“Vacanze di Natale”, un cult da vedere e rivedere durante le feste
Volti e battute, il primo cinepanettone segnò un’epocaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
C’erano le Timberland, e ci sono ancora oggi. C’erano i piumini Moncler, e più di 40 anni dopo sono ancora un pezzo di moda da “ostentare”. C’era la parlata milanese ostentata di proposito della Milano dei ricchi, e fuori da Milano, a seconda di dove ti trovi, c’è ancora; e c’era la via dello shopping dove per agganciare una ragazza dovevi trovare il tempo per fare le “vasche” (forse l’unica cosa che oggi non c’è). Forse è tutto questo che c’era ieri, 42 anni fa, e ancora oggi, che rende Vacanze di Natale, il film dei fratelli Vanzina che racconta l’Italia degli anni Ottanta così spensierata e meno frammentata di oggi, un cult. Da vedere e rivedere perché, come diceva Indro Montanelli quando raccontava perché guardava continuamente le stesse puntate dell’Ispettore Derrick (sua rara passione televisiva), “c’è sempre qualcosa che non hai visto prima, un particolare che ti è sfuggito e che rende ciò che hai visto e rivisto quasi una novità”.
Ecco, Vacanze di Natale è così. La voglia di evasione, gli eccessi dei super ricchi, quelli veri, e di quelli aspiranti tali e gli arricchiti avvolti da una patina di volgarità che strappa sempre un sorriso. C’è tutto questo. Con le ballerine in Moon Booth che posano a ritmo di quella musica elettronica anni Ottanta che ha fatto storia: “I like Chopin”, “Maracaibo”, “Moonlight Shadow”. Insieme al film, sono il simbolo scanzonato di una stagione segnata dai paninari, dalle spalline esagerate, simbolo di potere ed empowerment femminile, e dai capelli cotonati verso il cielo.
E poi ci sono soprattutto loro: Billo, Roberto, Mario, Donatone, Ivana, diverse generazioni a confronto, tutti avvolti in un groviglio di amori e disamori. Personaggi che conoscono le gioie e le trappole della camera da letto (le corna). Di Billo (Gerry Calà) non ti stanchi mai: in montone, Timberland e occhiali da sole, squattrinato playboy sciupafemmine che suona al piano bar in un locale di Cortina d'Ampezzo che ripeteva quasi come in un jingle “Non sono bello, piaccio”. Poi Roberto (Christian De Sica), fidanzato con la bellissima fidanzata americana Samantha, costretto a un coming out difficilissimo quarant’anni fa ma anche a precisare, prima di trovarsi a letto con l’amico, che lui comunque l’ha “castigata”.
Scene come quelle sono emblematici pezzi unici: a legarli, la descrizione di tipologie umane, conflitti, manie, passioni goderecce, bassezze, modi di dire: sullo sfondo la Milano da bere, la Bologna opulenta; la borghesia romana cafona accanto ai romani di borgata. C’è insomma un’Italia piena di contraddizioni. Durante le festività di Natale, vedere o rivedere Vacanze di Natale ha l’effetto di uno Stargate verso gli anni 80. Bellissima quella battuta alla festa di Capodanno a casa Covelli quando Luca (Marco Urbinati) pone alla avvenente fidanzata Serenella (Antonella Interlenghi), che ha esagerato con i superalcolici, un quesito fondamentale: “Dimmi un po', secondo te come lo festeggia il Capodanno Toninho Cerezo?” E lei: “Eh già, ci stavo pensando proprio prima mentre vomitavo”.
