Maltrattamenti in famiglia, violenze e stalking: emergenze quotidiane
Anche a Cagliari numeri in aumento nonostante gli sforzi preventivi delle forze dell’ordine, delle associazioni antiviolenza e delle istituzioni. E i carabinieri ricordano il “violenza-metro”Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un altro anno con dati allarmanti, e purtroppo in continuo aggiornamento. Perché ogni giorno che passa i numeri delle violenze sulle donne, dei maltrattamenti in famiglia e degli atti persecutori aumentano nonostante campagne di informazione, l’attenzione da parte delle forze dell’ordine e l’enorme sforzo dei servizi sociali, delle associazioni e delle altre istituzioni in campo per tentare di arginare una piaga che colpisce anche il territorio del Cagliaritano.
Il bilancio più aggiornato è quello stilato a fine ottobre dai carabinieri del comando provinciale di Cagliari: in dieci mesi sono stati perseguiti 572 reati riconducibili al “codice rosso” (nello stesso periodo del 2024 sono stati 529) con 119 arresti e 435 persone denunciate. Preoccupa l’aumento degli atti persecutori passati da 177 a 227 episodi. Si tratta dunque di fenomeni che riguardano in particolar modo quanto avviene dietro le quattro mura: le cosiddette violenze in famiglia che riguardano spesso figli che aggrediscono le loro madri, oppure le azioni violente di mariti su mogli. E l’analisi dei dati dei Carabinieri ovviamente si basa solo sui casi denunciati: perché quando le forze dell’ordine intervengono, la situazione è già precipitata. I responsabili vengono sempre identificati: scattano arresti oppure denunce, magari con l’applicazione di misure a tutela delle vittime (con indagati e imputati che devono indossare un braccialetto elettronico o restare a distanza di sicurezza dalla persona offesa).
Ma è proprio l’Arma a evidenziare che «purtroppo il fenomeno non dà segnali di cedimento nonostante lo sforzo nostro e delle altre forze polizia. C’è la massima attenzione, le vittime si fidano e denunciano, il personale è sempre più formato per gestire casi molto delicati. Ma per affrontare il problema alla radice bisogna fare rete e avviare un percorso sociale ed educativo che coinvolga tutte le istituzioni», sono state le parole generale Luigi Grasso, comandante provinciale dei carabinieri di Cagliari.
E accanto ai maltrattamenti in famiglia (che raggiunge la media di uno al giorno) e alle violenze sessuali, crescono in modo preoccupante gli episodi di atti persecutori. Anche in questo caso, nel sud dell’Isola, le vittime sono quasi sempre donne. La percentuale maggiore riguarda donne sposate o con una relazione sentimentale avviata da tempo. Tra le vittime anche giovani appena maggiorenni. E questa tipologia di reato tocca tutte le categorie sociali. E crescono gli episodi in ambienti lavorativi: sia per corteggiamenti patologici che sfociano in atti persecutori, ma anche atteggiamenti legati a invidie dovute a dinamiche interne al posto di lavoro.
Oggi, è la sensazione, le vittime si rivolgono alle forze dell’ordine sapendo di avere ascolto e sostegno in modo maggiore rispetto al passato. Anche perché c’è da molto tempo «un diverso approccio verso le vittime, fatto di familiarità, delicatezza e maggiore professionalità da parte del nostro personale. Questo probabilmente spinge la persona a fidarsi maggiormente», ha sottolineato ancora il comandante provinciale dell’Arma.
Così i carabinieri (ma questo avviene anche nella Polizia) cercano anche di intercettare eventuali criticità, avvicinando anche potenziali vittime e raccogliendo testimonianze e denunce. Si tratta sempre di episodi che manifestano sofferenze, da trattare con grande delicatezza e professionalità.
Un aspetto importante è certamente la prevenzione e la tempestività nella segnalazione di casi “a rischio”. Tra gli strumenti c’è anche il “violenza-metro”: cosa fare quando ci si trova in situazioni potenzialmente a rischio? Alcuni comportamenti di un uomo (ignora la compagna, la inganna, la sminuisce, la umilia, prova a controllarla) sono un campanello d’allarme: meglio parlarne con familiari e amici, o chiedere un supporto psicologico. Il livello di attenzione e pericolosità si alza quando l’uomo ricatta la donna, la isola, le provoca sensi di colpa, la perseguita e la maltratta: è necessario chiamare subito il numero “1522” o rivolgersi a un centro antiviolenza. Quando l’uomo arriva a colpire o ferire la donna, a minacciarla di morte anche con armi, la costringe ad avere rapporti sessuali, e quando la vittima non si sente più al sicuro o arriva a pensare che potrebbe essere capace di azioni pericolose, in questi casi bisogna chiamare immediatamente il 112 per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine, oppure se possibile andare direttamente in una caserma dell’Arma o in un commissariato di Polizia e denunciare.
