«Ha ucciso la moglie, ma non è un orco che merita l’ergastolo»: sul delitto di Quartucciu si esprimerà la Consulta
Atti alla Corte Costituzionale per valutare se sia legittimo negare le attenuanti a Paolo Randaccio, che nel 2021 mise fine alla vita della consorte Angelica Salis perché era affetta da una grave malattia psichiatricaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La Corte d’assise di Cagliari ha stabilito di sospendere il processo che vede imputato Paolo Randaccio, il 69enne di Quartucciu accusato di aver ucciso a coltellate la moglie Angelica Salis, 60 anni, il 9 settembre 2021.
I giudici hanno infatti deciso, accogliendo la tesi del pubblico ministero Nicola Giua Marassi, di inviare gli atti del procedimento alla Corte costituzionale.
La norma del codice penale sulla quale dovranno pronunciarsi i giudici della Consulta riguarda i reati punibili con l'ergastolo per i quali non si può applicare il rito abbreviato (che prevede uno sconto di un terzo della pena) e nega che sulle aggravanti del vincolo familiare possano avere un peso maggiore le attuanti, cioè gli elementi che possono spingere inquirenti e giudici a valutare il caso specifico e infliggere una pena proporzionata.
Concludendo la sua requisitoria, il pm aveva sottolineato la particolarità del femminicidio di Quartucciu, il profilo del marito omicida («un buon padre di famiglia che voleva tutelare la moglie», affetta da una grave malattia psichiatrica), il fatto che l'uomo abbia ammesso subito le sue responsabilità, chiamando quasi in diretta i carabinieri e mostrando, una volta rinviato a giudizio, «un ottimo comportamento processuale».
«Non si tratta di un orco che ammazza la donna dopo una vita di vessazioni», aveva detto il pm spiegando: «È colpevole sì, ma deve poter godere delle attenuanti in quanto incensurato, lavoratore e reo confesso».
Per la pubblica accusa, quindi, la norma è costituzionalmente illegittima. Ora si attende il verdetto della Consulta.
(Unioneonline/l.f.)