Cinque sindaci per mezzo secolo. Quello di Settimo Nizzi, che ha appena iniziato il suo quinto mandato alla guida di Olbia, è sicuramente un record: eletto per la prima volta nel 1997, ha governato per quindici anni ed è lanciato verso l’obiettivo dei venti. Subito dietro di lui, in un’ideale classifica di longevità politica c’è Gian Piero Scanu, ex parlamentare Pd, che si è fermato a nove anni (dedicandosi poi all’attività politica in Parlamento). Ma i 75 anni di vita repubblicana del Comune gallurese non sono equamente divisi tra i 18 sindaci della sua storia, per alcuni è stata una fugace esperienza mentre cinque uomini hanno attraversato cinquant’anni. Forti del consenso elettorale e, soprattutto prima dell’elezione diretta, di abilità politica.

IL POTERE DELLA DC

Il primo dei sindaci a doppio mandato è stato Saverio De Michele, recentemente scomparso, e noto per aver detto – insieme alla sua Giunta - no al petrolchimico nei primi anni Sessanta. Una scelta che ha probabilmente cambiato il volto della città. Eletto a 33 anni nelle liste della Democrazia cristiana, apparteneva alla seconda generazione di mitilicoltori approdati ad Olbia negli anni Venti: laureato in Giurisprudenza, non aveva mai esercitato la libera professione per occuparsi dell’azienda di famiglia. Nel secondo mandato, dal 1960 al 1964, è stato rieletto all’interno di una lista civica, frutto di una delle temporanee scissioni della Democrazia cristiana cittadina.

Peppino Carzedda e l'Aga Khan (foto concessa)
Peppino Carzedda e l'Aga Khan (foto concessa)
Peppino Carzedda e l'Aga Khan (foto concessa)

Ed è rappresentativo di Olbia, città di piccole patrie, anche Peppino Carzedda, sindaco democristiano a guida di un classico pentapartito dal 1973 al 1975 e dal 1975 al 1980. È arrivato in città a dodici anni, veniva da Bitti, da una famiglia di allevatori benestanti che a Olbia avevano, già nell'immediato dopoguerra, fatto il grande salto con l'acquisto dei terreni e gli investimenti nell'industria casearia. Laureato a Roma in Economia e commercio, insegnante, si era candidato per la prima volta in Consiglio comunale nel 1956, eletto sindaco dal 1973 al 1980 e presidente del Consorzio industriale fino al 1979. Anni cruciali per lo sviluppo economico, demografico ed edilizio della città.

LA RIVOLUZIONE DEGLI ANNI OTTANTA

Terzo in ordine cronologico, e secondo dopo Nizzi per longevità amministrativa, Gian Piero Scanu, sindaco democristiano dal 1985 al 1990 e dal 1990 al 1994 quando si dimetterà per candidarsi al Parlamento dove sarà eletto prima come deputato, poi come senatore per poi tornare alla Camera. Scanu, all’epoca giovane funzionario dell’Azienda di soggiorno, presidente di un comitato di quartiere, saldissime radici in parrocchia  e nei movimenti cattolici, negli anni Ottanta rappresenta il rinnovamento politico e generazionale, forte di uno straordinario consenso elettorale che in qualche modo anticipa l’elezione diretta del sindaco. Nel 1990, dopo il primo mandato, con 7439 preferenze è stato, in percentuale, il consigliere più votato d’Italia. Un’investitura popolare che lo proietta verso il secondo mandato.

L’ERA DI FORZA ITALIA

Berlusconi, Nizzi e\u00A0Giovannelli nel 2007 (Foto Satta)
Berlusconi, Nizzi e\u00A0Giovannelli nel 2007 (Foto Satta)
Berlusconi, Nizzi e Giovannelli nel 2007 (Foto Satta)

L’era di Settimo Nizzi è iniziata nel 1997. Medico di base e ortopedico, medico sociale dell’Olbia calcio, aveva conosciuto Silvio Berlusconi in veste professionale a Porto Rotondo ed è stato, politicamente, amore a prima vista. Nizzi diventa l’emblema del “self made man” perfetto per il neonato movimento berlusconiano che ad Olbia ottiene subito consenso. Dopo un’esperienza da consigliere regionale si è candidato sindaco (a questo punto con elezione diretta) e ha governato la città, in due tranche dal 1997 al 2002 e dal 2002 al 2007. Dopo una parentesi da deputato (e da consigliere comunale), la sconfitta nel 2011 proprio da un ex compagno di partito.

Gianni Giovannelli è l’ultimo dei cinque sindaci più longevi, ed è protagonista di uno dei duelli più feroci della storia amministrativa di Olbia. Imprenditore e forzista della prima ora, tra i fondatori del partito di Berlusconi in città, consigliere regionale, viene eletto nel 2007 anche col sostegno di Nizzi. Ma i rapporti con la maggioranza si incrinano e nel 2011 le dimissioni di massa lo fanno cadere. Con un colpo di scena, diventa alle successive elezioni il leader di una coalizione allargata che comprende dissidenti del centrodestra e centrosinistra, vince, sconfiggendo l’ex alleato al primo turno, e governa per i successivi cinque anni.

Il ritorno sulla poltrona di sindaco è rinviato per Nizzi al 2016 quando, partito in sordina e in svantaggio al ballottaggio, sconfigge per poche centinaia di voti il vice sindaco uscente Carlo Careddu, Pd. Il resto è storia di queste settimane con la vittoria dell’11 ottobre scorso. Ventiquattro anni di Consiglio comunale e quindici da primo cittadino che costituiscono un record assoluto.

Tra i 18 sindaci di Olbia dal 1946 ad oggi, ben 13 vengono dalla Democrazia cristiana o dai partiti suoi eredi (Carlo Putzu, Agostino Amucano, Tonino Macciocco, Saverio De Michele, Andreino Fiorentino, Antonetto Lupacciolu, Francesco Asara, Tore Mibelli, Peppino Carzedda, Renato Careddu, Gian Piero Scanu, Giulio Careddu e Giommaria Uggias), tre dal Partito socialista (Alessandro Nanni, antifascista e padre del socialismo olbiese che gravitava intorno ai lavoratori del porto, Giuseppe Sotgiu e Mario Cocciu) e due da Forza Italia (Settimo Nizzi e Gianni Giovannelli).

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