Poetto osservato speciale: «La contaminazione si può ripetere, forse dovuta ai reflui delle barche»
Negli scorsi giorni fuori norma i valori dell’escherichia coli e degli enterococchi(Foto Max Solinas)
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Non è stata solo l’escherichia coli a far “chiudere” venerdì un chilometro e mezzo di Poetto, dove dall’ospedale Marino all’Ottagono (stabilimento escluso), per due giorni, non si potevano mettere a mollo nemmeno i piedi. «Contaminazione fecale», il verdetto delle analisi. A superare il limite, anche «la concentrazione di enterococchi intestinali», spiega Nicoletta Ornano, direttrice generale di Arpas.
«Assenza di vento e grande caldo sono condizioni climatiche che favoriscono la proliferazione di questi microrganismi», sottolinea Sofia Cosentino, professoressa di Igiene all’Università di Cagliari, nel Dipartimento di Scienze mediche e Sanità pubblica. Vuol dire che «la contaminazione è un fenomeno ripetibile», concordano le due esperte.
L’ipotesi
Dunque, l’esposizione del mare sardo al rischio di un nuovo inquinamento da batteri fecali sembra destinata a strutturarsi come una condizione abituale, in tempo di sovra-turismo e cattive abitudini ambientali. «La modalità con cui, nell’arco di tre giorni, i valori di escherichia coli ed enterococchi intestinali sono rientrati nella norma – continua Ornano –, ci induce a pensare che la fonte inquinante non fosse fissa, come una condotta fognaria, anche abusiva. Presumibilmente a causare la contaminazione sono stati i reflui rilasciati dalle barche».
Valori e circostanze
L’escherichia coli è da allarme quando l’mpn, cioè il metodo attraverso cui si misura la carica batterica, supera quota 500 all’interno di 100 millilitri prelevati dal mare. Con gli enterococchi intestinali il limite massimo scende a 200 mpn. «Per superare quota 500 e 200 significa che erano tanti i reflui presenti (e scaricati) davanti al Poetto», spiega Cosentino.
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