Più che alla salute puntano al benessere del paziente. L’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia del Policlinico universitario di Cagliari, diretta da Andrea Loviselli, è un fiore all’occhiello della Sanità dell’Isola. Un pool di specialisti altamente preparati si occupa quotidianamente di curare le patologie che più colpiscono i sardi. Da diagnosi e follow up Carcinomi Tiroidei (test con Thyrogen) alle patologie Ipofisarie (in collaborazione con la neurochirurgia del Brotzu) e trattamento Siadh con Vaptani. Nella struttura particolare attenzione si dedica all’Andrologia (disfunzione erettile, disturbi della libido, disturbi della eiaculazione, ipogonadismo), all’inquadramento diagnostico e terapeutico dei disturbi della identità di genere (in equipe con la Clinica Psichiatrica della Università di Cagliari), allo screening delle patologie andrologiche ed endocrinologiche nei soggetti guariti da linfoma.

Professor Loviselli, Quali sono le patologie endocrinologiche che più colpiscono i sardi?

«Sono quelle dovute all'autoimmunità che colpisce le ghiandole endocrine quali la tiroide e il pancreas in particolare ma anche malattie del sistema nervoso quali la sclerosi multipla. Le ragioni sono da identificarsi in parte nella cosiddetta deriva genetica dovuta al basso numero di soggetti che per primi hanno abitato l'Isola e alla maggior frequenza di matrimoni fra consanguinei, la cosiddetta endogamia».

L'endocrinologo\u00A0Andrea Loviselli
L'endocrinologo\u00A0Andrea Loviselli
L'endocrinologo Andrea Loviselli

Perché tanti sardi affetti da problemi alla tiroide?

«In Sardegna abbiamo avuto e continuiamo probabilmente in misura minore ad avere problemi di carenza iodica nel terreno e quindi nelle piante e nella carne degli animali che mangiamo. La carenza di questo alogeno causa una spinta a una maggiore produzione di proteine tissutali della tiroide non riconosciute dal nostro sistema immunitario e quindi attaccate da anticorpi e da cellule dedicate al controllo immunologico. Ad aggravare la predisposizione all'autoimmunità si aggiunge che solo negli ultimi anni sono scomparse e le malattie da parassiti e da batteri altamente contagianti quali echinococcosi ed il tifo che hanno stimolato per migliaia di anni la produzione di anticorpi che non trovando più i loro nemici naturali per i quali sono stati prodotti, si rivolgono per così dire contro le componenti antigeniche dei nostri tessuti».

Una vostra ricerca sul gozzo ha dato risultati importanti.

«Il gozzo è definito come un ingrossamento diffuso o circoscritto della tiroide ed è direttamente correlato alla carenza di iodio. Una carenza grave di questo alogeno in natura produce una grave deficit dello sviluppo cerebrale nei feti di donne che vivono in ambienti iodocarenti e questi difetti sono proporzionali alle entità  della  carenza che nei casi più lievi  determina un lieve deficit di apprendimento scolastico. Un nostro lavoro, durato oltre una decina d anni con il quale abbiamo esaminato oltre 8000 bambini in età dell'obbligo scolare, ha rilevato che era presente gozzo in alcune zone della Sardegna in oltre il 60 %  e la secrezione di iodio nelle urine, che costituisce un parametro di riferimento della dose di iodio assorbita dall' individuo, è risultata lievemente ridotta rispetto alla popolazione di riferimento della città di Cagliari. Fortunatamente nel 2005 grazie al lavoro di sensibilizzazione che gli endocrinologi italiani hanno condotto è stata approvata una legge che introduce il sale iodato in tutti i generi alimentari e obbliga gli esercenti ad offrirlo come prima scelta.  Inoltre grazie o a causa della globalizzazione sempre più persone mangiano prodotti acquistati nei centri commerciali che provengono da zone iodio sufficienti per cui si è creata una cosiddetta iodoprofilassi silente.  Sarebbe auspicabile poter trovare fondi per ricontrollare a distanza di 20 anni dalla nostra indagine se la prevalenza del gozzo si sia consistentemente ridotta». 

Sul diabete di tipo 1 avete trovato un sistema che consente di scoprire i campanelli d’allarme capendo in anticipo chi ne sarà colpito.

«Il diabete di tipo primo costituisce il 10% di tutte le forme di diabete e colpisce soprattutto i bambini ed i giovani instaurando una immediata richiesta di insulina quotidiana; può colpire nella minoranza dei casi le famiglie predisposte da particolari geni immunologici ma in Sardegna è presente in alta percentuale anche nella popolazione generale.  In uno studio condotto dal nostro gruppo per oltre 20 anni   seguendo oltre 7000 bambini gli specialisti Fernanda Velluzzi e Gianni Secci, in stretta collaborazione con i medici di base di 34 paesi, hanno potuto individuare dei markers anticorpali immunologici precoci che permettono di intervenire tempestivamente con la terapia adatta».         

Siete alla ricerca del benessere più che della salute.

«La medicina ha raggiunto ottimi livelli di successi nella guarigione della maggior parte delle malattie conosciute ed ora si sta orientando verso uno stato di benessere e soprattutto verso l'ottenimento di una qualità della vita ottimale anche per i pazienti affetti da patologie croniche debilitanti. Non a caso qualche anno fa l'importante periodico Lancet ha dedicato un articolo alla ricerca della felicita e sui criteri che determinano l’essere felice. Che peraltro non è risultato essere correlato con una minore mortalità. Stiamo pertanto da vari anni somministrando ai nostri pazienti i questionari relativi allo qualità della vita dimostrando che, anche patologie non necessariamente sintomatiche o che necessitano di terapie complesse, possono provocare uno stato di malessere che noi stessi medici spesso etichettiamo come componente immaginaria. Il riconoscimento di questa condizione ed il miglioramento in genere degli accessi alla migliore terapia possibile e certamente anche una maggiore capacita dei medici di capire e ascoltare i pazienti può migliorare senz’altro la risposta terapeutica».

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