La sua vita è stata una lunga avventura in mondi diversi. Impegnativa, ricca di risvolti e di umanità. Una vita da romanzo quella di Raffaele Melis Pilloni morto all’età di 90 anni.

Avvocato, esperto in diritto internazionale, era diventato un punto di riferimento dei sardi emigrati in Spagna, in particolare a Barcellona, che, nel momento dell’addio, gli manifestano gratitudine e affetto per tutto quello che ha fatto per loro. Era nato a Gonnosfanadiga e dal suo paese era partito per studiare e conoscere il mondo attraversando diverse frontiere: Roma, Somalia, Londra, Siria, Yemen, sino alla Spagna, terra a cui era particolarmente legato.

Di idee socialiste, «per il Psi - racconta l’amico Enrico Trogu, direttore dell’Archivio di Stato di Cagliari - si occupò di questioni legali e contatti internazionali e diresse per un breve periodo una sezione a Roma. Craxiano di ferro, non perdonava all'Italia l'esilio tunisino e il tritacarne di Mani Pulite. Antiamericano, difendeva la causa palestinese e coltivava l’idea di un Mediterraneo di pace, in armonia col mondo arabo. Riteneva che la Sardegna dovesse essere più libera e autodeterminata».

In un’intervista a Videolina (per il programma “Fuori sede”) si era soffermato sui destini della sua Isola: «La Sardegna vista da fuori? Spopolata, rovinata dall'economia globalizzata». Ancora i ricordi di Enrico Trogu: «In irripetibili notti barcellonesi amava parlare di Yourcenar e Marco Aurelio e di scrittori russi, di politica, di storia, un punto di riferimento che, con laicità e gentilezza, accoglieva qualsiasi punto di vista, qualsiasi confidenza, sempre con la volontà di occuparsi del prossimo prima che di sé stesso».

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