Il “sesso a tre” è quello più gettonato. Soprattutto gli uomini che desiderano due donne. Una variante è l’uomo che desidera essere spettatore di un rapporto d’amore saffico. L’idea dell’orgia si conferma un cliché, ma nel particolarissimo borsino cresce la suggestione di filmarsi durante i rapporti e fare sesso nei luoghi pubblici.

C'è un mondo sotterraneo che uomini e donne nascondono non solo al partner ma anche a sé stessi. È il mondo delle fantasie sessuali. Un pianeta misterioso, spesso ancora frainteso. Troppo a lungo relegate al giudizio o alla stereotipizzazione, le fantasie erotiche, lo dicono tutti gli psicologi, sono invece espressione della libertà di una persona, e sono anche un bel carburante della sessualità. Eppure, retaggi culturali tendono a coprirle ancora di vergogna, di tabù. Così arriva l’intelligenza artificiale a consolare il senso di colpa che nasce, almeno è quello che spera chi la consulta: una delle domande più frequenti rivolte a Chat Gpt è “Come dire cosa mi piace senza vergogna?”

In realtà non ci sarebbe niente di cui vergognarsi. Diceva Michelangelo che “si dipinge con il cervello, non con le mani”. Il sesso non fa eccezione, è la stessa cosa. E’ sempre il cervello l’organo dominante. E le fantasie sessuali, dicono gli psicologi, “soddisfano bisogni che resterebbero inappagati. Non ci sono limiti, paure, freni, né pericoli, né sanzioni”. E, se condivise col partner, contribuiscono a cementare il legame affettivo.

Beninteso: le fantasie sono immagini che attivano la mente, ma poi non (sempre) si realizzano nella realtà. Per questo motivo è marcato il limite con il desiderio, che invece è qualcosa che si vorrebbe realizzare, se capitasse l’occasione. La fantasia più comune, come detto, è quella di avere un rapporto a tre, ma nella pratica non tutti vogliono davvero realizzarla. Questa è una differenza sostanziale. Perché realizzare concretamente una fantasia potrebbe rivelarsi addirittura un’esperienza negativa, perché il suo posto era nella mente. Non nella realtà. Ma se invece se si decide di dare sfogo al desiderio, nessun problema, dicono sempre gli esperti: a patto che avvenga con la complicità dei partecipanti.

Già il fatto di parlarne con serenità significa accettare le fantasie, anche quelle più nascoste. Magari bastasse per questo l’intelligenza artificiale, ma non si sa mai. Può essere un primo passo. Perché no. 

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