"Settimana sarda" a Singapore per parlare di connessione tra cibo, benessere e longevità
Una kermesse organizzata dalla At-Sunrice GlobalChef Academy di Singapore e incentrata sulla Sardegna, sul nostro patrimonio genetico e sui nessi tra nutrizione e stile di vitaInebriante "Settimana sarda" vissuta a cento all’ora, per la quarta conferenza annuale sul benessere e la longevità, organizzata dalla più importante accademia di cucina di tutto il sud est asiatico: la "At-Sunrice GlobalChef Academy di Singapore".
Una fucina continua di cuochi e professionisti della ristorazione ad alto livello, scuola privata ma supportata dallo Stato, con il 70% delle rette degli allievi sostenuto dal Governo, essendo questa formazione ritenuta strategica. Ogni cinque settimane ha inizio un corso intensivo di diciotto mesi per allievi provenienti da tutte le nazioni del mondo ed esistono anche corsi specifici di minor durata, ad esempio di pasticceria, management, educazione ambientale, nutrizione, ecc.
Ogni giorno, negli splendidi locali della scuola sono presenti non meno di 250 allievi impegnati in attività "hands-on", ovvero a prevalente contenuto pratico e i diversi e innovativi impianti di cucina si alternano con aule dedicate alla preparazione del caffè o del gelato, di degustazione di oli, vini e liquori, e altro.
La GlobalChef Academy prepara sia in cucine asiatiche sia occidentali con cuochi dei diversi Paesi, con chef ospiti per sessioni specializzate e utilizzando la formazione all'estero.
La conferenza annuale è ovviamente internazionale e rappresenta l'apice dell'attività formativa e di ricerca della scuola e questa volta è stata incentrata sulla Sardegna, sul nostro patrimonio genetico, sui collegamenti con la nutrizione e lo stile di vita.
La nostra presenza, forte di 28 persone, ha rispecchiato quelle che a mio giudizio devono essere le cinque componenti-chiave di un processo d'internazionalizzazione di successo: l'apporto introduttivo (pochissimi conoscono la Sardegna e la sua storia), raccontato da me; l'apporto scientifico, necessario per sostanziare la peculiarità della nostra terra (una delle cinque "blue zone" nel mondo) e dei suoi prodotti, svolto dalla dottoressa Domenica Obinu; l'apporto tecnico in termini pratici di cucina e ricette, gestito dal nostro chef Franco Fenu; l'apporto culturale, brillantemente rappresentato dai Mamuthones e Issohadores di Mamoiada, (la cultura è una delle leve più potenti d'ingresso e integrazione); l'apporto di business, con l'esplicitazione di progetti che possano essere d'interesse comune anche per chi ascolta, illustrato dalla nutrita delegazione della Geasar di Olbia.
Il tutto accompagnato dalla declinazione dei nostri prodotti, non solo offerti in degustazione, ma anche fatti preparare dalle risorse della scuola in maniera da farli diventare subito patrimonio e portafoglio dell'accademia locale.
Non ultimo l'apporto di Giuseppe Izza per le sessioni di enologia, di Mauro Usai per i video e le musiche di accompagnamento, di Giovanna Chessa per gli straordinari vini sardi portati, che fanno sempre la differenza.
UN SUCCESSO A TUTTO TONDO - Oltre al successo della conferenza si possono citare i seguenti dati: sei corsi "Masterclass" di cucina ed enologia tenuti a classi di studenti variabili da 20 a 70, per un totale di circa 250 allievi da tutto il mondo che si sono cimentati con una decina di ricette sarde; un grande pranzo preparato per i circa 150 partecipanti alla conferenza; due sessioni di cena di gala (il numero degli iscritti ha richiesto un secondo turno) per circa 80 persone; lezioni varie 'al volo', seguite con estremo interesse; riunioni gastronomico-culturali dove hanno trionfato - è il giusto verbo - i Mamuthones e gli Issohadores di Mamoiada; una cena sarda nel prestigioso ristorante sardo Sinfonia, con un centinaio di partecipanti, che ha dato l’avvio nel migliore dei modi all’intera settimana.
Da rilevare, seppur tenendoli ovviamente riservati, anche gli interessanti progetti della Geasar di Olbia, per cui è stata anche organizzata una visita alla Singapore Airlines.
Alla conferenza e alla cena di gala hanno partecipato le persone più importanti di Singapore per quanto riguarda un possibile collegamento con la Sardegna, ovvero Keith Tan, numero uno del Singapore Tourism Board, Liak Teng Lit, capo della National Environment Agency, Anny Koh, vice presidente dell’Office of Business Development dell’università SMU. Assenti, invece, le istituzioni italiane, seppur invitate.
Da anni scrivo che la maniera tradizionale di fare internazionalizzazione attraverso le fiere, la ricerca d'importatori e alcune serate che possiamo misericordiosamente definire 'conviviali', sono un metodo che in Asia non ha mai funzionato, e tanto meno può valere per la Sardegna, che soffre di problemi logistici irrisolti, di qualità e di quantità delle produzioni. In Asia hanno successo la presenza continua, l'investimento e la serietà dei rapporti umani e commerciali. Non ricordo, negli ultimi venti anni, un governatore o un presidente della RAS che abbia presentato la nostra terra, né un sindaco che abbia accompagnato i propri rappresentanti, portando il peso istituzionale e culturale. E la "Settimana Sarda" appena conclusa costituisce un esempio di successo perché basata sull'interazione e l'integrazione, sull'investimento, la passione e il volontarismo.
Abbiamo portato la Sardegna a centinaia di persone che hanno potuto conoscerla, vederla, assaggiarla, prepararne le ricette, discutere e pianificare altri progetti insieme. È solo l’inizio. Fuori dai soliti schemi. Lontano dalle spartizioni. Seminando, aprendoci al mondo. Portando la nostra cultura. Perché noi siamo sardi!
Ciriaco Offeddu
(giornalista e scrittore)