«Harry contemplò l’aereo in tutta la sua argentea lunghezza, dalla coda al muso, ammirandone le curve aggraziate, e pensò a quanto era fortunato a poter volare in un apparecchio così bello. Teoricamente, era uno degli aerei più sicuri dell’USAAF, la United States Air Force, per quanto sicuro potesse essere un velivolo costruito per combattere in guerra. Era dotato di tredici potenti mitragliatrici, e i dieci uomini dell’equipaggio, fatta eccezione per i due piloti, erano tutti mitraglieri. Nulla da stupirsi, dunque, se il B-17 era stato soprannominato Fortezza Volante…». In questo modo lo scrittore inglese Paul Dowswell nel suo romanzo “Bomber” (Equilibri, 2022, pp. 336) racconta l’incontro di Harry Friedman, volontario mitragliere dell’aviazione americana con il “suo” aereo, il Macey May.

Siamo nel 1943 ed Harry ha solo 17 anni. Ha barato sull’età alla visita di leva pur di arruolarsi e realizzare il sogno di volare. Librarsi in cielo con un B-17, però, si trasforma automaticamente in un incubo quando si deve bombardare un obbiettivo in territorio nemico, sotto il fuoco della contraerea e cercando di sfuggire ai caccia avversari. Harry scopre ben presto che non basta l’abilità per sopravvivere quando il cielo attorno a lui "esplode”, “va in pezzi” per colpi di artiglierie e di mitragliatrice. Ci vuole fortuna e coraggio, tanto coraggio. Il coraggio che aiuta a non impazzire mentre attorno i compagni vengono feriti o uccisi. Il coraggio che aiuta a non disperare quando l’aereo precipita facendo ritrovare Harry nella Francia occupata dai nazisti, con una possibilità su mille di trovare un rifugio e poi la via di casa grazie alla Resistenza francese.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Dowswell, però, non si ferma al racconto avventuroso, un po’ vecchia maniera, modello filmone americano di guerra. Lo scrittore inglese ama, certamente, ritmare le vicende narrate e sa come tenere viva l’attenzione e la tensione del lettore. Allo stesso tempo trasmette con un’intensità non comune le emozioni che dovevano provare gli uomini e donne coinvolti in un conflitto senza pietà come era la Seconda guerra mondiale. Le pagine in cui Dowswell descrive la vita a bordo di un B-17 in azione sono raggelanti - e non solo perché in quegli aerei faceva un freddo terribile – come racconta lui stesso nell’intervista in appendice al libro: «La vita di un equipaggio aereo può sembrare affascinante e sicuramente molto più confortevole di quella di un normale soldato di fanteria. Ma volare su un aereo, seppure bellissimo come la Fortezza Volante B-17, era in realtà un’esperienza del tutto terrificante, come ho provato a raccontare in questa storia. Ed era anche molto scomodo. Questi aerei volavano a grandi altezze e all’interno si gelava. Gli uomini dell’equipaggio dovevano indossare tute da volo ingombranti e maschere per l’ossigeno. E il rumore assordante dei quattro motori dell’elica impediva quasi completamente la conversazione».

In aggiunta quegli aerei, per quanto potenti e maestosi, non offrivano alcuna protezione a chi era a bordo. Per volare e portare tonnellate di bombe non potevano appesantirsi con protezioni e blindature: i proiettili e le schegge penetravano come un coltello caldo nel burro. E con lo stesso desiderio di voler raccontare realtà e brutalità della guerra lo scrittore inglese indugia in molte pagine a narrarci quanto fosse spaventoso per la popolazione trovarsi sotto i bombardamenti di aerei potentissimi. Infine, quanto fosse pericolosa e a volte necessariamente spietata la vita condotta dai membri della Resistenza, uomini e donne che, oltre alle numerose azioni di sabotaggio contro i nazisti, aiutarono gli aviatori alleati caduti con i loro aerei a fare ritorno clandestinamente in Inghilterra.

Alla fine, la guerra, da qualunque parte ci si trovasse a viverla e combatterla, non può che apparire crudele, un’apocalisse condivisa dai milioni di individui che attraversarono e furono attraversati dal Secondo conflitto mondiale.

Bomber è quindi un romanzo che racconta, emoziona e che fa riflettere…cosa poter chiedere di più a un buon libro?

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