Il 2017 si chiude con l'ennesimo "regalo" ai pastori.

Con il prezzo del latte che ha raggiunto i minimi storici (50-60 centesimi al litro), con le nevicate dello scorso inverno, il lungo periodo di siccità e il "perenne ritardo" dei premi comunitari, ora crolla anche il prezzo dell'agnello.

Dopo una lieve ripresa, culminata lo scorso 15 dicembre con i 4,70 euro al chilo a peso vivo pagati al pastore, il prezzo è improvvisamente crollato a tre euro prima di Natale e sta ancora calando, fino ai 2,80 di ieri.

Lo denuncia la Coldiretti Sardegna, e questo è il colpo di grazia per i pastori, al termine di un anno che si conferma "pessimo, tra i peggiori mai vissuti in campagna".

"Un bel regalo di fine anno per i pastori stremati che nel 2017 hanno dimezzato le entrate e più che raddoppiato i costi di gestione", è il commento di Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna.

Un crollo "difficile da capire e interpretare", continua, "che merita di essere analizzato in modo trasparente e dati alla mano: serve un accordo di filiera partendo da presupposto che senza i pastori verranno a mancare anche i macelli".

"Cosa succede nel mercato nazionale?", si chiede Coldiretti Sardegna. "Ci sono delle speculazioni come per il latte? Stanno arrivando agnelli dall'est Europa che stanno surrogando i sardi?".

Poi il doppio appello. Ai macellatori: "Fondamentale il loro impegno per la tutela e la valorizzazione di una delle nostre migliori eccellenze, un simbolo dell'agroalimentare sardo: difendano e non svalutino l'agnello sardo che si fregia del marchio Igp".

E ai consumatori: "Comprate agnello sardo, e non solo a Natale, stando sempre attenti all'etichetta (Igp di Sardegna). Così si aiutano i pastori sardi ma anche il nostro territorio oltre che la propria salute, essendo un prodotto che si nutre dal solo latte materno di pecore allevate al pascolo".

(Unioneonline/L)
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