È un killer silenzioso che ogni anno uccide 80mila italiani. Lo smog nel nostro Paese assume sempre di più le fattezze di una piaga incontrollabile. Siamo di fronte a una strage pagata a caro prezzo con i soldi del progresso e che, nonostante l’onda ambientalista sempre più influente degli ultimi anni, non riesce a invertire rotta.

Sardegna

I dati raccolti dall’ultimo report di Legambiente in Sardegna sono eloquenti: nell’Isola la percentuale di polveri sottili non fa passi indietro, anzi nel 2022 è cresciuta in tre province su quattro, a causa anche dell’accelerata industriale impressa dal nostro tessuto produttivo subito dopo la prima ondata pandemica.

La ripresa economica è valsa all’Italia un altro, non invidiabile, record: è il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, ricorda la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima).

«Gli effetti diretti dell’inquinamento sulla salute umana interessano diversi apparati ed organi», spiega il presidente Sima, Alessandro Miani. «Le patologie dell’apparato cardiovascolare rappresentano la prima causa di morte in Italia (Eventi coronarici e Infarto Miocardico Acuto, 9.000 casi/anno - Ictus cerebrali, 12.000 casi/anno), seguiti dalle patologie dell’apparato respiratorio (7.000 decessi prematuri/anno). Gli effetti indiretti dell’inquinamento portano fino al +14% di aumento di incidenza per tutti i tumori nei siti inquinati (Mesoteliomi, 1.900 casi/anno da esposizione ad amianto - Tumori testicolari, +36% d’incidenza nei siti inquinati – Leucemie, +66% d’incidenza nei siti inquinati - Linfomi, +50% d’incidenza nei siti inquinati - Sarcomi dei tessuti molli, +62% d’incidenza nei siti inquinati - Tumori polmonari, +29% d’incidenza nei siti inquinati - Tumori vescicali o renali, +32%  nei siti inquinati - Tumori della mammella, +50% d’incidenza nei siti inquinati)».

Pericoli

I dati del Sima sembrano non coincidere paradossalmente con la strategia ormai condivisa dalla stragrande maggioranza delle superpotenze mondiali di ridurre le emissioni per garantire al pianeta un futuro più a lungo periodo.

«È imprescindibile e non più rimandabile agire in fretta per ridurre drasticamente le principali sorgenti emissive dell’inquinamento atmosferico: in tale direzione Sima ha proposto al Governo di mitigare gli effetti nocivi dello smog partendo dagli edifici urbani, attraverso incentivi volti a facilitare interventi di rivestimento di superfici murarie e vetrate con un “coating” fotocatalitico al biossido di titanio a base etanolo, che ha dimostrato in studi scientifici di essere attivato da luce naturale a svolgere un’azione di scomposizione e riduzione degli inquinanti atmosferici. Una Mitigation Action che l'Europa apprezza e valorizza», conclude Miani.

Cambo di mentalità

Sulla stessa linea è anche Legambiente: «Per rendere le nostre città più vivibili e sostenibili, serve un cambio di passo e una maggiore attenzione da parte di Governo e amministrazioni locali. Ecco le nostre proposte: zone a zero emissioni, città 30 km all’ora, potenziamento del trasporto pubblico, elettrificazione autobus e sharing mobility».

Il passo fondamentale per cambiare rotta è comprendere l’entità dell’emergenza: «L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza», dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. «In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevate in tutto il continente. È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura. In ambito urbano è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata. Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni, di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso».

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