Diciassette lunghi mesi fuori di casa, nella speranza di poterci fare presto ritorno. Ma lui non ce l’ha fatta: Nicolino Doro è morto poco prima di Natale, a 92 anni, senza rivedere la dimora che ha dovuto lasciare, insieme ad altre 55 famiglie, nel luglio del 2017 ad Alghero a causa di un incendio.

Ex carabiniere in pensione, Doro aveva scritto al Presidente della Repubblica e persino al Santo Padre. Sua moglie, Olga, ora è rimasta sola.

"Quando abbiamo saputo del signor Doro ci si è stretto il cuore - racconta Marco Marchesi, portavoce del comitato degli sfollati - anche perché lui è quello che ne ha sofferto più di tutti. Diceva sempre che avrebbe fatto prima ad andare al cimitero che a tornare a casa sua. Purtroppo aveva ragione".

Il terribile rogo era scoppiato nel sottopiano del centro commerciale "Risparmio Casa", probabilmente per il cattivo funzionamento dell'impianto di condizionamento. Il fuoco ha fortemente lesionato il primo livello, ma l'intero stabile di sei piani risulta inagibile. Gli esperti nominati dal tribunale sono al lavoro per tentare di risalire alle cause, e sono otto gli indagati per incendio colposo. La prossima udienza è prevista per il 16 gennaio.

Nel frattempo gli inquilini hanno dovuto trovare sistemazioni alternative. Chi da parenti, chi in affitto. Circa 500 mila euro la cifra necessaria per puntellare l'immobile e fare in modo che i periti possano compiere un sopralluogo senza pericolo di crolli. A occuparsi degli interventi dovrebbe essere la Sofingi, la stessa società di costruzioni che aveva realizzato il palazzo.

L'avvocato Stefano Carboni, che assiste la maggior parte della famiglie sfollate, aveva chiesto e ottenuto l'incidente probatorio proprio per accelerare i tempi. Quello che non si sarebbe mai aspettato, invece, è che dovessero essere gli inquilini a pagare i lavori di tasca propria. "In altri sinistri, come quello del ponte di Genova - commenta l'avvocato Carboni - è intervenuto lo Stato. Cioè solitamente anticipa l'erario che poi si rifarà nei confronti dei responsabili". In questo caso, invece, sarà l'Axa, l'assicurazione del condominio, a dare corso alle opere cautelari che servono affinché i periti possano recarsi nel sottopiano, a rischio di cedimento.
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