Stare in fila sulla 554, che male c’è?
La Statale circumnaviga Quartu, Quartucciu, Selargius, Monserrato e Cagliari: una delle arterie più importanti del sud dell’Isola ma la politica non se ne occupaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Lunedì 13 ottobre 2025 la fila di auto sulla 554 cominciava all’altezza del semaforo tra via Giulio Cesare e la Statale 387 per Dolianova. Martedì 14 è andata un po’ meglio, perché la colonna cominciava più o meno sotto il ponte Emanuela Loi tra Monserrato e la Provinciale 8 per la Cittadella universitaria. Mercoledì 15 si è tornati alla situazione presente due giorni prima. Giovedì 16 anche. Il giorno dopo pure. E così via, giorno dopo giorno, mese dopo mese. Il 17 dicembre 2025, per dire, la colonna di veicoli superava i due chilometri. Tutti fermi.
Fanno eccezione, per motivi comprensibili (si lavora molto meno e la mole di traffico sulle strade diminuisce), il sabato - più o meno - e soprattutto la domenica. Nulla è mai cambiato, nulla cambia e nulla (pare di capire) cambierà. Nel 2026, nel 2027 e avanti sino al 2050 probabilmente.
L’incubo Statale
Per almeno cinque giorni alla settimana transitare sulla Statale che da Margine Rosso gira attorno ai principali insediamenti abitativi del sud Sardegna (Quartu, Quartucciu, Selargius, Monserrato, Cagliari) e arriva alla Statale 195-innesto per andare a lavorare, o anche per accompagnare i figli a scuola, è un tormento che mette a dura prova pazienza e nervi. Tempo perso in mezzo a due corsie intasate di lamiere, dove automobilisti improbabili e incapaci si mischiano a loro consimili disattenti e spericolati; dove le frecce sono un oggetto sconosciuto se non inutile, le regole del codice e principalmente quelle della buona educazione scompaiono per far posto a quelle della giungla (d’asfalto).
Ne abbiamo parlato tante volte, sino allo sfinimento. Soprattutto di chi segue questa rubrica. Tuttavia abbiamo ragione di ritenere siano realmente sfiancate le persone che, obbligatoriamente, sono costrette a utilizzare quella via di comunicazione di primo mattino, all’ora di pranzo e a metà pomeriggio: gli orari peggiori in assoluto, quelli in cui evitare file lunghe centinaia di metri e a volte chilometri è un colpo di fortuna raro.
Rivoluzione? Una barzelletta
Dal 2012 si attende la rivoluzione della circolazione, da 13 anni nulla si muove. Sono passati governi regionali di centrodestra e centrosinistra e niente è cambiato. Se non la nascita di una meravigliosa task force (così è stata definita in un recente passato), una squadra di intervento che immaginiamo riunita in una stanza piena di carte e progetti per studiare, analizzare e verificare senza sosta problemi e possibili soluzioni che migliorino la vita dei cittadini. Votanti. Un team magico di cui sempre si parla, soprattutto nei film, quando le cose vanno male e all’improvviso ecco, arrivano i nostri eroi.
Di Superman però qui non se ne vedono. E neanche di soluzioni. Lo scorso settembre l’Anas, la società nazionale che si occupa della rete viaria principale, contattata perché spiegasse l’utilità di una serie di strisce orizzontali sistemate all’altezza di una diramazione poco prima del mega svincolo del Quadrifoglio al chilometro 3,600 della 554 (dopo il rione Is Corrias per chi da Monserrato è diretto verso la Motorizzazione civile), causa principale delle file che si dilungano sino al precedente semaforo tra la 387 e via Giulio Cesare (una distanza di 2,4 chilometri percorsa a passo d’uomo), ha risposto spiegando di aver «realizzato lungo tutta la rete di competenza un piano di sostituzione e potenziamento della segnaletica orizzontale e verticale».
Un piano, che piano
Un piano «conforme alle direttive del Codice della Strada» applicato anche alla 554 e utile a «incrementarne gli standard di sicurezza». Quelle strisce, che obbligano chi procede sulla corsia di sinistra a immettersi velocemente su quella di destra nel caso debba seguire il tracciato principale e non dirigersi invece verso la Statale ex 131, «hanno contribuito a una drastica riduzione degli incidenti gravi». E per fornire sufficienti avvisi, «sono stati sistemati cartelli» che indicano la necessità di «canalizzare il traffico» circa «200 metri prima dell’incrocio».
La domanda sarebbe: ma qualcuno dell’Anas ha mai percorso la strada di cui si parla? Ha mai impiegato venti minuti, se va bene, a percorrere quei due chilometri e mezzo bloccati nel traffico? Ha mai dovuto frenare all’improvviso per evitare i veicoli che da destra si immettono nella corsia di sinistra? Ha mai visto come guidano i conducenti odierni? In definitiva: ha mai provato sul campo l’efficacia delle teorie? La risposta ci è sconosciuta.
La grande Regione
Ma il medesimo quesito si può porre a chi governa la Regione. Perché sulle opere di intervento della 554 sovrintende un “commissario”, altra figura mitologica in Italia. E il commissario in questo caso è il presidente attuale della Regione, cioè Alessandra Todde. Che nel settembre 2024 a sua volta ha delegato nel ruolo l’assessore ai Lavori pubblici Alessandro Piu. Il quale esattamente un anno dopo, quindi lo scorso settembre, rispondeva così alla domanda dell’Unione Sarda: da quando ha ricevuto l’incarico l’esponente della Giunta «si è impegnato fin da subito a costruire la struttura commissariale che fino ad allora non esisteva. Da quel momento sono stati studiati tutti i dossier delle 10 strade commissariate tra cui la SS 554. Il commissario ha convocato nella primavera di quest’anno la riunione con tutti i sindaci dei Comuni coinvolti, compreso il primo cittadino della città metropolitana di Cagliari. Da quell’incontro è stato evidenziato e messo a verbale che tutti i territori interessati hanno chiesto di rivedere la soluzione progettuale presentata da Anas».
I preliminari
Insomma, siamo ai preliminari dei preliminari e neanche ancora si sa come sistemare la strada: due corsie per senso di marcia più quelle di emergenza laterali e spartitraffico centrale come oggi? O una strada urbana con una carreggiata e una corsia per senso di marcia, il che tra l’altro significherebbe cambiare nella sostanza la natura della 554 (con i lavori, i costi e i tempi che ne deriverebbero)? Anche in questo caso ci sarebbe da chiedere se chi ha un ufficio in via Trento a Cagliari sa cosa significhi perdere ore della propria vita nel caos più totale non una, due o tre volte all’anno ma cinque volte alla settimana tutte le settimane ogni mese e ogni anno.
La tutela della res publica, cioè la cosa pubblica, l’insieme dei diritti e dei beni dello Stato (quindi della collettività), è demandato all’autorità competente per volontà dei cittadini. Si governa, si dirige, si cerca di migliorare la qualità della vita e di eliminare i problemi. Quelli più grandi, senza dubbio; ma anche quelli un poco più piccoli. Se si è in grado di farlo. La 554, ma si potrebbe allargare il discorso a molte altre strade, onestamente sembra l’ultimo dei pensieri di chi riveste quel ruolo.
