Nella fabbrica dei campioni del tennis italiano ci sono anche tre tecnici sardi: Fabio Murgia (40 anni) di Samassi e Andrea (35) e Niccolò Liscia (36) di Gonnosfanadiga. Benvenuti a Bordighera, nell’accademia di Riccardo Piatti, il coach privato che ha portato in cima al mondo giocatori del calibro di Ljiubicic e Gasquet, attualmente guru di quello che in tanti pensano possa diventare il futuro numero uno al mondo nel giro di qualche anno, l’azzurro Yannick Sinner. E alla corte di Piatti, quando il coach dei fuoriclasse lavorava ancora nella sua Como, è passato anche un ragazzino che era scappato dalla Jugoslavia teatro della guerra civile, anche lui con l’obiettivo di scrivere pagine importanti del tennis internazionale, Novak Djokovic, vincitore di 20 titoli del Grande Slam (per questo motivo, per quegli anni trascorsi nel nostro paese, parla così bene anche l’italiano).

Fabio Murgia\u00A0(foto concessa da Fabio Murgia)
Fabio Murgia\u00A0(foto concessa da Fabio Murgia)
Fabio Murgia (foto concessa da Fabio Murgia)

«Quattro campi: non un circolo grandissimo né una distesa di campi come in Florida da Nick Bollettieri: piuttosto un centro di allenamento organizzatissimo, comodo, studiato per le esigenze dei giocatori»: così Fabio Murgia descrive la struttura che si trova a breve distanza dal circolo di tennis più antico d’Italia: «A Bordighera si respira aria di storia», sorride il maestro isolano. Qui venne costruito il primo campo da tennis del nostro paese, nel 1878 (il kit con rete, racchette e palline arrivò direttamente dall’Inghilterra).

Il percorso dei tecnici sardi è abbastanza simile: «Dopo alcune esperienze nei circoli dell’Isola, senz’altro positive, abbiamo sentito l’esigenza di tentare un ulteriore salto di qualità», spiega Fabio Murgia. «In sintesi, volevamo vedere come un tecnico deve lavorare con i progetti di campioni, con i ragazzi che hanno deciso di dedicarsi completamente a uno sport con l’obiettivo di diventare professionisti».

Riccardo Piatti con allievi e tecnici (foto concessa da Fabio Murgia)
Riccardo Piatti con allievi e tecnici (foto concessa da Fabio Murgia)
Riccardo Piatti con allievi e tecnici (foto concessa da Fabio Murgia)

Prima un periodo come osservatori esterni, poi la chiamata di Riccardo Piatti in persona: così Fabio Murgia è stato assunto ad agosto all’Accademia di Bordighera. «E ho trovato due amici sardi, Andrea e Niccolò Liscia, che erano già qui da qualche anno, ad accogliermi e a farmi sentire a casa».

I giovani aspiranti professionisti del tennis ammessi all’Accademia di Bordighera arrivano un po’ da tutto il mondo, Sardegna compresa. Tra gli allievi di Piatti c’è anche l’algherese Lorenzo Carboni che ha vinto qualche settimana fa a Bologna il titolo italiano under 16 e che promette davvero bene. E anche una ragazza sarda sogna di seguire le orme di Anna Floris (ex 125 al mondo) nel circuito internazionale, Emma Manca.

Andrea Liscia e Lorenzo Carboni\u00A0(foto concessa da Fabio Murgia)
Andrea Liscia e Lorenzo Carboni\u00A0(foto concessa da Fabio Murgia)
Andrea Liscia e Lorenzo Carboni (foto concessa da Fabio Murgia)

«Il segreto dell’Accademia di Piatti – prosegue Fabio Murgia non è poi davvero un segreto: professionalità, studio, impegno, questo Piatti dimostra ogni giorno sul campo e chiede ai suoi collaboratori. Siam quindici tecnici, agli ordini di Andrea Volpini e Cristian Brandi, i coach internazionali che sono più a stretto contatto con Riccardo Piatti».

Si lavora sul campo sei ore al giorno, sabato e domenica inclusi, tre ore  al mattino e tre al pomeriggio, le lezioni a scuola per chi sta seguendo le superiori o il liceo sono seguite on line, nello staff ovviamente anche psicologi, nutrizionisti, preparatori fisici e fisioterapisti.

«Un aspetto fondamentale degli allenamenti – spiega Fabio Murgia – è il lavoro su alcuni campi speciali dotati di un particolare sistema di telecamere collegate a un computer, in grado di elaborare le immagini di ogni colpo, in ogni posizione del campo, e di valutare quindi dal punto di vista scientifico sia i progressi, sia i margini di progresso di ogni singolo allievo».

Bocca cucita sui costi che i genitori dei campioni in pectore devono sobbarcarsi per le lezioni di tennis full time alla corte di Riccardo Piatti. Cifre in ogni caso ad personam, che possono arrivare anche a 30 mila euro all’anno.

Lo staff tecnico della Piatti Academy segue anche i ragazzi durante i tornei: con Carboni c’era proprio Niccolò Liscia, e la banda dei sardi, uno in campo, l’altro in panchina, ha sbancato il torneo tricolore under 16 sui campi della Virtus Bologna.

Fabio Murgia e Andrea Liscia\u00A0(foto concessa da Fabio Murgia)
Fabio Murgia e Andrea Liscia\u00A0(foto concessa da Fabio Murgia)
Fabio Murgia e Andrea Liscia (foto concessa da Fabio Murgia)

«E’ un modello – chiude Murgia – che in Sardegna non è ancora arrivato. Nella nostra regione manca per ora una struttura in grado di seguire i giovani di un certo livello agonistico e che sognano di diventare professionisti». E la storia del tennis sardo ne è testimone: tutte le promesse dai tempi di Maurizio Spiga (vincitore nel 970 del titolo italiano under 13, la coppa Porro Lambertenghi», Fabrizio Murgia, Stefano Mocci sino a Daniele Piludu e Anna Floris sono stati seguiti dalla Federazione nei centri tecnici oppure da coach privati.

Il Tennis club Cagliari sta provando a cambiare rotta e ad allestire, grazie al nuovo tecnico Martin Vassallo Arguello, un centro tecnico di un certo tipo. Ma il progetto è partito da pochi mesi per poter raccogliere già importanti frutti.

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