Quando nel 2015, Alessia Orro tornò dal Perù con la medaglia d’oro conquistata con la Nazionale ai mondiali femminili di volley Under 18 (e il premio di migliore palleggiatrice del torneo), forse non avrebbe immaginato che quella gioia, tra Europei e Mondiali, le rappresentative azzurre l’avrebbero provata spesso negli anni successivi. Molto spesso. Più di una dozzina di volte.

Un anno indimenticabile

Il 2022 della pallavolo italiana (al netto di ciò che farà ai Mondiali la squadra femminile, erede diretta di quella di Lima 2015) è semplicemente insensato. Titolo mondiale assoluto maschile, Volleyball Nations League femminile, Europeo Under 17 femminile, Europeo Under 18 maschile, Europeo Under 19 femminile, Europeo Under 21 femminile, Europeo Under 22 maschile e, per ultimo l’Europeo Under 20 maschile. Sono otto titoli, ai quali si possono aggiungere i due successi (maschile e femminile) all’European Youth Olympic Festival e quello femminile ai Giochi del Mediterraneo, nei quali i maschi hanno vinto “solo” il bronzo. Soltanto il 17 luglio sono arrivati cinque titoli tutti assieme! Inutile dire che tutto ciò rappresenta qualcosa di inedito, magari irripetibile, ma non certo inspiegabile.

Il PalaPirastu celebra con gli azzurri il trionfo nel Mondiale Under 21 del 2021 (foto c.a.m.)
Il PalaPirastu celebra con gli azzurri il trionfo nel Mondiale Under 21 del 2021 (foto c.a.m.)
Il PalaPirastu celebra con gli azzurri il trionfo nel Mondiale Under 21 del 2021 (foto c.a.m.)

Quella volta a Cagliari

Ma proseguiamo a dare i numeri sul settore giovanile azzurro. Dal 2017, soltanto considerando i vari campionati d’Europa e del Mondo, l’Italia ha ottenuto tredici titoli (13!), per otto volte si è arresa in finale e in un altro caso si è “accontentata” del bronzo. Le finali mondiali giocate sono state nove, quattro vinte e cinque perse, con le ragazze che ne hanno giocato ben sei (due vinte), mentre i ragazzi hanno ottenuto due trionfi su tre finali giocate. Per il pubblico sardo, resta negli occhi il successo mondiale dei ragazzi di Angiolino Frigoni, nel 2021 al PalaPirastu di Cagliari. L’Italia non l’aveva mai vinto e c’è riuscita con una squadra che soltanto nella seconda parte del torneo ha potuto contare sull’apporto di Alessandro Michieletto, fresco del titolo europeo vinto con la Nazionale maggiore. Il “martello” azzurro è stato nominato Mvp e la stessa cosa è successa nei giorni scorsi all’Under 20 Alessandro Bovolenta, figlio del compianto centrale della Nazionale, Vigor, morto dieci anni fa. Evidentemente la maglia azzurra in Italia è qualcosa che si trasmette di generazione in generazione.

Il guru azzurro

Il direttore tecnico del settore giovanile azzurro non è una persona qualunque. Si chiama Julio Velasco e soltanto chi è sbarcato poco fa da un’altra galassia può ignorare che sia l’uomo che ha portato l’Italia della “generazione di fenomeni” sul tetto del mondo. Limitarlo a un grande allenatore, o un grandissimo manager o uno straordinario direttore tecnico sarebbe fargli torto. Uno come lui non c’è mai stato e purtroppo sarà difficile che ci sia in futuro. Però è uno che sa seminare (lo ha fatto con tante nazionali, l’Iran è forse il caso più eclatante), sa insegnare, sa studiare e innovare. Il commento al 2022 azzurro non può che spettare a lui: “È stata una stagione incredibile: sia nel maschile che nel femminile abbiamo vinto tutti i Campionati Europei di categoria”, le sue parole diramate dall’ufficio stampa della Federvolley. “È una grande pressione per le squadre perché quando è così hanno l’obbligo di vincere e non è mai facile, per cui siamo più che felici. Questi risultati sono possibili solo grazie a un lavoro di squadra tra giocatori, tecnici e Federazione che ci ha messo in condizione di lavorare al meglio. Importante anche il contributo delle società con cui lavoriamo. Merito anche ai tifosi che qui sono stati meravigliosi. Da fuori si soffre molto di più, quando sono in campo come allenatore soffro decisamente di meno perché ci sono sempre tante cose a cui pensare”. Da diversi anni la Federvolley, prima sotto la presidenza di Carlo Magri, poi di Pietro Bruno Cattaneo, e adesso di Giuseppe Manfredi, ha scelto di curare i propri giovani con la creazione di due squadre che partecipano ai campionati di A2 (ma anche A1). Il Club Italia è una delle mosse che si sono rivelate vincenti.

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