuale penale (archivio)

Il professore

«Queste nuove strutture sono un’offerta professionale supplementare nel campo giuridico che sicuramente consentono di offrire alla clientela più servizi legati ai diversi profili legali e che avranno un certo seguito», sottolinea Leonardo Filippi, avvocato cassazionista e professore Ordinario di Diritto processuale penale, «ciò non significa che lo studio legale tradizionale sia destinato a morire. Anzi al contrario, l’avvocato specialista esisterà sempre, se capace e autorevole, e a lui si dovranno rivolgere anche queste nuove strutture quando hanno casi complessi da risolvere. È come il rapporto esistente tra centri commerciali e artigiani: al centro commerciale trovi tutto, ma se devi farti fare un oggetto particolare cerchi un buon artigiano».

Matteo Pinna, attuale presidente dell'Ordine degli avvocati di Cagliari (archivio)
Matteo Pinna, attuale presidente dell'Ordine degli avvocati di Cagliari (archivio)
Matteo Pinna, attuale presidente dell'Ordine degli avvocati di Cagliari (archivio)

Il presidente

In ogni caso, «che la si garantisca con un’unica struttura multidisciplinare o costruendo reti tra professionisti, la specializzazione non è solo auspicabile ma è doverosa, innanzitutto nell’interesse dei cittadini, delle aziende e degli enti che affidano i loro diritti all’avvocato», sottolinea il presidente dell’ordine forense cagliaritano Matteo Pinna: «Un quadro normativo sempre più complesso e un diritto sempre più casistico, ad alto contenuto tecnico, non consentono alternative. In più, in tempi relativamente rapidi la tecnologia e l’intelligenza artificiale avranno uno spazio sempre maggiore nella prevenzione e nella soluzione delle controversie di minore complessità: il che da un lato, anche attraverso una gestione efficace dei sistemi di composizione alternativa, potrà aiutare a ridurre il carico giudiziario, dall’altro accentuerà ulteriormente la spinta alla specializzazione. Fermo restando che, in tutti gli aspetti della professione legale, dalla tecnologia non si può più prescindere, sul piano dell’organizzazione in astratto non esiste un modello migliore dell’altro e ciò che può essere adatto in determinate realtà economiche, sociali e giudiziarie può non esserlo in altre. L’essenziale è che al centro del lavoro dell’Avvocato rimanga ciò che da sempre connota il suo ruolo nella società: indipendenza, autonomia, libertà, competenza. Altro tema da considerare con grande attenzione, sul quale si è pronunciato anche il Congresso forense auspicando maggiori tutele e garanzie, e sul quale sta lavorando il Parlamento, è l’aumento, specie tra i giovani, della figura dell’avvocato-collaboratore, detto anche “monocommittente” perché non ha clienti propri e lavora esclusivamente per lo studio. Secondo le ultime rilevazioni della Cassa forense, circa un avvocato su otto».

Avvocati e Palazzo di giustizia (archivio)
Avvocati e Palazzo di giustizia (archivio)
Avvocati e Palazzo di giustizia (archivio)

Numeri in calo e remunerazioni al ribasso

Fatti i conti, sono sempre la qualità, la professionalità e la capacità a fare la differenza. Soprattutto nella situazione attuale, con un mercato insufficiente a garantire uno spazio adeguato al numero eccessivo ti toghe. Quelle iscritte all’Ordine professionale cagliaritano nel 2021 erano 2.745, in lieve calo rispetto alle 2.772 del 2017, alle 2.797 del 2018 e alle 2.768 del 2020. A livello nazionale le cancellazioni dall’Albo sono state 5.800. Molti hanno approfittato dei concorsi per coprire i vuoti organici nel personale amministrativo interno al ministero della Giustizia, cambiando totalmente vita: basta con l’obbligo di pagare le spese della cassa, i fondi pensione, i testi necessari ad aggiornarsi, l’affitto dello studio (o le spese di proprietà) e un reddito particolarmente basso per i più giovani (a Cagliari nel 2012 era di 35.451 euro, cifra scesa a 31.451 nel 2019). Altri hanno scelto di cambiare totalmente settore e vita.

Sarà sufficiente a invertire la rotta lo sviluppo degli studi associati e la maggiore specializzazione? Solo il tempo potrà dirlo. Di certo in mancanza di passione e applicazione, e senza un’approfondita conoscenza della materia, non si va da nessuna parte.

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