La settimana bianca resta un rito collettivo, ma il suo prezzo non segue più regole prevedibili. Nel 2026 la neve non costa uguale per tutti né in tutti i momenti: a Capodanno, contro ogni aspettativa, i listini scendono; a Carnevale, invece, tornano a correre, spinti dall’effetto Olimpiadi e dalla domanda alle stelle.

È il quadro che emerge dall’indagine di Altroconsumo su nove tra le più rinomate località sciistiche italiane, che fotografa una stagione invernale fatta di sorprese, forti divari territoriali e nuove strategie di prezzo.

L’indagine analizza due delle settimane più ambite dell’inverno: quella di Capodanno, dal 27 dicembre 2025 al 3 gennaio 2026, e quella di Carnevale, dal 28 febbraio al 7 marzo 2026. Il risultato è tutt’altro che uniforme. In molte destinazioni la fine dell’anno costa meno rispetto al 2025, mentre a Carnevale si registrano aumenti marcati, soprattutto nelle località che beneficiano del richiamo delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.

Per rendere il confronto omogeneo, il costo della settimana bianca è stato calcolato considerando un pacchetto “standard”: viaggio in auto (carburante e pedaggi), skipass per cinque giorni e sette notti di pernottamento per due persone in hotel tre stelle o B&B, sulla base di una media tra le due soluzioni. Restano esclusi pasti, noleggio dell’attrezzatura e altre spese accessorie, che possono incidere in modo significativo sul budget finale.

Tradizionalmente il periodo più caro dell’anno, Capodanno nel 2026 sorprende per una diffusa inversione di tendenza. In sette località su nove i prezzi scendono rispetto allo scorso anno, trainati soprattutto dal calo delle tariffe degli alloggi.

Le riduzioni più evidenti si registrano a Livigno, dove i costi scendono di quasi il 30%, e a Cortina d’Ampezzo, con ribassi che superano il 20%.

Nel complesso, una settimana bianca di Capodanno per una coppia costa tra circa 1.600 e poco più di 3.900 euro. Un range ampio, che conferma quanto la scelta della destinazione incida sul portafoglio più del periodo stesso.

La località più economica dell’indagine è Tarvisio, dove il conto totale si ferma a 1.594 euro. All’estremo opposto c’è Madonna di Campiglio, che si conferma una delle mete più care: 3.944 euro per sette giorni, complice un aumento dei prezzi degli alloggi in controtendenza rispetto al resto del campione.

Nel mezzo si collocano Bormio (2.442 euro), Vigo di Fassa (2.710 euro), Champoluc (2.879 euro), Courmayeur (2.944 euro) e Pila (2.944 euro). Cortina d’Ampezzo resta tra le destinazioni più costose, con una spesa complessiva di 3.713 euro, pur beneficiando di una riduzione dei prezzi rispetto a dodici mesi fa.

La fotografia che emerge è quella di un mercato della neve sempre più selettivo e segmentato.

I prezzi non salgono più in modo automatico nei periodi “di punta”, ma rispondono a logiche più complesse: domanda internazionale, grandi eventi, capacità ricettiva e strategie di riempimento. E le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 agiscono come un moltiplicatore di interesse e aspettative, soprattutto nelle località direttamente coinvolte o percepite come “olimpiche”, con effetti evidenti sui listini dei periodi successivi alle feste.

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