Un progetto dai grandi orizzonti che guarda verso l’Africa e una giornata interamente dedicata ai liquori e ai distillati prodotti in Sardegna. Sono i due temi centrali dell’incontro di giovedì 19 curati dalla sezione Sardegna di Assoenologi, in collaborazione con il Consorzio UNO e l’Università degli Studi di Sassari. Un evento straordinario al Chiostro del Carmine a Oristano, teatro del convegno “Liquori, distillati e vini: quali combinazioni possibili?” e di un’importante asta benefica per la viticoltura in Tanzania. 

DISTILLATI E LIQUORI 

La tradizione sarda nel campo dei liquori e dei distillati è profondamente radicata e negli anni ha raggiunto interessanti livelli qualitativi riconosciuti da esperti nazionali e internazionali. Dai distillati tipici sardi come il ricercato filu’e ferru, alle grappe e oggi anche al whisky sino all’ampio settore degli amari e dei blasonati gin, con le tantissime botaniche tipiche dell’Isola utilizzate con le bacche di ginepro per aromatizzare i distillati. Il programma di giovedì inizierà alle 10 nella sede del Consorzio Uno, ed è riservato agli enologi, enotecnici e agli studenti del II e III anno del curriculum in Viticoltura ed Enologia del corso di laurea in Tecnologie Viticole Enologiche Alimentari della sede di Oristano. Ad aprire i lavori Mariano Murru, presidente di Assoenologi Sardegna e il presidente nazionale di Assoenologi, Riccardo Cotarella. Previsti i saluti del coordinatore del corso di laurea, Costantino Fadda e del direttore del Consorzio UNO, Francesco Asquer. Previsti inoltre gli interventi di rinomati esperti in tema di liquori e distillati come Andrea Balleri, già premiato come miglior barman al mondo, Angelo Concas, sommelier enogastronomo, Elio Carta della distilleria Silvio Carta, Enrico Brai della distilleria Tremontis, Piermichele Chessa di Rau Distillerie, Carlo Dugo, sommelier e responsabile Italia per il Concours Mondial Bruxelles Spirits e Stefano Bottega di Bottega Spa. Interverranno poi, in rappresentanza degli sponsor della giornata, Martina Moro per Suber Extra, Mattia Gerardo per Oenofrance e Daniele Cazzaniga per Ondulor. Tra i partner della manifestazione anche l’Accademia Enogastronomica Internazionale Epulae. Alle 12.30 è prevista, nei bellissimi portici del Chiostro, la presentazione e degustazione dei prodotti delle aziende Silvio Carta, Lucrezio R, Tremontis, Bresca Dorada, Distillerie Rau, cui seguirà un momento mixology dove gli esperti prepareranno delle miscelazioni con gli spumanti e i vini delle tante cantine che hanno aderito all’iniziativa.

Mariano Murru, presidente Assoenologi Sardegna
Mariano Murru, presidente Assoenologi Sardegna
Mariano Murru, presidente Assoenologi Sardegna

LA SOLIDARIETÀ 

Si chiama “Una cantina per la Tanzania” l’iniziativa di solidarietà che nel pomeriggio di giovedì, a partire dalle 16, sarà presentata sempre al Chiostro del Carmine, e sostenuta con un’asta benefica per la raccolta fondi da destinare al progetto di Assoenologi. L’opera sarà illustrata nei dettagli dall’enologo Mariano Murru, mentre l’asta benefica di raccolta fondi, che rappresenterà la produzione regionale con i formati speciali gentilmente offerti dalle tantissime aziende vinicole che hanno aderito all’iniziativa, sarà condotta dal sommelier enogastronomo Angelo Concas, in collaborazione con l’artista oristanese Alverio Cau. «Alla base del progetto di sostegno voluto da Assoenologi per la realizzazione di una cantina a Dodoma, regione della Tanzania centrale, nasce dall’idea di un giovane sacerdote del posto, padre Kessy, che ha avanzato il sogno di realizzare una cantina nella regione del Paese africano dove esercita il suo ministero», fa sapere Mariano Murru. «Dopo essersi trasferito un anno in Italia per formarsi come enotecnico alla Scuola Enologica di Alba, Padre Kessy, con il supporto di Assoenologi, vuole dare vita a una attività vitivinicola nel suo paese d’origine, con l’obiettivo di produrre vino per le parrocchie della Tanzania, abbattendo i costi di importazione dai Paesi europei, ma soprattutto per creare opportunità lavorative per i giovani del posto e reddito per i tanti vignaioli che, ad oggi, sono costretti a vendere le proprie uve a prezzi troppo bassi. Intorno alla città di Dodoma, dove la coltivazione della vite era stata avviata dai missionari italiani negli anni ‘30, ci sono infatti più di 300 piccoli produttori».

L’evento è ad accesso libero ed è patrocinato dai club di Oristano di Lions, Rotary e Soroptimist.

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