«La grafica è un linguaggio e il linguaggio ha bisogno del movimento: uno dei fattori fondamentali nel movimento dell’opera grafica è il colore, nei suoi toni, nelle sue combinazioni e nei suoi contrasti». Parole di Giovanni Pintori, pronunciate nel 1968, che aiutano a cogliere la grandezza delle sue creazioni legate al “moto perpetuo”. Rappresenta uno dei punti forti della sua comunicazione, chiara, essenziale ed efficace che per trent’anni promuove il marchio e lo stile Olivetti. Lo si coglie bene nel ricco percorso espositivo allestito nel museo Man di Nuoro che ospita la mostra “Giovanni Pintori pubblicità come arte”, approdata qui dopo la tappa d’esordio a Chiasso, in Svizzera.

Pintori nasce a Tresuraghes nel 1912 da genitori nuoresi. Sin da giovanissimo ha familiarità col disegno grazie anche al lavoro da apprendista in una bottega da falegname a Nuoro, poi in quella del pittore Giovanni Ciusa Romagna e nell’atelier del fotografo Pietro Pirari. Una borsa di studio lo porta all’istituto superiore per le industrie artistiche di Monza dove incontra Salvatore Fancello e Costantino Nivola, due grandi artisti sardi a cui resta molto legato. Emerge anche nell’esposizione nuorese che propone un ritratto in bianco e nero del grande maestro della grafica pubblicitaria, ripreso davanti a un’opera di Fancello, dal titolo Cinghiali e rettili: il quadro, che ora fa parte della collezione del Man, è perciò posato accanto. Di Nivola la mostra propone manifesti pubblicitari dell’Archivio storico della Olivetti con cui l’artista di Orani collabora negli anni Trenta. Per l’azienda di Ivrea, Pintori lavora con successo per trent’anni. Nel 1940 Adriano Olivetti lo nomina responsabile del nuovo ufficio Pubblicità.

Giovanni Pintori davanti a un quadro di Salvatore Fancello
Giovanni Pintori davanti a un quadro di Salvatore Fancello
Giovanni Pintori davanti a un quadro di Salvatore Fancello

Pintori disegna il logo Olivetti, imposta campagna pubblicitarie di grande successo: nel 1950 consegue la Palma d’oro della federazione italiana pubblicità. Dal 1950, come art director della Olivetti, firma centinaia di manifesti e annunci per promuovere la mitica macchina da scrivere Lettera 22. Poi è un susseguirsi di successi internazionali. Conquista il Moma di New York. L’Agi (Alliance graphique internazionale) gli apre tante porte: da Londra al Giappone, a Parigi. Nel 1967, sette anni dopo la morte di Adriano Olivetti, di cui nel tempo diventa amico, lascia l’industria di Ivrea. Sono gli anni della libera professione e della collaborazione con altre grandi aziende, da Pirelli ad Ambrosetti. Negli anni Ottanta si dedica alla pittura. Muore a Milano nel 1999.

«Ho affidato il mio messaggio pubblicitario a una massa di numeri, o a una profusione grafica di frecce, che suggerisce la complessità e la varietà delle operazioni di un calcolatore automatico, o a un movimento di profilo dei tasti di una macchina per scrivere, al fine di rappresentarlo in azione. Il messaggio grafico, quando riesce a diventare una forma d’arte, è il solo che raggiunga la totalità del suo pubblico potenziale», sottolinea Pintori. Gioca molto sui colori primari e sul bianco e nero. Il suo linguaggio essenziale punta su frecce, linee, trattini, punti esclamativi, cerchi. Riesce così a raggiungere una sintesi iconica armonica ed efficace, consacrata poi nello studio del moto perpetuo.

Opere di Pintori legate al moto perpetuo
Opere di Pintori legate al moto perpetuo
Opere di Pintori legate al moto perpetuo

Spiegano Chiara Gatti, direttrice del museo di Nuoro, e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del Max di Chiasso, che curano la mostra: «Lo stile di Pintori è inconfondibile. Trasforma l’idea tradizionale di ufficio in un luogo della modernità, dove viene celebrata la civiltà delle macchine e del progresso con eleganza e precisione. Nelle sue opere ricorre alla metafora o all’intuizione scaturita da forme iconiche per comunicare al pubblico in maniera entusiastica e in modo naturale il nuovo oltreché la soluzione creativa dei problemi pratici e teorici della quotidianità: le macchine di calcolo e le macchine per scrivere».

Il Man propone oltre 300 pezzi considerando anche bozzetti inediti, schizzi, taccuini, manifesti, pubblicazioni d’impresa che mostrano il processo creativo che porta ai grandi progetti di Pintori. Molti arrivano dall’Associazione Archivio storico Olivetti, dalla Fondazione Adriano Olivetti di Ivrea, dai musei civici di Monza e da collezioni privati, in testa quella della famiglia Pintori. Il Man ha una collezione importante con circa 150 opere del grande graphic designer.

L'arte di Pintori nella mostra al Man
L'arte di Pintori nella mostra al Man
L'arte di Pintori nella mostra al Man

La mostra è un viaggio molto ampio: dal rione Seuna e dalla chiesa di Santa Maria a Nuoro, rielaborati secondo il suo stile essenziale, agli irresistibili manifesti della Olivetti, come pure a una Natura morta di Giorgio Morandi e a una scultura di Fancello, entrambe riprese in uno scatto fotografico con Pintori in primo piano. Sorprese di una mostra che richiama a Nuoro molti visitatori, dopo il successo raccolto al Max di Chiasso, museo in prima fila sulla grafica d’autore. «Un gemellaggio che – nota il presidente del Man, Tonino Rocca – proietta in una dimensione internazionale la valorizzazione di un artista sardo dalla statura straordinaria. È stato un genio di quella creatività che richiede a una singola immagine di sintetizzare forma e contenuto».

La mostra resta aperta fino al 15 giugno.

© Riproduzione riservata